Chi educa il bibliotecario educatore? Curriculum, Didattica, Competenze per la Transliteracy
1. Chi educa il bibliotecario educatore?
Curriculum, didattica e competenze
per la transliteracy
Anna Maria Tammaro
DILL International Master Digital Library Learning
Milano (Stelline), 16 marzo 2018
2. Sintesi
● Analfabeta nel 21 secolo
● Bibliotecari in lotta contro l’analfabetismo?!
● La ricerca sul bibliotecario educatore
● La formazione per il bibliotecario educatore
○ Buone pratiche
● Conclusioni
A.M.Tammaro Chi educa il bibliotecario educatore?
Milano (Stelline) 16 marzo 2018
4. Trans-literacy
La transliteracy include la capacità di leggere, scrivere ed interagire in una
vasta gamma di piattaforme, strumenti e supporti in vari formati, attraverso
la scrittura a mano, la stampa, la TV, la radio e il film, fino alle reti
sociali digitali (Thomas et al. 2007).
7. Un problema di definizione? O identità?
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8. From document to people...
Nella definizione di AGID ci si
concentra sulle fonti:
“l’insieme di abilità, competenze,
conoscenze e attitudini che portano
il singolo a maturare nel tempo,
durante tutto l’arco della vita, un
rapporto complesso e diversificato
con le fonti informative: i
documenti e le informazioni in essi
contenuti”.
Nella definizione di ACRL ci si
concentra information seeking:
“Information literacy is understood
within professional librarianship
to comprise a set of
understandings, skills, and
attitudes that help people to
maximize the efficiency and
effectiveness of their information
seeking (Association of College and
Research Libraries [ACRL], 2005)
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9. ... to “People to people”
IFLA insieme ad UNESCO estendono a
apprendimento la Media Information
Literacy (MIL):
“Il concetto si estende al di là
delle ICT per includere
l’apprendimento, il pensiero
critico, e le abilità
interpretative attraverso e oltre i
confini professionali ed educativi”
Nel concetto di “transliteracy”
(Thomas 2007), le persone devono
essere alfabetizzate per
contribuire alla società, con
attività come apprendere lungo
tutta la vita, essere cittadini
attivi, esprimere creatività ed
innovazione, partecipare ad una
nuova cultura della condivisione e
della collaborazione.
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11. Primo approccio: Information behaviour
Wilson (2000) definisce “information behaviour”:
“the totality of human behavior in relation to sources and
channels of information, including both active and passive
information seeking, and information use. Thus, it includes
face-to-face communication with others, as well as the
passive reception of information as in, for example,
watching TV advertisements, without any intention to act on
the information given”.
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12. Secondo approccio: Apprendimento
Bruce (1997) presenta un approccio fenomenologico in cui
l’alfabetizzazione è esperienza anche emotiva di pensare e
di apprendere, non solo un processo od una tecnica con cui
si padroneggiano delle competenze.
Il “critical thinking” per l’autrice è correlato alla
pratica riflessiva “reflective practice”.
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13. Information behaviour e/o Apprendimento?
I concetti elaborati dalle due linee di ricerca sono rimasti in gran parte
separati!
Information behaviour:
Si concentra su come
gli utenti cercano
informazioni e realizza
diversi modelli di
processi diagrammatici
Apprendimento:
Si concentra su strategie
educative in ambienti
formativi, ed esamina in
profondità le fasi del
processo di ricerca
trascurate dalle ricerche
su information behaviour
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14. Chi educa il bibliotecario educatore?
Julien (2011) dopo aver intervistato 788 bibliotecari in
Canada, ha evidenziato che 86% dei bibliotecari si forma in
servizio, con l’esperienza pratica di educare gli utenti.
Questa ricerca dimostra che la gran parte dei bibliotecari
hanno frequentato dei corsi accademici ma non hanno avuto
degli insegnamenti specifici per insegnare.
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15. Origine dell’Identità professionale
Julien (2011) ha evidenziato che solo il 15% dei bibliotecari che hanno
seguito dei corsi universitari hanno ricevuto formazione specifica per il
ruolo di educatore.
Nella ricerca si nota una correlazione tra l’aver preso parte ad un corso
universitario con una formazione specifica per l’alfabetizzazione informativa
e la percezione che questa faccia parte integrante dell’identità
professionale.
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16. Carenze del bibliotecario educatore: la valutazione
Julien (2018) in un’indagine dei bibliotecari negli Stati
Uniti ha evidenziato che non si valutano i risultati
formativi ottenuti dai partecipanti (inoltre solo il 50% dei
rispondenti usa evidenziare gli obiettivi formativi nel
corso)!
L'apprendimento è valutato con : feedback dei docenti (58%),
valutazione formativa durante le sessioni in classe (41%) e
autovalutazione dello studente (40%).
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17. Il dibattito professionale
1998 (Firenze): Coordinamento centrale biblioteche dell'Università di Firenze
e dalla Commissione nazionale Università e Ricerca dell'AIB, con il titolo
“L'apprendimento nella biblioteca universitaria"
2007 (Milano Stelline): Convegno dal titolo “Biblioteche e formazione”
2011: Gruppo di studio AIB sull’Information Literacy
2017: Gruppo di studio AIB ha organizzato un Information Literacy Day ed ha
tradotto il framework di ACRL
2018: Gruppo di studio AIB ha pubblicato il Manifesto
19. Cosa includere nel curriculum?
● Teorie dell’apprendimento e stili di apprendimento,
● Partire dai bisogni evidenziati attraverso un’indagine
del fabbisogno formativo,
● Disegnare il corso realizzando materiali ed attività che
vogliono raggiungere obiettivi formativi specifici,
● Valutare l’effettivo raggiungimento dei risultati
formativi.
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20. Teorie dell’apprendimento
Comportamentismo: lo studente è passivo ed interagisce con
stimoli esterni, come riconoscimenti o punizioni,
Cognitivismo: la conoscenza è una costruzione mentale
dell’individuo e l’apprendimento coincide con la
memorizzazione,
Costruttivismo: lo studente deve essere messo in grado di
“costruire autonomamente” la sua conoscenza. Apprendere è un
processo di costruzione di significato, interno allo
studente, sulla base di quello che già sa.
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21. Stili di apprendimento
Ogni studente ha un suo stile di apprendimento preferito e
tende ad usare solo quello.
Kolb (1981) ad esempio ha indicato quattro stili di
apprendimento:
1) approccio pratico,
2) approccio teorico,
3) approccio esperenziale,
4) approccio riflessivo.
22. Analisi dei bisogni
Il primo principio che deve guidare il bibliotecario
educatore è la personalizzazione dell’insegnamento: la
persona è al centro, studente o adulto che sia.
Nella formazione centrata sull’apprendimento, si cerca una
trasformazione profonda, un apprendimento che vuole far
diventare lo studente non solo una persona colta ma una
persona “autonoma”.
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23. Disegno del corso
Quando scegliamo gli stili di apprendimento e i metodi
didattici per insegnare, dobbiamo ricordare che le persone
sono entità dinamiche.
L’informazione non va presentata agli studenti solo per un
mero nozionismo, ma facilitare gli studenti perché abbiano
la possibilità di interiorizzare il contenuto di quello che
devono imparare.
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24. Valutazione
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Alla fine del corso, gli obiettivi diventano risultati e la classe
diventa un ambiente dove esercizi ed attività facilitano
l’apprendimento.
26. Buone pratiche: formazione pre-professionali
MAIS primo Master con un modulo dal titolo “Biblioteche per
apprendere”. Il materiale didattico realizzato da Pat Dixon
e Monica Vezzosi (2007) può essere utilizzato per realizzare
un corso per il bibliotecario educatore.
Gli obiettivi formativi di MAIS comprendevano:
● Definire il concetto di alfabetizzazione informativa,
● Descrivere il processo dell’apprendimento,
● Identificare e comparare diversi stili di apprendimento,
● Valutare il ruolo del bibliotecario educatore.
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27. Buone pratiche: formazione professionale
Il Corso AIB “Insegnare ed apprendere con le tecnologie” nel 2014 è stato una
prima esperienza di formazione “blended” e si è basato sui principi e
contenuti della pedagogia.
Gli obiettivi formativi del Corso AIB includevono:
● Conoscere le metodologie didattiche e le tecnologie e-learning che possono migliorare l’apprendimento,
● Saper compiere scelte consapevoli di strumenti, esercizi e contenuti sulla base degli obiettivi
formativi e dei bisogni dei partecipanti.
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28. Conclusioni
Il bibliotecario educatore rappresenta l’identità
professionale?!
Come si può formare dei bibliotecari che sappiano facilitare
persone e comunità a diventare migliori cittadini e
consumatori e creatori dell’informazione efficienti?
29. Riferimenti bibliografici
Bruce, C. (2003) Information literacy as a catalyst for educational change. Paper commissioned for UNESCO Information Literacy Leadership
Conference, Prague, April.
Dixon P. (2000) Il ruolo del bibliotecario nei processi di apprendimento, Biblioteche oggi, Dicembre, pp. 62-72
http://www.bibliotecheoggi.it/2000/20001006001.pdf
Julien, H., & Genuis, S.K. (2011). Librarians’ experiences of the teaching role: A national survey of librarians. Library & Information Science
Research, 33, 103-111.
Julien, H., Gross, M., & Latham, D. (2018). Survey of Information Literacy Instructional Practices in U.S. Academic Libraries. College and Research
Libraries. http://crl.acrl.org/index.php/crl/article/view/16606/18052.
Kolb, D. A. (1981). Learning styles and disciplinary differences. The modern American college, 232-255.
Thomas S. et al. (2007) Transliteracy: Crossing divides “First Monday”, Volume 12 Number 12 - December
http://journals.uic.edu/ojs/index.php/fm/article/viewArticle/2060/1908
Vezzosi M., Dixon P. (2007) Libraries and Learning, Torrossa https://www.torrossa.com/pages/ipplatform/itemDetails.faces
Wilson, T. D. (1999). Models in information behaviour research. Journal of Documentation, 55, 249-270.