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Lavorare da Remoto
               Le ragioni di una scelta vincente




      Renzo Borgatti - reborg@reborg.net - BSC     2010
Mr. Renzo Borgatti
 sviluppatore freelance

  -Rails, iPhone, Java-
Papa’, jazzista, corridore
Cronologia del pendolare
                                         Borgatti:

                                     1999-2002                          Km 50
                                     2002-2004                          Km 90
                                     2004-2005                          Km 110
                                     2006-2007                          Km 5
                                     2007-2008                          Km 0.2
                                     2008-2010                          Km 0



Quanti di voi si muovono per piu’ di 50 km al giorno? 10? Chi lavora regolarmente da casa?
“In una situazione dove ci si
                                       lamenta della scarsa
                                   produttivita’ e si cercano
                                   modi per incrementarla, la
                                  cosa piu’ stupida che si puo’
                                    fare e’ spedire milioni di
                                    lavoratori in giro per il
                                    mondo mattina e sera”
                                                                  Future Shock, Alvin Toffler 1970




La cosa piu’ evidente del pendolare per lavoro, e’ sicuramente lo sforzo necessario per lo
spostamento da e verso l’ufficio. Per quanto lo si faccia sfruttando mezzi pubblici o
inventandosi qualcosa da fare, il pendolarismo e’ logorante suprattutto sul lungo termine.
Attivazione, Controllo ed
                       Immersione Totale




“Arousal” e “Flow” sono gli stati fisiologici e psicologici in cui l’individuo e’ piu’ produttivo. Le
differenze sono minime e’ riguardano il livello di padronanza con cui si affronta l’attivita’
corrente. Quando si padroneggia completamente la materia, il lavoro viene eseguito quasi
senza fatica e il tempo sembra contrarsi (passare velocemente). Ma non basta: se non esiste
una sifda alla quale le qualita’ dell’individuo vengono applicate si puo’ cadere nella noia.
Questo e’ il caso ad esempio della ripetizione ad oltranza della stessa azione. Una volta che si
e’ ottimizzato l’ottimizzabile, si tratta solo di memoria “muscolare” ed il cervello cessa di
avere parte preponderante.

Un datore di lavoro dovrebbe avere tutto l’interesse a far si’ che I propri dipendenti passino la
maggiorparte del loro tempo nelle fasi psicofisiche piu’ produttive. Tale condizione puo’
avverarsi in ufficio se si pone particolare cura (leggi investimenti) all’ambiente di lavoro.
L’ambiente di lavoro deve in pratica permettere all’individuo di seguire I propri ritmi cercando
di essere il piu’ flessibile possibile negli orari, nei luoghi e nelle modalita’ di applicazione
dell’attenzione al lavoro.
La perfezione e’ un fatto individuale

                               Yerkes-Dodson law




La legge di Yerkes-Dodson mette in relazione il livello di recettivita’ psicofisica con la
produttivita’. A seconda del tipo di attivita’ essere alla massima attivazione potrebbe essere
controproducente. Si pensi ad esempio ad un chirurgo che sta per eseguire una delicata
manovra a cuore aperto. Cio’ di cui ha bisogno il chirurgo e’ concentrazione massima ed
evitare le distrazioni. In altre parole dovrebbe mantenersi ad un livello basso di
“Arousal” (attivazione) per impedire che stimoli esterni lo distraggano nel momento di
massima concentrazione.

Per un datore di lavoro non si tratta esclusivamente di creare un ambiente di lavoro
ottimizzato per l’immersione totale dei propri dipendenti, ma un ambiente in cui il lavoratore
possa perfezionare la propria performance sulla base delle caratteristiche personali. Questo
perche’ la curva di Yerkes-Dodson e’ diversa da individuo a individuo.

Il ritmo di riposo, nutrizione, distrazione ed attenzione e’ diverso per ognuno di noi e non
facilmente uniformabile. I ritmi dell’ufficio vanno esattamente ad impattare sulla necessita’
individuale di ricerca del proprio ritmo, osservarsi e spingersi il piu’ possibile verso le zone di
produttivita’. Per poter essere un ambiente veramente stimolante, il luogo di lavoro dovrebbe
assomigliare piu’ alla propria abitazione che ad una fabbrica. Siccome non e’ possibile
replicare casa propria per ogni dipendente rimane una valida alternativa: lavorare da remoto.
Routine: Parkinson’s Law


                                  “Il lavoro necessario per
                               finire un’attivita’ cresce fino
                               a riempire il tempo disponibile
                                        per completarla”
                                    Parkinsonʼs Law, Cyril Northcote Parkinson, The Economist in 1955




La routine diluisce il senso di urgenza
La legge di Parkison esprime scherzosamente un fenomeno molto diffuso nelle realta’
lavorative. Il circolo vizioso si innesta quando un’attivita’ che potrebbe essere gia’ terminata
continua con l’aggiunta di obiettivi collaterali di dubbia rilevanza. Il fenomeno si puo’
manifestare a fronte di una sovrastima di un’attivita’ oppure perche’ il termine accordato per
il completamento dell’attivita’ non viene sentito come “strettamente necessario”.

Sebbene sia possibile incappare in questo meccanismo mentre si lavora lontano dall’ufficio
nella comodita’ della propria abitazione, credo che sia piu’ difficile che avvenga in modalita’
telelavoro.

Le meccaniche del luogo di lavoro costituiscono un buon contesto per il manifestarsi della
legge di Parkison: l’abitudine quotidiana del recarsi in ufficio per rispettare gli orari,
settimana per settimana, fino alla prossima vacanza, contribuisce a diluire il senso d’urgenza
nella pianificazione. E’ la costante presenza di un ciclo successivo che induce pigrizia ed
alienazione. Se e’ invece il lavoratore ad organizzare il proprio tempo, questo senso di
ripetitivita’ viene attenuato.
Ufficio vuol dire anche

                         Come ti vesti
                      Con che tono parli
                  L’immagine sul tuo desktop
                      Con chi vai a pranzo
                        Che macchina hai
                     Sei arrivato in ritardo
                       Scherzi con il capo


Certi atteggiamenti fanno parte del nostro essere sociali e generalmente non c’e’ nulla di
male. Il fatto e’ che in ufficio certi meccanismi tendono alla lunga a prendere il sopravvento
sulle cose piu’ importanti, ovvero l’obiettivo della nostra attivita’ al lavoro. Quando questo
accade, la parte sociale del lavoro cessa di essere produttiva e genera malcontento, invidie,
vendette ed altri sentimenti poco edificanti che nulla hanno a che vedere con lo spazio di
lavoro.

Quando si lavora virtualmente assieme invece, una serie di questi atteggiamenti sono
eliminati o fortemente ridotti. Lo scopo principale della comunicazione diventa il lavoro,
perche’ mantenere in piedi una comunicazione virtuale ha comunque un costo che non puo’
essere sprecato per parlare del piu’ o del meno, o per distrarsi e valutare che aspetto si ha.
Flessibilita’




            Ottimizzare le proprie “curve”
          Assecondare le esigenze personali
            Lavorare seguendo i bioritmi

La stragrande maggioranze delle persone vuole una famiglia. Il lavoro da remoto permette di
mantenere una famiglia senza per questo rinunciare alla propria presenza fisica sotto il tetto
coniugale. Spesso e’ questo il problema numero uno del dipendente che accetta un nuovo
lavoro e si chiede se l’azienda sara’ dalla sua parte o meno durante l’allargamento del nucleo
familiare.
Se si ammette il lavoro da remoto, l’insieme dei potenziali candidati da assumere si allarga ed
aumenta la probabilita’ di assumere “i migliori”.

Il fatto che vi siano alcune ore di fuso orario non costituisce problema. E’ meglio comunque
che vi siano sempre alcune ore di sovrapposizione degli orari ufficio in modo che sia
possibile incontrarsi virtualmente almeno una volta al giorno. La differenza di orari e’ tra
l’altro efficace per urgenze di produzione: quante volte ho sistemato un problema e riavviato
il server mentre era notte negli Stati Uniti!
Se si ammette il lavoro da remoto, l’insieme dei potenziali candidati da assumere si allarga ed
aumenta la probabilita’ di assumere “i migliori”.

Il fatto che vi siano alcune ore di fuso orario non costituisce problema. E’ meglio comunque
che vi siano sempre alcune ore di sovrapposizione degli orari ufficio in modo che sia
possibile incontrarsi virtualmente almeno una volta al giorno. La differenza di orari e’ tra
l’altro efficace per urgenze di produzione: quante volte ho sistemato un problema e riavviato
il server mentre era notte negli Stati Uniti!
Altri fatti non trascurabili


           Riduzione dei costi logistica
           Ridotta diffusione malattie
           Riduzione dell’inquinamento
     Piu’ opportunita’ per diversamente abili




Tecnicamente non c’e’ bisogno di un ufficio. Se serve si puo’ utilizzare un co-working space
oppure prendere in subaffito una porzione dell’ufficio di qualcun’altro, cosa non impossibile
da trovare.
The Internet




Per lavorare da remoto e’ necessaria una connessione Internet. La crescita esponenziale della
connettivita’ Internet permette al tele-lavoratore di collaborare con gli altri membri del team.
Grazie alla disponiblita’ di banda sempre crescente ed al costo sempre piu’ ridotto, avere una
buona connessione in casa e’ diventato uno standard come possedere una televisione.

Oggi connettersi virtualmente non e’ piu’ un problema e la richezza dei tool a supporto
dell’ufficio virtuale e’ impressionante. Le reti wifi si stanno moltiplicando e quando la wifi non
e’ presente la comune rete cellulare ora permette un accesso decente con il 3G. Essere online
non e’ piu’ un problema e per alcuni diventa quasi una droga con rischio di workalcolismo.
The Internet




Per lavorare da remoto e’ necessaria una connessione Internet. La crescita esponenziale della
connettivita’ Internet permette al tele-lavoratore di collaborare con gli altri membri del team.
Grazie alla disponiblita’ di banda sempre crescente ed al costo sempre piu’ ridotto, avere una
buona connessione in casa e’ diventato uno standard come possedere una televisione.

Oggi connettersi virtualmente non e’ piu’ un problema e la richezza dei tool a supporto
dell’ufficio virtuale e’ impressionante. Le reti wifi si stanno moltiplicando e quando la wifi non
e’ presente la comune rete cellulare ora permette un accesso decente con il 3G. Essere online
non e’ piu’ un problema e per alcuni diventa quasi una droga con rischio di workalcolismo.
Esperienza 1

          Architect in Milwaukee,
 team in Chicago, alcuni sviluppatori remoti
          parziali, cliente a Madrid
     Story board con storie su carta

           Standup meeting telefonico
     Pair programming remoto a rotazione
           Visite da Madrid ogni 2 mesi
         Architect presente ogni lunedi’

Cosa ha funzionato:
- Il cliente era completamente partecipe al processo e ne capiva le particolarita’ geografiche
- Tutte le feature in lavorazione erano sincronizzate sul wiki e visibili da remoto
- La puntualita’ e brevita’ dei meeting virtuali

Cosa ha funzionato male:
- pair programming remoto per l’intera giornata e’ pesante
- Il team tendeva e prendere le proprie decisioni architetturali vista la mancanza del
  responsabile in loco
Esperienza 1I


                        team in Chicago
                    off-shore team a Mosca

       team leader russo in Chicago
 Netta separazione funzionale tra i 2 team
  No comunicazione diretta tra i 2 team



Cosa ha funzionato:
- integrazione continua
- La presenza del responsabile del team russo in loco che manteneva in piedi la
  comunicazione fra I due team

Cosa ha funzionato male:
- Il sistema di build e continous integration che permetteva ai due team di integrare
  costantemente era lento e di difficile manutenzione.
- Una coppia a settimana costretta al ruolo di build manager
- Nessun overlap nelle timezones
Esperienza 1II

 Team 100% distribuito, NYC, Chicago, NC
               Cliente in L.A.
        Skype standup senza cliente
     User stories virtuali su Mingle
         Commit emails, Beanstalk
        Iteration planning al lunedi’
         Retrospective al venerdi’
       Pair programming on demand


Cosa ha funzionato:
- Alta produttivita’
- Visione centralizzata dei task

Cosa ha funzionato male:
- Assenza del cliente ha determinato non pochi fraintendimenti
- Difficolta’ dei designers nel recepire le idee del cliente
gorowe.com

  "results-only work
     environment":
  demolire il vecchio
   adagio industriale
  che la produttivita’
      equivale alla
    presenza fisica.



Rowe, Result Only Work Environment e’ il radicale approccio al lavoro adottato dalla nota
catena di retail Best Buy prima e da altre aziende poi. Attualmente e’ un movimento dal cui
sito viene promossa la collaborazione remota come il nuovo modo di operare.
Essenzialmente vale il principio per cui il lavoratore puo’ lavorare come gli pare e quando gli
pare purche’ il lavoro venga portato a termine.

Il problema diventa quindi come giudicare l’output. Se si tratta di software il controllo (e
sincronizzazione tra gli sviluppatori) avviene perche’:
- Le feature sono ben spiegate, condivise e corredate possibilmente di test di accettazione
- Una email di alert viene mandata al team ad ogni commit
- Si effettua ciclicamente una retrospettiva
- C’e’ un demo day dove i risultati vengono condivisi col cliente e col team
- Si traccia il proprio lavoro segnando il numero di ore lavorate sul progetto (cosa che
   comunque serve per fatturare al cliente)

Con queste condizioni l’output e’ facile da controllare perche’ e’ binario: si delivera o non si
delivera.
gorowe.com

  "results-only work
     environment":
  demolire il vecchio
   adagio industriale
  che la produttivita’
      equivale alla
    presenza fisica.



Rowe, Result Only Work Environment e’ il radicale approccio al lavoro adottato dalla nota
catena di retail Best Buy prima e da altre aziende poi. Attualmente e’ un movimento dal cui
sito viene promossa la collaborazione remota come il nuovo modo di operare.
Essenzialmente vale il principio per cui il lavoratore puo’ lavorare come gli pare e quando gli
pare purche’ il lavoro venga portato a termine.

Il problema diventa quindi come giudicare l’output. Se si tratta di software il controllo (e
sincronizzazione tra gli sviluppatori) avviene perche’:
- Le feature sono ben spiegate, condivise e corredate possibilmente di test di accettazione
- Una email di alert viene mandata al team ad ogni commit
- Si effettua ciclicamente una retrospettiva
- C’e’ un demo day dove i risultati vengono condivisi col cliente e col team
- Si traccia il proprio lavoro segnando il numero di ore lavorate sul progetto (cosa che
   comunque serve per fatturare al cliente)

Con queste condizioni l’output e’ facile da controllare perche’ e’ binario: si delivera o non si
delivera.
Cosa funziona male?


      Si perde la chiacchera utile
               di corridio
        Supporto quando ci si
             sente stanchi
        In casa e’ facile essere
                distratti
Coworking




E’ chiaro subito al tempo di colazione se la giornata sara’ buona o meno. In quei momenti
trovo particolarmente utile prendere il laptop e partire per qualche posto diverso da dove
lavorare. Se il bar e’ tranquillo ed ha la wifi quello e’ un buon posto da cui lavorare. In
biblioteca funziona bene altrettanto. Un coworking space e’ probabilmente l’optimum,
perche’ sara’ facile trovare lavoratori “randagi” altrettanto determinati.
QA: Suggerimenti

                      Manager:
     Ma poi non e’ che stanno a casa a far nulla?
          Come faccio se ho un urgenza?
         Come faccio a sapere cosa fanno?

                  Dipendente:
    Non voglio stare sempre rinchiuso in casa!
      Ho paura che l’azienda mi tagli fuori


- Guarda, il problema e’ che se vogliono non fanno nulla ugualmente anche davanti al tuo
  naso. Qui in Italia abbiamo tra l’altro una particolare creativita’ per inventare modi di
  sfuggire al controllo del datore di lavoro.
- Non siamo piu’ agli inizi del ‘900. Le email si possono ricevere sul proprio telefono
  cellulare. Se il dipendente non ce l’ha, potrebbe essere una buona idea fornirne uno
  aziendale. Poi esiste la chat. Ed il telefono di cui appunto siamo tutti dotati.
- Anche in questo caso, non puoi sapere cosa fanno, anche se ti lavorano davanti. Quella
  finestra sempre aperta sullo stesso codice ti dice niente? L’unico modo per sapere
  realmente cosa fanno, in ufficio o a casa sono I risultati. Ci sono o non ci sono.

- Ottimo. Ci sono biblioteche ed internet cafe’. Se sei fortunato e vivi in una grande citta’ ci
  sono I coworking space.
- Pretendi la stessa disponibilita’ che tu offri. Tu sei raggiungibile via telefono ed online. I
  tuoi colleghi e superiori devono esserlo alla stessa maniera. Se non e’ cosi’, allora non stai
  lavorando da remoto ma se stato “allontanato”
Approfondimenti
                     Una discussione interessante da 37signals:
   http://37signals.com/svn/posts/161-why-are-you-not-hiring-remote-workers

Parkinson’s Law, The Economist, 1955: http://www.economist.com/business-finance/
                  management/displaystory.cfm?story_id=14116121

                  www.lapillola.net coworking space in Bologna

    Altri coworking space: http://coworking.pbworks.com/CoworkingVisa#Italy

             http://gorowe.com consigli utili per lavorare ad obiettivi
Tools

     Mingle, Pivotal Tracker
         Planning Poker
     Basecamp, Dropbox
          Google Docs
   Skype, iChat, ConnectNow
SCM (Svn, Git), Beanstalk, Github
      Harvest, Keeptempo
    Un bug tracker, un wiki
    Hudson o Cruise Control
  RingCentral, FreeConference
http://www.slideshare.net/reborg/lavorare-da-remoto-3664374
     http://speakerrate.com/talks/3179-lavorare-da-remoto




                 Rate my talk!
       http://speakerrate.com/talks/3179-
              lavorare-da-remoto


     Special thanks to Ana Calliari for the Callani font http://www.anacalliari.com
                  reborg@reborg.net - BSC              2010
Lavorare Da Remoto
Lavorare Da Remoto
Lavorare Da Remoto
Lavorare Da Remoto
Lavorare Da Remoto
Lavorare Da Remoto
Lavorare Da Remoto
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Lavorare Da Remoto

  • 1. http://www.slideshare.net/reborg/lavorare-da-remoto-3664374 http://speakerrate.com/talks/3179-lavorare-da-remoto Lavorare da Remoto Le ragioni di una scelta vincente Renzo Borgatti - reborg@reborg.net - BSC 2010
  • 2. Mr. Renzo Borgatti sviluppatore freelance -Rails, iPhone, Java- Papa’, jazzista, corridore
  • 3. Cronologia del pendolare Borgatti: 1999-2002 Km 50 2002-2004 Km 90 2004-2005 Km 110 2006-2007 Km 5 2007-2008 Km 0.2 2008-2010 Km 0 Quanti di voi si muovono per piu’ di 50 km al giorno? 10? Chi lavora regolarmente da casa?
  • 4. “In una situazione dove ci si lamenta della scarsa produttivita’ e si cercano modi per incrementarla, la cosa piu’ stupida che si puo’ fare e’ spedire milioni di lavoratori in giro per il mondo mattina e sera” Future Shock, Alvin Toffler 1970 La cosa piu’ evidente del pendolare per lavoro, e’ sicuramente lo sforzo necessario per lo spostamento da e verso l’ufficio. Per quanto lo si faccia sfruttando mezzi pubblici o inventandosi qualcosa da fare, il pendolarismo e’ logorante suprattutto sul lungo termine.
  • 5. Attivazione, Controllo ed Immersione Totale “Arousal” e “Flow” sono gli stati fisiologici e psicologici in cui l’individuo e’ piu’ produttivo. Le differenze sono minime e’ riguardano il livello di padronanza con cui si affronta l’attivita’ corrente. Quando si padroneggia completamente la materia, il lavoro viene eseguito quasi senza fatica e il tempo sembra contrarsi (passare velocemente). Ma non basta: se non esiste una sifda alla quale le qualita’ dell’individuo vengono applicate si puo’ cadere nella noia. Questo e’ il caso ad esempio della ripetizione ad oltranza della stessa azione. Una volta che si e’ ottimizzato l’ottimizzabile, si tratta solo di memoria “muscolare” ed il cervello cessa di avere parte preponderante. Un datore di lavoro dovrebbe avere tutto l’interesse a far si’ che I propri dipendenti passino la maggiorparte del loro tempo nelle fasi psicofisiche piu’ produttive. Tale condizione puo’ avverarsi in ufficio se si pone particolare cura (leggi investimenti) all’ambiente di lavoro. L’ambiente di lavoro deve in pratica permettere all’individuo di seguire I propri ritmi cercando di essere il piu’ flessibile possibile negli orari, nei luoghi e nelle modalita’ di applicazione dell’attenzione al lavoro.
  • 6. La perfezione e’ un fatto individuale Yerkes-Dodson law La legge di Yerkes-Dodson mette in relazione il livello di recettivita’ psicofisica con la produttivita’. A seconda del tipo di attivita’ essere alla massima attivazione potrebbe essere controproducente. Si pensi ad esempio ad un chirurgo che sta per eseguire una delicata manovra a cuore aperto. Cio’ di cui ha bisogno il chirurgo e’ concentrazione massima ed evitare le distrazioni. In altre parole dovrebbe mantenersi ad un livello basso di “Arousal” (attivazione) per impedire che stimoli esterni lo distraggano nel momento di massima concentrazione. Per un datore di lavoro non si tratta esclusivamente di creare un ambiente di lavoro ottimizzato per l’immersione totale dei propri dipendenti, ma un ambiente in cui il lavoratore possa perfezionare la propria performance sulla base delle caratteristiche personali. Questo perche’ la curva di Yerkes-Dodson e’ diversa da individuo a individuo. Il ritmo di riposo, nutrizione, distrazione ed attenzione e’ diverso per ognuno di noi e non facilmente uniformabile. I ritmi dell’ufficio vanno esattamente ad impattare sulla necessita’ individuale di ricerca del proprio ritmo, osservarsi e spingersi il piu’ possibile verso le zone di produttivita’. Per poter essere un ambiente veramente stimolante, il luogo di lavoro dovrebbe assomigliare piu’ alla propria abitazione che ad una fabbrica. Siccome non e’ possibile replicare casa propria per ogni dipendente rimane una valida alternativa: lavorare da remoto.
  • 7. Routine: Parkinson’s Law “Il lavoro necessario per finire un’attivita’ cresce fino a riempire il tempo disponibile per completarla” Parkinsonʼs Law, Cyril Northcote Parkinson, The Economist in 1955 La routine diluisce il senso di urgenza La legge di Parkison esprime scherzosamente un fenomeno molto diffuso nelle realta’ lavorative. Il circolo vizioso si innesta quando un’attivita’ che potrebbe essere gia’ terminata continua con l’aggiunta di obiettivi collaterali di dubbia rilevanza. Il fenomeno si puo’ manifestare a fronte di una sovrastima di un’attivita’ oppure perche’ il termine accordato per il completamento dell’attivita’ non viene sentito come “strettamente necessario”. Sebbene sia possibile incappare in questo meccanismo mentre si lavora lontano dall’ufficio nella comodita’ della propria abitazione, credo che sia piu’ difficile che avvenga in modalita’ telelavoro. Le meccaniche del luogo di lavoro costituiscono un buon contesto per il manifestarsi della legge di Parkison: l’abitudine quotidiana del recarsi in ufficio per rispettare gli orari, settimana per settimana, fino alla prossima vacanza, contribuisce a diluire il senso d’urgenza nella pianificazione. E’ la costante presenza di un ciclo successivo che induce pigrizia ed alienazione. Se e’ invece il lavoratore ad organizzare il proprio tempo, questo senso di ripetitivita’ viene attenuato.
  • 8. Ufficio vuol dire anche Come ti vesti Con che tono parli L’immagine sul tuo desktop Con chi vai a pranzo Che macchina hai Sei arrivato in ritardo Scherzi con il capo Certi atteggiamenti fanno parte del nostro essere sociali e generalmente non c’e’ nulla di male. Il fatto e’ che in ufficio certi meccanismi tendono alla lunga a prendere il sopravvento sulle cose piu’ importanti, ovvero l’obiettivo della nostra attivita’ al lavoro. Quando questo accade, la parte sociale del lavoro cessa di essere produttiva e genera malcontento, invidie, vendette ed altri sentimenti poco edificanti che nulla hanno a che vedere con lo spazio di lavoro. Quando si lavora virtualmente assieme invece, una serie di questi atteggiamenti sono eliminati o fortemente ridotti. Lo scopo principale della comunicazione diventa il lavoro, perche’ mantenere in piedi una comunicazione virtuale ha comunque un costo che non puo’ essere sprecato per parlare del piu’ o del meno, o per distrarsi e valutare che aspetto si ha.
  • 9. Flessibilita’ Ottimizzare le proprie “curve” Assecondare le esigenze personali Lavorare seguendo i bioritmi La stragrande maggioranze delle persone vuole una famiglia. Il lavoro da remoto permette di mantenere una famiglia senza per questo rinunciare alla propria presenza fisica sotto il tetto coniugale. Spesso e’ questo il problema numero uno del dipendente che accetta un nuovo lavoro e si chiede se l’azienda sara’ dalla sua parte o meno durante l’allargamento del nucleo familiare.
  • 10. Se si ammette il lavoro da remoto, l’insieme dei potenziali candidati da assumere si allarga ed aumenta la probabilita’ di assumere “i migliori”. Il fatto che vi siano alcune ore di fuso orario non costituisce problema. E’ meglio comunque che vi siano sempre alcune ore di sovrapposizione degli orari ufficio in modo che sia possibile incontrarsi virtualmente almeno una volta al giorno. La differenza di orari e’ tra l’altro efficace per urgenze di produzione: quante volte ho sistemato un problema e riavviato il server mentre era notte negli Stati Uniti!
  • 11. Se si ammette il lavoro da remoto, l’insieme dei potenziali candidati da assumere si allarga ed aumenta la probabilita’ di assumere “i migliori”. Il fatto che vi siano alcune ore di fuso orario non costituisce problema. E’ meglio comunque che vi siano sempre alcune ore di sovrapposizione degli orari ufficio in modo che sia possibile incontrarsi virtualmente almeno una volta al giorno. La differenza di orari e’ tra l’altro efficace per urgenze di produzione: quante volte ho sistemato un problema e riavviato il server mentre era notte negli Stati Uniti!
  • 12. Altri fatti non trascurabili Riduzione dei costi logistica Ridotta diffusione malattie Riduzione dell’inquinamento Piu’ opportunita’ per diversamente abili Tecnicamente non c’e’ bisogno di un ufficio. Se serve si puo’ utilizzare un co-working space oppure prendere in subaffito una porzione dell’ufficio di qualcun’altro, cosa non impossibile da trovare.
  • 13. The Internet Per lavorare da remoto e’ necessaria una connessione Internet. La crescita esponenziale della connettivita’ Internet permette al tele-lavoratore di collaborare con gli altri membri del team. Grazie alla disponiblita’ di banda sempre crescente ed al costo sempre piu’ ridotto, avere una buona connessione in casa e’ diventato uno standard come possedere una televisione. Oggi connettersi virtualmente non e’ piu’ un problema e la richezza dei tool a supporto dell’ufficio virtuale e’ impressionante. Le reti wifi si stanno moltiplicando e quando la wifi non e’ presente la comune rete cellulare ora permette un accesso decente con il 3G. Essere online non e’ piu’ un problema e per alcuni diventa quasi una droga con rischio di workalcolismo.
  • 14. The Internet Per lavorare da remoto e’ necessaria una connessione Internet. La crescita esponenziale della connettivita’ Internet permette al tele-lavoratore di collaborare con gli altri membri del team. Grazie alla disponiblita’ di banda sempre crescente ed al costo sempre piu’ ridotto, avere una buona connessione in casa e’ diventato uno standard come possedere una televisione. Oggi connettersi virtualmente non e’ piu’ un problema e la richezza dei tool a supporto dell’ufficio virtuale e’ impressionante. Le reti wifi si stanno moltiplicando e quando la wifi non e’ presente la comune rete cellulare ora permette un accesso decente con il 3G. Essere online non e’ piu’ un problema e per alcuni diventa quasi una droga con rischio di workalcolismo.
  • 15. Esperienza 1 Architect in Milwaukee, team in Chicago, alcuni sviluppatori remoti parziali, cliente a Madrid Story board con storie su carta Standup meeting telefonico Pair programming remoto a rotazione Visite da Madrid ogni 2 mesi Architect presente ogni lunedi’ Cosa ha funzionato: - Il cliente era completamente partecipe al processo e ne capiva le particolarita’ geografiche - Tutte le feature in lavorazione erano sincronizzate sul wiki e visibili da remoto - La puntualita’ e brevita’ dei meeting virtuali Cosa ha funzionato male: - pair programming remoto per l’intera giornata e’ pesante - Il team tendeva e prendere le proprie decisioni architetturali vista la mancanza del responsabile in loco
  • 16. Esperienza 1I team in Chicago off-shore team a Mosca team leader russo in Chicago Netta separazione funzionale tra i 2 team No comunicazione diretta tra i 2 team Cosa ha funzionato: - integrazione continua - La presenza del responsabile del team russo in loco che manteneva in piedi la comunicazione fra I due team Cosa ha funzionato male: - Il sistema di build e continous integration che permetteva ai due team di integrare costantemente era lento e di difficile manutenzione. - Una coppia a settimana costretta al ruolo di build manager - Nessun overlap nelle timezones
  • 17. Esperienza 1II Team 100% distribuito, NYC, Chicago, NC Cliente in L.A. Skype standup senza cliente User stories virtuali su Mingle Commit emails, Beanstalk Iteration planning al lunedi’ Retrospective al venerdi’ Pair programming on demand Cosa ha funzionato: - Alta produttivita’ - Visione centralizzata dei task Cosa ha funzionato male: - Assenza del cliente ha determinato non pochi fraintendimenti - Difficolta’ dei designers nel recepire le idee del cliente
  • 18. gorowe.com "results-only work environment": demolire il vecchio adagio industriale che la produttivita’ equivale alla presenza fisica. Rowe, Result Only Work Environment e’ il radicale approccio al lavoro adottato dalla nota catena di retail Best Buy prima e da altre aziende poi. Attualmente e’ un movimento dal cui sito viene promossa la collaborazione remota come il nuovo modo di operare. Essenzialmente vale il principio per cui il lavoratore puo’ lavorare come gli pare e quando gli pare purche’ il lavoro venga portato a termine. Il problema diventa quindi come giudicare l’output. Se si tratta di software il controllo (e sincronizzazione tra gli sviluppatori) avviene perche’: - Le feature sono ben spiegate, condivise e corredate possibilmente di test di accettazione - Una email di alert viene mandata al team ad ogni commit - Si effettua ciclicamente una retrospettiva - C’e’ un demo day dove i risultati vengono condivisi col cliente e col team - Si traccia il proprio lavoro segnando il numero di ore lavorate sul progetto (cosa che comunque serve per fatturare al cliente) Con queste condizioni l’output e’ facile da controllare perche’ e’ binario: si delivera o non si delivera.
  • 19. gorowe.com "results-only work environment": demolire il vecchio adagio industriale che la produttivita’ equivale alla presenza fisica. Rowe, Result Only Work Environment e’ il radicale approccio al lavoro adottato dalla nota catena di retail Best Buy prima e da altre aziende poi. Attualmente e’ un movimento dal cui sito viene promossa la collaborazione remota come il nuovo modo di operare. Essenzialmente vale il principio per cui il lavoratore puo’ lavorare come gli pare e quando gli pare purche’ il lavoro venga portato a termine. Il problema diventa quindi come giudicare l’output. Se si tratta di software il controllo (e sincronizzazione tra gli sviluppatori) avviene perche’: - Le feature sono ben spiegate, condivise e corredate possibilmente di test di accettazione - Una email di alert viene mandata al team ad ogni commit - Si effettua ciclicamente una retrospettiva - C’e’ un demo day dove i risultati vengono condivisi col cliente e col team - Si traccia il proprio lavoro segnando il numero di ore lavorate sul progetto (cosa che comunque serve per fatturare al cliente) Con queste condizioni l’output e’ facile da controllare perche’ e’ binario: si delivera o non si delivera.
  • 20. Cosa funziona male? Si perde la chiacchera utile di corridio Supporto quando ci si sente stanchi In casa e’ facile essere distratti
  • 21. Coworking E’ chiaro subito al tempo di colazione se la giornata sara’ buona o meno. In quei momenti trovo particolarmente utile prendere il laptop e partire per qualche posto diverso da dove lavorare. Se il bar e’ tranquillo ed ha la wifi quello e’ un buon posto da cui lavorare. In biblioteca funziona bene altrettanto. Un coworking space e’ probabilmente l’optimum, perche’ sara’ facile trovare lavoratori “randagi” altrettanto determinati.
  • 22. QA: Suggerimenti Manager: Ma poi non e’ che stanno a casa a far nulla? Come faccio se ho un urgenza? Come faccio a sapere cosa fanno? Dipendente: Non voglio stare sempre rinchiuso in casa! Ho paura che l’azienda mi tagli fuori - Guarda, il problema e’ che se vogliono non fanno nulla ugualmente anche davanti al tuo naso. Qui in Italia abbiamo tra l’altro una particolare creativita’ per inventare modi di sfuggire al controllo del datore di lavoro. - Non siamo piu’ agli inizi del ‘900. Le email si possono ricevere sul proprio telefono cellulare. Se il dipendente non ce l’ha, potrebbe essere una buona idea fornirne uno aziendale. Poi esiste la chat. Ed il telefono di cui appunto siamo tutti dotati. - Anche in questo caso, non puoi sapere cosa fanno, anche se ti lavorano davanti. Quella finestra sempre aperta sullo stesso codice ti dice niente? L’unico modo per sapere realmente cosa fanno, in ufficio o a casa sono I risultati. Ci sono o non ci sono. - Ottimo. Ci sono biblioteche ed internet cafe’. Se sei fortunato e vivi in una grande citta’ ci sono I coworking space. - Pretendi la stessa disponibilita’ che tu offri. Tu sei raggiungibile via telefono ed online. I tuoi colleghi e superiori devono esserlo alla stessa maniera. Se non e’ cosi’, allora non stai lavorando da remoto ma se stato “allontanato”
  • 23. Approfondimenti Una discussione interessante da 37signals: http://37signals.com/svn/posts/161-why-are-you-not-hiring-remote-workers Parkinson’s Law, The Economist, 1955: http://www.economist.com/business-finance/ management/displaystory.cfm?story_id=14116121 www.lapillola.net coworking space in Bologna Altri coworking space: http://coworking.pbworks.com/CoworkingVisa#Italy http://gorowe.com consigli utili per lavorare ad obiettivi
  • 24. Tools Mingle, Pivotal Tracker Planning Poker Basecamp, Dropbox Google Docs Skype, iChat, ConnectNow SCM (Svn, Git), Beanstalk, Github Harvest, Keeptempo Un bug tracker, un wiki Hudson o Cruise Control RingCentral, FreeConference
  • 25. http://www.slideshare.net/reborg/lavorare-da-remoto-3664374 http://speakerrate.com/talks/3179-lavorare-da-remoto Rate my talk! http://speakerrate.com/talks/3179- lavorare-da-remoto Special thanks to Ana Calliari for the Callani font http://www.anacalliari.com reborg@reborg.net - BSC 2010