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P u b l i c  s p e a k i n g   Comunicare efficacemente Gestire lo stress Strutturare una presentazione Essere persuasivi
P  r i n c i p i  d i  b a s e V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e G  e s t i o n e  d e l  p u b b l i c o C  o s t r u i r e  l’  a r c h i t e t t u r a S  o m m a r i o 1 ) 2) 3) 4) 5)
P  r i n c i p i  d i  b a s e 1
In quali occasioni avete parlato in pubblico l’ultima volta?
Esami all’università Interrogazioni Tesi di laurea Lezioni classiche Conferenze Orientamento al copione Scarso rilievo della CNV Setting inadeguati Poche varianti a disposizione Frattura culturale stabilita tra gli attori Scarsa attenzione ai destinatari Pochi feed-back P  r i n c i p i  d i  b a s e Perché il passato non ci aiuta Occasioni tipiche Problemi tipici
P  r i n c i p i  d i  b a s e Comunicare in pubblico non è… Leggere  un discorso scritto Recitare  un discorso imparato a memoria Leggere delle  slide Seguire un  copione  predefinito Perché? Perché ci sono gli altri
P  r i n c i p i  d i  b a s e Comunicare è entrare in relazione Parlare in pubblico significa innanzitutto  rivolgersi al altri , e non a noi stessi La comunicazione in pubblico è innanzitutto  un processo di relazione  con qualcuno Entrano in gioco relazioni,  contenuti, aspettative, motivazioni, culture, vissuti  di un gruppo di persone. Aspetti che entrano in gioco nel processo di comunicazione
Le cose scritte non servono per un discorso; devono essere tradotte nella forma comune del parlare spontaneo Mark Twain P  r i n c i p i  d i  b a s e Il discorso pubblico è un evento dinamico
P  r i n c i p i  d i  b a s e Nel discorso pubblico è protagonista la persona Vince la spontaneità  – Sono così preparato che posso dimenticarmi del copione Vincono i vissuti  – Le cose che dico sono filtrate dalle mie emozioni, dalla mie storie, dalla mia testimonianza Vince l’orientamento agli altri  – Gli altri sono così importanti che mi dimentico di me Vince la relazione  – Nessun contenuto è così importante da dimenticare chi ho di fronte Tono colloquiale Importanza di storie e narrazioni Non pensare: “come sto andando?” ma: “che sta succedendo in aula” Copione flessibile e capacità di adattamento
P  r i n c i p i  d i  b a s e Comunicare non è solo “informare” Mittente Destinatario Codice Messaggio  Codice Contesto (riferimento) Canale Funzione denotativa Funzione emotiva Funzione conativa  Funzione fàtica Funzione metalinguistica  Funzione poetica
Comunicare significa attivare un processo di ascolto e di inferenze non totalmente circoscrivibile. Può significare: Convincere Emozionare Insegnare Spingere ad una azione P  r i n c i p i  d i  b a s e La comunicazione è un atto pragmatico La comunicazione è un atto Pragmatico (orienta un  comportamento)
P  r i n c i p i  d i  b a s e Capire i propri obiettivi e le aspettative Quali sono le aspettative del destinatario? ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],Quali sono i miei obiettivi?
P  r i n c i p i  d i  b a s e Valutare il contesto La comunicazione efficace  adatta il proprio stile  e i propri contenuti all’audience Dobbiamo pensare  all’interesse del pubblico  più che al nostro, e regolarci di conseguenza Perché questa cosa è un affare  per me ? Perché è utile  a me ? Quali sono i vantaggi  per me ?
L a b o r a t o r i o (1) Autoanalisi livello 1
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e 2
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e La ricerca di Albert Mehrabian Contatto visivo Postura Gesti Tono di voce Volume Variazioni e pause Informazioni L’efficacia della comunicazione dipende solo per il 7% dalle parole
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Il “cosa” e il “come” Senza “ come ” non c’è alcun “ cosa ” Noi non decodifichiamo messaggi, ma  interpretiamo segnali Non vi sono significati se non all’interno di un “ contesto” Il “come”  determina  il “cosa” Come Cosa LNV Contesto situazionale Contesto sociale Contesto culturale
Per farsi capire dalle persone, bisogna parlare prima di tutto ai loro occhi Napoleone V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Gli occhi sono il primo contatto
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e L’importanza del contatto oculare Mantiene la padronanza dell’aula Aiuta a controllare il nervosismo Migliora la sicurezza Mostra interesse per gli interlocutori
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Il contatto visivo corretto: “Ci siamo visti!” Mentre parlate al pubblico  cercate di guardarlo veramente ,  Nel caso di un pubblico vasto trovate una serie di “zone” alle quali rivolgervi Fissate la persona per almeno  2-3 secondi , poi scegliete un altro punto per altri 2-3 secondi, e così via (bisogna allenarsi un po’.) Vi state rivolgendo a persone con le quali siete realmente in contatto. Fate in modo che ad ogni contatto visivo possiate dire reciprocamente: “ ci siamo visti! ”
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Contatti oculari sbagliati Fissare ossessivamente  una sola persona   per tutto il tempo.  ??? Fare uno scanning a  velocità supersonica  di tutta la platea Guardare  nel vuoto  e ogni tanto “tornare sulla terra” Voltare le spalle al pubblico e/o  guardare lo schermo
L a b o r a t o r i o (2) Contatto visivo
La postura rappresenta il modo con cui usiamo il corpo per comunicare.  Il 70% della comunicazione è corporea . Che lo vogliamo o no V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e La postura Il corpo va quindi usato come canale di comunicazione. E’ meglio stare in piedi e muoversi
Aiuta a bruciare  energia nervosa Focalizza l’attenzione  su di noi  e non sui supporti (slide) Permette maggiori  modulazioni  rispetto a quello che diciamo Tiene alto il  livello di attenzione  del pubblico V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Perché muoversi?
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e La postura migliore: in piedi e in movimento State il più possibile  al centro , in modo da guardare tutti Mettetevi in modo da  potervi avvicinare  alle persone Non  mettete barriere  tra voi e gli altri. Non nascondetevi dietro leggii o cattedre Usate  tutto il corpo  e non solo una mano Scegliete  un punto baricentro . Muovetevi, ma tornate poi sempre al punto focale, e ad una posizione neutra
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Posizione nella sala
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Alcune posture sbagliate Il camminatore Adamitico Mani in tasca Arroccato Caffettiera
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Oratore e schermo Il rapporto con il pubblico si basa sul contatto visivo: cercate di  non dare le spalle  alla platea Non  impallate  la proiezione con il corpo Evitate di girarvi e sbracciarvi  toccando lo schermo . Citate il dato guardando la platea, dicendo, ad esempio: “la colonna verde evidenzia…”
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Oratore e schermo (2) Parlate  vicino allo schermo , in modo da evitare la “schizofrenia” degli sguardi del pubblico Anche se vi muovete,  restate vicini allo schermo all’inizio , quando commentate le slide, e ogni volta che vi riferite ad esse
Annunciare i contenuti  della slide che segue prima di mostrarla (bisogna sapere la sequenza a memoria e/o avere sotto gli occhi una versione a slide rimpicciolite)   Slide uno Anticipo il titolo e i contenuti della slide due Slide due Slide tre Anticipo il titolo e i contenuti della slide tre Commento la slide uno Commento la slide due Commento la slide tre V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Esporre con le slide: anticipare i contenuti
a ________ b ________ c ________ La slide a ____________________________________________________________________ b ____________________________________________________________________ c ____________________________________________________________________ Il commento Le slide  non vanno lette ma commentate , sono un supporto alla nostra esposizione, non viceversa.  Girarsi per leggerle diminuisce attenzione e comprensione Evitate quindi di fare avanzare il documento, girarvi, rendervi conto di quello che si sta proiettando e dire: “Ecco, qui vediamo che…” V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Esporre con le slide: non leggere, ma commentare
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Gestualità La gestualità non è un fattore di disturbo ma  uno strumento in più  per essere efficaci nel nostro discorso.  Ricordate che l’efficacia comunicativa passa per il corpo. I gesti danno “ corpo ” alle nostre parole e le rendono efficaci  La gestualità fa parte del nostro registro comunicativo nelle occasioni informali. Dobbiamo  metterla in gioco  anche in quelle “ufficiali” Un oratore “asettico” non risulta più scientifico, ma solo  più disinteressato  al pubblico e all’argomento. Noia.
La gestualità non va appresa, ma solo praticata spontaneamente V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e I gesti devono essere in sintonia con le vostre abitudini  e le vostre inclinazioni naturali. Trovate voi i vostri!
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Usare la gestualità Usare  gesti semplici e definiti  con le mani per richiamare un concetto Usate  tutto il corpo  e non solo una mano Siate  semplici e naturali . Pensate alle situazioni più familiari
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Gestualità fuori controllo Gesti ossessivi Tic nervosi Sistemarsi
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Gestualità fuori controllo Tic nervosi Semiparesi Braccia incrociate Gesti ripetuti  Attenzione: è sbagliata solo nel caso in cui sia fuori controllo e prolungata Nulla vieta di usarla talvolta , se viene naturale ed è appropriato al contesto
Esempio Filmato 1
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e   La voce La voce è uno  strumento , e come tale va usata e controllata per rendere più efficace il proprio discorso No Si
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e   La voce Se iniziate  a voce bassa , il volume tenderà a zero rapidamente. Nervosismo e ansia tendono a spegnere e a strozzare le voci troppo basse  Parlate a voce  un po’ più alta  del normale: come se parlaste al fondo della platea  Tenete conto che il nervosismo è  percepito più da voi  che dalla platea Non parlate  mentre state facendo altro  (sistemare fogli, prese di corrente, eccetera)
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Pause e tono Usate  l’intonazione e la prosodia  per variare i diversi aspetti del discorso (come quando parlate in modo colloquiale) Le cose importanti  devono “suonare” importanti  (come quando sottolineate le parole in un libro) Usate le pause  in modo strategico, per dare enfasi al discorso e dare modo al pubblico di assimilare  (dopo una domanda retorica, dopo un concetto teorico nuovo, dopo l’apertura di un nuovo argomento, dopo l’esposizione di una tesi insolita)
Ora, voi vi chiederete, ma come facciamo a realizzare un obiettivo tanto ambizioso? (pausa lunga) La risposta si chiama: progetto “Nettuno” (pausa) Le fasi del progetto sono 3: (pausa) La prima, che parte a marzo e riguarderà i clienti a (pausa) La seconda che partirà a giugno  e riguarderà i clienti b (pausa) La terza, che partirà a settembre e riguarderà i clienti c Il progetto Nettuno nasce proprio per realizzare questo obiettivo ambizioso. Il progetto è fatto da tre step che partiranno a marzo, giugno e settembre, per le diverse fasce di clientela che abbiamo visto,  V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Usare le pause
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e Usare le intonazioni le parole chiave di questi anni sono personalizzazione e libertà di accesso. Il progetto Nettuno serve proprio a diversificare i canali di accesso ai servizi bancari, ed è proprio questa la sua forza: ci consentirà non solo di allargare il portafoglio dei servizi, ma anche di renderli più flessibili le parole chiave di questi anni sono personalizzazione e libertà di accesso.  Il progetto Nettuno serve proprio a diversificare i canali di accesso ai servizi bancari, ed è proprio questa la sua forza ci consentirà non solo di allargare il portafoglio dei servizi, ma anche di renderli più flessibili
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e   I paradossi dell’ansia Parlare in pubblico crea ansia (in parte è legato al nostro vissuto culturale: maestre e altre figure “autorevoli”) Primo paradosso : l’ansia è un aspetto positivo Secondo paradosso : per ridurre l’ansa bisogna muoversi, non irrigidirsi Terzo paradosso : più ci concentriamo sul pubblico (e non su noi stessi) e più l’ansia diminuisce
V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e   L’ansia benefica
Muovetevi Preparatevi Eccedete in materiale Preventivate le domande Concentratevi sul pubblico Evitare tic e interiezioni. Attenzione ai giochi con mani e capelli Scegliete facce amiche, all’inizio (quelle che annuiscono o sorridono) Non  cercate di nascondere i vostri stati d’animo  V  e r b a l e  e  n o n  v e r b a l e   Gestire l’ansia
F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e 3
F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e Errori Rinchiudersi nel proprio ruolo (sono un docente e parlo da docente…) Voler dire tutto (ho lavorato un anno sul progetto e ora vi beccate 300 slide…) Linguaggio specialistico (bancario, medico, filosofico, informatico…)
L’errore più grave nell’espressione è quello di  usarne solo una , quella ritenuta adatta al proprio ruolo. (Scienziato, venditore, docente, ecc.) Si possono invece utilizzare  varie forme espressive , a seconda del momento (colloquiale, rigorosa, seria, scherzosa, personale, aneddotica, ecc.) F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e Primo errore: rinchiudersi nel ruolo
Il secondo errore è quello di avere la pretesa di  dire “tutto” . Un buon oratore sa  eliminare ciò che non serve  perché è ridondante, inadeguato, o può essere dedotto dalla platea stessa Il tempo e la pazienza dell’audience  non sono infiniti . Bisogna concentrarsi innanzitutto sull’essenziale. F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e Secondo errore: voler dire tutto
Io cerco sempre di scrivere secondo  il principio dell’iceberg : i sette ottavi di ogni parte visibile sono sempre sommersi.  Tutto quel che conosco è materiale che posso eliminare, lasciare sott’acqua. Ernest hemingway F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e Il principio dell’iceberg
Alzi la mano chi di voi doveva depositare al volo un assegno in banca e si è trovato di fronte una fila chilometrica… Il progetto Nettuno nasce per permettere il deposito direttamente dai bancomat F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e Il principio dell’iceberg applicato ai discorsi Il progetto Nettuno è pensato per diversificare i canali d’accesso alla Banca. Grazie al progetto Nettuno sarà possibile in breve tempo effettuare depositi monetari e di assegni presso i bancomat, oltre a poter effettuare una serie di pagamenti fiscali, accedere tramite internet a servizi personalizzati ed evoluti di home banking come il controllo del conto e dei titoli, il controllo carte di credito e l’effettuazione di bonifici e infine di usufruire di servizi telefonici sofisticati grazie al nuovo sistema di post selezione vocale.
F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e Terzo errore: usare un linguaggio specialistico Il terzo errore è quello di trincerarsi il linguaggio, usando: un  linguaggio specialistico  (marketing, tecnologia, scienza, ecc.) un eloquio  pseudo-colto  (tale strategia è prodromica ad un’approccio omnicomprensivo…),  l’utilizzo di  frasi fatte  (vogliamo creare valore attraverso una sinergia costruttiva…) Un buon oratore usa il linguaggio in modo efficace e concreto, adattandosi al contesto. Il linguaggio deve servire ad unire, e non a separare, chi parla e chi ascolta
F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e Usare un linguaggio “concreto” Niente scorciatoie linguistiche: frasi fatte o tecnichese Niente modi manierati o da persona “colta” Parlare concretamente di cose concrete Usare un linguaggio semplice, e termini accessibili a tutti Usare le immagini (lento come una tartaruga, forte come un carroarmato…) Per ogni concetto fornite un esempio. Unite astratto e concreto
Esempio Film: “La classe operaia va in paradiso”
Procedete  dal noto all’ignoto . Partite da ciò che si suppone sia conosciuto, per introdurre cose nuove Andate  dal semplice verso il complesso . Iniziate con le cose più facilmente comprensibili, e aggiungete elementi via via che procedete Partite  dal condiviso per arrivare al discutibile . Cominciate con lo stabilire delle cose che siano condivise da tutti, per evitare di doverci poi tornare sopra F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e La dinamica dell’esposizione  Es: partire da alcuni numeri risaputi o da fatti noti al cliente. Oppure da episodi pubblici noti  Es: partire da un’esigenza, un problema o a un bisogno del cliente per arrivare alla “nostra” soluzione Es: partire da una descrizione di massima, per entrare poi nei dettagli
Il nostro progetto prevede di riprogettare il sito usando ASP e XML come linguaggi di base. Riprogettare il sito web in linguaggio ASP e XML ci consentirà di avere delle pagine dinamiche a aggiornabili facilmente senza costi aggiuntivi. Inoltre sarà possibile avere con facilità flussi di dati alternativi, come i Feed RSS, che potranno essere visti anche da PDA e cellulari  F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e La dinamica dell’esposizione parte dal noto e condiviso  Ma che ce ne facciamo delle pagine dinamiche?  Ma alla fin fine quanto costerà mai aggiornare a mano qualche paginetta?  Ma che cacchio sono l’ASP, l’XML, I Feed RSS, i PDA? Mi sa che mi stanno vendando fumo… Flussi di dati alternativi? Ma questa è roba da informatici. Mi sa che ho sbagliato riunione… ?
F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e Esempio riprogettato Signori, siamo qui perché abbiamo un paio di problemi Il primo e che tutte le volte che dobbiamo aggiornare una pagina sul nostro sito ci vuole mezz’ora. Noi aggiorniamo in media 8 pagine al giorno: in un anno fanno 15.000 euro di spese.  Se gli utenti vogliono scaricare le notizie sul cellulare o su un computer più piccolo non possono farlo e stanno arrivano mail di clienti furenti. E infine non siamo in grado di erogare, oggi, i servizi evoluti di cui parliamo da tempo. La soluzione sta in due parole: ASP e XML. Se avete un attimo di pazienza vi spiego di che si tratta
Esempio Filmato 2
Aneddoti personali Storie e narrazioni Parabole Domande dirette Citazioni da film Metafore Paragoni Immaginate che… F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e Come aumentare l’efficacia e l’interesse  L’esposizione “classica”, ovvero dichiarativa (modello lezione) dovrebbe essere affiancata da altre forme, che aumentano l’efficacia e l’interesse in determinati momenti Ruolo emotivo (interessare) Ruolo cognitivo (spiegare)
Al contrario dei riferimenti concreti, i concetti astratti possono essere facilmente  fraintesi . Ogni persona tenderà a farsi una sua idea del concetto. Per ogni concetto astratto fornite sempre  un esempio concreto . E sufficiente accennarlo.  F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e L’uso degli esempi E’ necessario un approccio strategico (esempio) Dobbiamo conquistare leggerezza nel linguaggio (esempio) Gli aspetti cognitivi sono conseguenti a quelli affettivi (esempio) I testi per il web vanno ridefiniti modularmente (esempio)
… E’ lento come una tartaruga… … Se prima avevamo una Cinquecento, ora abbiamo una Ferrari… … Questo piano è solo il tassello di un puzzle… … Scrivere bene significa passare dal il tema in classe all’articolo di giornale… F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e L’uso delle immagini e delle metafore
F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e L’uso delle storie E’ un luogo comune che l’esposizione debba essere asettica e impersonale. Al contrario, raccontare  storie vissute  in prima persona o  aneddoti  aumenta l’efficacia complessiva dell’esposizione. Questo perché: La storia ci coinvolge narrativamente Nel particolare capiamo meglio i concetti generali Una storia trasforma l’astratto in concreto Nella narazione i protagonisti siamo noi stessi
F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e La funzione delle parole-simbolo  ,[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object],[object Object]
F  o r m e  d i  e s p r e s s i o n e Ridondanze retoriche  V’ha detto il nobile Bruto che Cesare  era uomo ambizioso di potere: se tale era, fu certo grave colpa, ed egli gravemente l’ha scontata. Qui, col consenso di Bruto e degli altri - ché Bruto è uom d’onore, come lo sono con lui gli altri - io vengo innanzi a voi a celebrare di Cesare le esequie. Ei mi fu amico, sempre stato con me giusto e leale; ma Bruto dice ch’egli era ambizioso, e Bruto è certamente uom d’onore. Ha addotto a Roma molti prigionieri, Cesare, e il lor riscatto ha rimpinzato le casse dell’erario: sembrò questo in Cesre ambizione di potere? Quando i poveri han pianto, Cesare ha lacrimato: l’ambizione è fatta, credo, di più dura stoffa; ma Bruto dice ch’egli fu ambizioso, e Bruto è uom d’onore. Al Lupercale - tutti avete visto - per tre volte gli offersi la corona - e per tre volte lui la rifiutò. Era ambizione di potere, questa? Ma Bruto dice ch’egli fu ambizioso, e, certamente, Bruto è uom d’onore. Non sto parlando, no, per contraddire a ciò che ha detto Bruto: son qui per dire quel che so di Cesare. Oh, amici, fosse stata mia intenzione eccitare le menti e i cuori vostri alla sollevazione ed alla rabbia, farei un torto a Bruto e un torto a Cassio, i quali sono uomini d’onore, come tutti sapete. Non farò certo loro questo torto… Esempio Filmato 3
G  e s t i o n e  d e l  p u b b l i c o 4
G  e s t i o n e  d e l  p u b b l i c o Un buon attacco  Un buon attacco è molto importante per la buona riuscita di tutta la presentazione. E’ necessario: dare una  buona impressione  (competenza e credibilità, chi sono e perché sono qui) interessare fin da subito  la platea  (sintonizzarsi e interagire) essere  espliciti  e senza misteri (perché siamo qui, che cosa faremo) cercare di non iniziare “ sottotono ” (vitalità) Ricordate che comunque “niente è perduto”
Decidete subito il livello di interattività  annunciando quando si  raccoglieranno le domande (alla fine o si può interrompere?) Prima di rispondere a una domanda,  ripetetela  ad alta voce per farla  sentire a tutti e per allineare le aspettative sulla risposta Ascoltate la domanda guardando la persona, ma  rispondete a tutti Spesso è necessario  Riformulare  le domande, perché possano  avere una risposta adeguata (domande confuse, polemiche,  asserzioni mascherate da domande, ecc,) G  e s t i o n e  d e l  p u b b l i c o Gestione delle domande e dell’interazione
G  e s t i o n e  d e l  p u b b l i c o Errori nell’interazione con il pubblico Buona domanda ! (dovete spiegare sempre  perché  è buona) Polemizzare  con qualcuno (ne uscirete sempre male) Fare  comunella  con qualcuno (state parlando a un gruppo, i rapporti  privati vanno tenuti da parte) Criticare  gli interventi (ogni intervento è sempre il benvenuto e la  persona ci sta facendo un regalo). Le persone vanno gratificate per Il loro sforzo (che a volte è notevole). Ringraziate e date sempre  segnali positivi!!!! Dare risposte  confuse  (se non sapete la risposta, ditelo!) Non dare spiegazioni  di ciò che fate (spiegate sempre che cosa  state facendo e perché, ad es. se usate la lavagna a fogli mobili)
G  e s t i o n e  d e l  p u b b l i c o Come mantenere alta l’attenzione? Cambio di registro  (da scientifico a aneddotico, da teorico a  esemplificativo, ecc.) Domanda alla platea  (trasformare un punto della relazione in  una domanda) Voto per alzata di mano  (quanti di voi hanno mai scritto un  articolo scientifico?) Giochi  (facciamo finta di essere una redazione…) Metacomunicare  (“oh, vi vedo attentissimi, sono un docente  veramente rispettato”, nel caso facciano baccano)
G  e s t i o n e  d e l  p u b b l i c o Ascolto attivo
G  e s t i o n e  d e l  p u b b l i c o Che cosa significa ascoltare attivamente? Dare  segnali di feed-back  (ad es. con il capo o con  la voce) Usare  la postura appropriata  (sguardo attento,  corpo non stravaccato…) Negoziare la “rotta”  che deve prendere il discorso  (ad es. facendo domande) Cooperare  alla creazione del contenuto (integrando  con proprie esperienze)
G  e s t i o n e  d e l  p u b b l i c o Casi problematici Polemico Indifferente Giocherellone Scettico Timido Dominante Chiacchierone
C  o s t r u i r e  l’  a r c h i t e t t u r a 5
 
Nella comunicazione efficace dobbiamo mostrare  prima  il disegno del “puzzle”, e  poi  singoli pezzi  C  o s t r u i r e  l’  a r c h i t e t t u r a Il principio del “puzzle” Scenario, direzione, mappa del percorso
C  o s t r u i r e  l’  a r c h i t e t t u r a Dare lo scenario, bruciare le notizie Esplicitare in modo chiaro gli  obiettivi  e il percorso Mostrare  l’agenda  completa dei lavori Illustrare la/le  tesi  principali Se possibile,  anticipare le conclusioni Ribadire sempre  a che punto  siamo del percorso
Dal noto all’ignoto Dal semplice al complesso Il filo conduttore Ripetizioni e approfondimenti C  o s t r u i r e  l’  a r c h i t e t t u r a Trovare un filo conduttore
Quel è il mio obiettivo? Vendere, Convincere? Insegnare? Qual è la cosa o le cose principali che voglio comunicare? Quali sono gli argomenti o gli esempi correlati a queste cose? Quali altre informazioni posseggo che siano pertinenti all’argomento? Sono soddisfatte in modo chiaro le risposte la che cosa, come, quando, dove, perché? C  o s t r u i r e  l’  a r c h i t e t t u r a Le domande da porsi Qual è il filo conduttore?
C  o s t r u i r e  l’  a r c h i t e t t u r a Si parte da un bisogno o da un problema Spiegare le questioni note Circoscrivere lo scenario Descrivere la situazione “ terra promessa” “ palazzo in fiamme”
Crea  una base comune di partenza , allineando le conoscenze-base dell’uditorio rispetto agli elementi di scenario più generali ( Anticipa  tutti i contenuti  e permette una loro panoramica (che cosa diremo, che cosa faremo assieme) Anticipa, se possibile,  le conclusioni , o la tesi principale, in modo da fornire una traccia all’uditorio (La mia tesi è questa…) Posta l’uditorio ad avere una  aspettativa comune  (parleremo di questo e non di  quello) Stabilisce alcune “ regole di convivenza ” all’interno dell’aula (pause, interazione,  eccetera) C  o s t r u i r e  l’  a r c h i t e t t u r a   Il ruolo dell’introduzione
Introduzione Sommario Presentazione Presentazione dell’oratore Allineamento delle aspettative della platea Esposizione delle premesse Formulazione della questione principale Illustrazione generale dell’andamento della presentazione e degli argomenti principali che verranno trattati Presentazione vera e propria C  o s t r u i r e  l’  a r c h i t e t t u r a   Lo schema a blocchi di una presentazione
Dettagli operativi – Dati analitici - Curiosità Esempi – Ragioni – Risposte Macro  argomenti Filo conduttore Introduzione C  o s t r u i r e  l’  a r c h i t e t t u r a L’andamento di una presentazione-standard
Partenza Conclusione Argomenti principali Esposizione Riassunto degli argomenti principali C  o s t r u i r e  l’  a r c h i t e t t u r a   La conclusione “fissa” i concetti La conclusione deve essere  una ripetizione sintetica dei punti principali già esposti .  E’ sufficiente un: “ allora, abbiamo detto: primo…, secondo…, terzo…. Può eventualmente essere usata una apposita slide di sintesi Vanno fatte delle sintesi intermedia tra capitoli
Parlare in pubblico -  Cesare Sansavini; Giunti Demetra Presentare per convincere -  Paul Le Roux; Lupetti; 1995 Come parlare in pubblico e convincere gli altri  -  Dale Carnegie; Bompiani Come si presenta con le slide  - Giacomo Mason ; Tecniche Nuove The Minto Pyramid Principle: Logic in Writing, Thinking, & Problem Solving Barbara Minto, Financial Times Prentice Hall - 2001 Bibliografia

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Public speaking

  • 1. P u b l i c s p e a k i n g Comunicare efficacemente Gestire lo stress Strutturare una presentazione Essere persuasivi
  • 2. P r i n c i p i d i b a s e V e r b a l e e n o n v e r b a l e F o r m e d i e s p r e s s i o n e G e s t i o n e d e l p u b b l i c o C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a S o m m a r i o 1 ) 2) 3) 4) 5)
  • 3. P r i n c i p i d i b a s e 1
  • 4. In quali occasioni avete parlato in pubblico l’ultima volta?
  • 5. Esami all’università Interrogazioni Tesi di laurea Lezioni classiche Conferenze Orientamento al copione Scarso rilievo della CNV Setting inadeguati Poche varianti a disposizione Frattura culturale stabilita tra gli attori Scarsa attenzione ai destinatari Pochi feed-back P r i n c i p i d i b a s e Perché il passato non ci aiuta Occasioni tipiche Problemi tipici
  • 6. P r i n c i p i d i b a s e Comunicare in pubblico non è… Leggere un discorso scritto Recitare un discorso imparato a memoria Leggere delle slide Seguire un copione predefinito Perché? Perché ci sono gli altri
  • 7. P r i n c i p i d i b a s e Comunicare è entrare in relazione Parlare in pubblico significa innanzitutto rivolgersi al altri , e non a noi stessi La comunicazione in pubblico è innanzitutto un processo di relazione con qualcuno Entrano in gioco relazioni, contenuti, aspettative, motivazioni, culture, vissuti di un gruppo di persone. Aspetti che entrano in gioco nel processo di comunicazione
  • 8. Le cose scritte non servono per un discorso; devono essere tradotte nella forma comune del parlare spontaneo Mark Twain P r i n c i p i d i b a s e Il discorso pubblico è un evento dinamico
  • 9. P r i n c i p i d i b a s e Nel discorso pubblico è protagonista la persona Vince la spontaneità – Sono così preparato che posso dimenticarmi del copione Vincono i vissuti – Le cose che dico sono filtrate dalle mie emozioni, dalla mie storie, dalla mia testimonianza Vince l’orientamento agli altri – Gli altri sono così importanti che mi dimentico di me Vince la relazione – Nessun contenuto è così importante da dimenticare chi ho di fronte Tono colloquiale Importanza di storie e narrazioni Non pensare: “come sto andando?” ma: “che sta succedendo in aula” Copione flessibile e capacità di adattamento
  • 10. P r i n c i p i d i b a s e Comunicare non è solo “informare” Mittente Destinatario Codice Messaggio Codice Contesto (riferimento) Canale Funzione denotativa Funzione emotiva Funzione conativa Funzione fàtica Funzione metalinguistica Funzione poetica
  • 11. Comunicare significa attivare un processo di ascolto e di inferenze non totalmente circoscrivibile. Può significare: Convincere Emozionare Insegnare Spingere ad una azione P r i n c i p i d i b a s e La comunicazione è un atto pragmatico La comunicazione è un atto Pragmatico (orienta un comportamento)
  • 12.
  • 13. P r i n c i p i d i b a s e Valutare il contesto La comunicazione efficace adatta il proprio stile e i propri contenuti all’audience Dobbiamo pensare all’interesse del pubblico più che al nostro, e regolarci di conseguenza Perché questa cosa è un affare per me ? Perché è utile a me ? Quali sono i vantaggi per me ?
  • 14. L a b o r a t o r i o (1) Autoanalisi livello 1
  • 15. V e r b a l e e n o n v e r b a l e 2
  • 16. V e r b a l e e n o n v e r b a l e La ricerca di Albert Mehrabian Contatto visivo Postura Gesti Tono di voce Volume Variazioni e pause Informazioni L’efficacia della comunicazione dipende solo per il 7% dalle parole
  • 17. V e r b a l e e n o n v e r b a l e Il “cosa” e il “come” Senza “ come ” non c’è alcun “ cosa ” Noi non decodifichiamo messaggi, ma interpretiamo segnali Non vi sono significati se non all’interno di un “ contesto” Il “come” determina il “cosa” Come Cosa LNV Contesto situazionale Contesto sociale Contesto culturale
  • 18. Per farsi capire dalle persone, bisogna parlare prima di tutto ai loro occhi Napoleone V e r b a l e e n o n v e r b a l e Gli occhi sono il primo contatto
  • 19. V e r b a l e e n o n v e r b a l e L’importanza del contatto oculare Mantiene la padronanza dell’aula Aiuta a controllare il nervosismo Migliora la sicurezza Mostra interesse per gli interlocutori
  • 20. V e r b a l e e n o n v e r b a l e Il contatto visivo corretto: “Ci siamo visti!” Mentre parlate al pubblico cercate di guardarlo veramente , Nel caso di un pubblico vasto trovate una serie di “zone” alle quali rivolgervi Fissate la persona per almeno 2-3 secondi , poi scegliete un altro punto per altri 2-3 secondi, e così via (bisogna allenarsi un po’.) Vi state rivolgendo a persone con le quali siete realmente in contatto. Fate in modo che ad ogni contatto visivo possiate dire reciprocamente: “ ci siamo visti! ”
  • 21. V e r b a l e e n o n v e r b a l e Contatti oculari sbagliati Fissare ossessivamente una sola persona per tutto il tempo. ??? Fare uno scanning a velocità supersonica di tutta la platea Guardare nel vuoto e ogni tanto “tornare sulla terra” Voltare le spalle al pubblico e/o guardare lo schermo
  • 22. L a b o r a t o r i o (2) Contatto visivo
  • 23. La postura rappresenta il modo con cui usiamo il corpo per comunicare. Il 70% della comunicazione è corporea . Che lo vogliamo o no V e r b a l e e n o n v e r b a l e La postura Il corpo va quindi usato come canale di comunicazione. E’ meglio stare in piedi e muoversi
  • 24. Aiuta a bruciare energia nervosa Focalizza l’attenzione su di noi e non sui supporti (slide) Permette maggiori modulazioni rispetto a quello che diciamo Tiene alto il livello di attenzione del pubblico V e r b a l e e n o n v e r b a l e Perché muoversi?
  • 25. V e r b a l e e n o n v e r b a l e La postura migliore: in piedi e in movimento State il più possibile al centro , in modo da guardare tutti Mettetevi in modo da potervi avvicinare alle persone Non mettete barriere tra voi e gli altri. Non nascondetevi dietro leggii o cattedre Usate tutto il corpo e non solo una mano Scegliete un punto baricentro . Muovetevi, ma tornate poi sempre al punto focale, e ad una posizione neutra
  • 26. V e r b a l e e n o n v e r b a l e Posizione nella sala
  • 27. V e r b a l e e n o n v e r b a l e Alcune posture sbagliate Il camminatore Adamitico Mani in tasca Arroccato Caffettiera
  • 28. V e r b a l e e n o n v e r b a l e Oratore e schermo Il rapporto con il pubblico si basa sul contatto visivo: cercate di non dare le spalle alla platea Non impallate la proiezione con il corpo Evitate di girarvi e sbracciarvi toccando lo schermo . Citate il dato guardando la platea, dicendo, ad esempio: “la colonna verde evidenzia…”
  • 29. V e r b a l e e n o n v e r b a l e Oratore e schermo (2) Parlate vicino allo schermo , in modo da evitare la “schizofrenia” degli sguardi del pubblico Anche se vi muovete, restate vicini allo schermo all’inizio , quando commentate le slide, e ogni volta che vi riferite ad esse
  • 30. Annunciare i contenuti della slide che segue prima di mostrarla (bisogna sapere la sequenza a memoria e/o avere sotto gli occhi una versione a slide rimpicciolite) Slide uno Anticipo il titolo e i contenuti della slide due Slide due Slide tre Anticipo il titolo e i contenuti della slide tre Commento la slide uno Commento la slide due Commento la slide tre V e r b a l e e n o n v e r b a l e Esporre con le slide: anticipare i contenuti
  • 31. a ________ b ________ c ________ La slide a ____________________________________________________________________ b ____________________________________________________________________ c ____________________________________________________________________ Il commento Le slide non vanno lette ma commentate , sono un supporto alla nostra esposizione, non viceversa. Girarsi per leggerle diminuisce attenzione e comprensione Evitate quindi di fare avanzare il documento, girarvi, rendervi conto di quello che si sta proiettando e dire: “Ecco, qui vediamo che…” V e r b a l e e n o n v e r b a l e Esporre con le slide: non leggere, ma commentare
  • 32. V e r b a l e e n o n v e r b a l e Gestualità La gestualità non è un fattore di disturbo ma uno strumento in più per essere efficaci nel nostro discorso. Ricordate che l’efficacia comunicativa passa per il corpo. I gesti danno “ corpo ” alle nostre parole e le rendono efficaci La gestualità fa parte del nostro registro comunicativo nelle occasioni informali. Dobbiamo metterla in gioco anche in quelle “ufficiali” Un oratore “asettico” non risulta più scientifico, ma solo più disinteressato al pubblico e all’argomento. Noia.
  • 33. La gestualità non va appresa, ma solo praticata spontaneamente V e r b a l e e n o n v e r b a l e I gesti devono essere in sintonia con le vostre abitudini e le vostre inclinazioni naturali. Trovate voi i vostri!
  • 34. V e r b a l e e n o n v e r b a l e Usare la gestualità Usare gesti semplici e definiti con le mani per richiamare un concetto Usate tutto il corpo e non solo una mano Siate semplici e naturali . Pensate alle situazioni più familiari
  • 35. V e r b a l e e n o n v e r b a l e Gestualità fuori controllo Gesti ossessivi Tic nervosi Sistemarsi
  • 36. V e r b a l e e n o n v e r b a l e Gestualità fuori controllo Tic nervosi Semiparesi Braccia incrociate Gesti ripetuti Attenzione: è sbagliata solo nel caso in cui sia fuori controllo e prolungata Nulla vieta di usarla talvolta , se viene naturale ed è appropriato al contesto
  • 38. V e r b a l e e n o n v e r b a l e La voce La voce è uno strumento , e come tale va usata e controllata per rendere più efficace il proprio discorso No Si
  • 39. V e r b a l e e n o n v e r b a l e La voce Se iniziate a voce bassa , il volume tenderà a zero rapidamente. Nervosismo e ansia tendono a spegnere e a strozzare le voci troppo basse Parlate a voce un po’ più alta del normale: come se parlaste al fondo della platea Tenete conto che il nervosismo è percepito più da voi che dalla platea Non parlate mentre state facendo altro (sistemare fogli, prese di corrente, eccetera)
  • 40. V e r b a l e e n o n v e r b a l e Pause e tono Usate l’intonazione e la prosodia per variare i diversi aspetti del discorso (come quando parlate in modo colloquiale) Le cose importanti devono “suonare” importanti (come quando sottolineate le parole in un libro) Usate le pause in modo strategico, per dare enfasi al discorso e dare modo al pubblico di assimilare (dopo una domanda retorica, dopo un concetto teorico nuovo, dopo l’apertura di un nuovo argomento, dopo l’esposizione di una tesi insolita)
  • 41. Ora, voi vi chiederete, ma come facciamo a realizzare un obiettivo tanto ambizioso? (pausa lunga) La risposta si chiama: progetto “Nettuno” (pausa) Le fasi del progetto sono 3: (pausa) La prima, che parte a marzo e riguarderà i clienti a (pausa) La seconda che partirà a giugno e riguarderà i clienti b (pausa) La terza, che partirà a settembre e riguarderà i clienti c Il progetto Nettuno nasce proprio per realizzare questo obiettivo ambizioso. Il progetto è fatto da tre step che partiranno a marzo, giugno e settembre, per le diverse fasce di clientela che abbiamo visto, V e r b a l e e n o n v e r b a l e Usare le pause
  • 42. V e r b a l e e n o n v e r b a l e Usare le intonazioni le parole chiave di questi anni sono personalizzazione e libertà di accesso. Il progetto Nettuno serve proprio a diversificare i canali di accesso ai servizi bancari, ed è proprio questa la sua forza: ci consentirà non solo di allargare il portafoglio dei servizi, ma anche di renderli più flessibili le parole chiave di questi anni sono personalizzazione e libertà di accesso. Il progetto Nettuno serve proprio a diversificare i canali di accesso ai servizi bancari, ed è proprio questa la sua forza ci consentirà non solo di allargare il portafoglio dei servizi, ma anche di renderli più flessibili
  • 43. V e r b a l e e n o n v e r b a l e I paradossi dell’ansia Parlare in pubblico crea ansia (in parte è legato al nostro vissuto culturale: maestre e altre figure “autorevoli”) Primo paradosso : l’ansia è un aspetto positivo Secondo paradosso : per ridurre l’ansa bisogna muoversi, non irrigidirsi Terzo paradosso : più ci concentriamo sul pubblico (e non su noi stessi) e più l’ansia diminuisce
  • 44. V e r b a l e e n o n v e r b a l e L’ansia benefica
  • 45. Muovetevi Preparatevi Eccedete in materiale Preventivate le domande Concentratevi sul pubblico Evitare tic e interiezioni. Attenzione ai giochi con mani e capelli Scegliete facce amiche, all’inizio (quelle che annuiscono o sorridono) Non cercate di nascondere i vostri stati d’animo V e r b a l e e n o n v e r b a l e Gestire l’ansia
  • 46. F o r m e d i e s p r e s s i o n e 3
  • 47. F o r m e d i e s p r e s s i o n e Errori Rinchiudersi nel proprio ruolo (sono un docente e parlo da docente…) Voler dire tutto (ho lavorato un anno sul progetto e ora vi beccate 300 slide…) Linguaggio specialistico (bancario, medico, filosofico, informatico…)
  • 48. L’errore più grave nell’espressione è quello di usarne solo una , quella ritenuta adatta al proprio ruolo. (Scienziato, venditore, docente, ecc.) Si possono invece utilizzare varie forme espressive , a seconda del momento (colloquiale, rigorosa, seria, scherzosa, personale, aneddotica, ecc.) F o r m e d i e s p r e s s i o n e Primo errore: rinchiudersi nel ruolo
  • 49. Il secondo errore è quello di avere la pretesa di dire “tutto” . Un buon oratore sa eliminare ciò che non serve perché è ridondante, inadeguato, o può essere dedotto dalla platea stessa Il tempo e la pazienza dell’audience non sono infiniti . Bisogna concentrarsi innanzitutto sull’essenziale. F o r m e d i e s p r e s s i o n e Secondo errore: voler dire tutto
  • 50. Io cerco sempre di scrivere secondo il principio dell’iceberg : i sette ottavi di ogni parte visibile sono sempre sommersi. Tutto quel che conosco è materiale che posso eliminare, lasciare sott’acqua. Ernest hemingway F o r m e d i e s p r e s s i o n e Il principio dell’iceberg
  • 51. Alzi la mano chi di voi doveva depositare al volo un assegno in banca e si è trovato di fronte una fila chilometrica… Il progetto Nettuno nasce per permettere il deposito direttamente dai bancomat F o r m e d i e s p r e s s i o n e Il principio dell’iceberg applicato ai discorsi Il progetto Nettuno è pensato per diversificare i canali d’accesso alla Banca. Grazie al progetto Nettuno sarà possibile in breve tempo effettuare depositi monetari e di assegni presso i bancomat, oltre a poter effettuare una serie di pagamenti fiscali, accedere tramite internet a servizi personalizzati ed evoluti di home banking come il controllo del conto e dei titoli, il controllo carte di credito e l’effettuazione di bonifici e infine di usufruire di servizi telefonici sofisticati grazie al nuovo sistema di post selezione vocale.
  • 52. F o r m e d i e s p r e s s i o n e Terzo errore: usare un linguaggio specialistico Il terzo errore è quello di trincerarsi il linguaggio, usando: un linguaggio specialistico (marketing, tecnologia, scienza, ecc.) un eloquio pseudo-colto (tale strategia è prodromica ad un’approccio omnicomprensivo…), l’utilizzo di frasi fatte (vogliamo creare valore attraverso una sinergia costruttiva…) Un buon oratore usa il linguaggio in modo efficace e concreto, adattandosi al contesto. Il linguaggio deve servire ad unire, e non a separare, chi parla e chi ascolta
  • 53. F o r m e d i e s p r e s s i o n e Usare un linguaggio “concreto” Niente scorciatoie linguistiche: frasi fatte o tecnichese Niente modi manierati o da persona “colta” Parlare concretamente di cose concrete Usare un linguaggio semplice, e termini accessibili a tutti Usare le immagini (lento come una tartaruga, forte come un carroarmato…) Per ogni concetto fornite un esempio. Unite astratto e concreto
  • 54. Esempio Film: “La classe operaia va in paradiso”
  • 55. Procedete dal noto all’ignoto . Partite da ciò che si suppone sia conosciuto, per introdurre cose nuove Andate dal semplice verso il complesso . Iniziate con le cose più facilmente comprensibili, e aggiungete elementi via via che procedete Partite dal condiviso per arrivare al discutibile . Cominciate con lo stabilire delle cose che siano condivise da tutti, per evitare di doverci poi tornare sopra F o r m e d i e s p r e s s i o n e La dinamica dell’esposizione Es: partire da alcuni numeri risaputi o da fatti noti al cliente. Oppure da episodi pubblici noti Es: partire da un’esigenza, un problema o a un bisogno del cliente per arrivare alla “nostra” soluzione Es: partire da una descrizione di massima, per entrare poi nei dettagli
  • 56. Il nostro progetto prevede di riprogettare il sito usando ASP e XML come linguaggi di base. Riprogettare il sito web in linguaggio ASP e XML ci consentirà di avere delle pagine dinamiche a aggiornabili facilmente senza costi aggiuntivi. Inoltre sarà possibile avere con facilità flussi di dati alternativi, come i Feed RSS, che potranno essere visti anche da PDA e cellulari F o r m e d i e s p r e s s i o n e La dinamica dell’esposizione parte dal noto e condiviso Ma che ce ne facciamo delle pagine dinamiche? Ma alla fin fine quanto costerà mai aggiornare a mano qualche paginetta? Ma che cacchio sono l’ASP, l’XML, I Feed RSS, i PDA? Mi sa che mi stanno vendando fumo… Flussi di dati alternativi? Ma questa è roba da informatici. Mi sa che ho sbagliato riunione… ?
  • 57. F o r m e d i e s p r e s s i o n e Esempio riprogettato Signori, siamo qui perché abbiamo un paio di problemi Il primo e che tutte le volte che dobbiamo aggiornare una pagina sul nostro sito ci vuole mezz’ora. Noi aggiorniamo in media 8 pagine al giorno: in un anno fanno 15.000 euro di spese. Se gli utenti vogliono scaricare le notizie sul cellulare o su un computer più piccolo non possono farlo e stanno arrivano mail di clienti furenti. E infine non siamo in grado di erogare, oggi, i servizi evoluti di cui parliamo da tempo. La soluzione sta in due parole: ASP e XML. Se avete un attimo di pazienza vi spiego di che si tratta
  • 59. Aneddoti personali Storie e narrazioni Parabole Domande dirette Citazioni da film Metafore Paragoni Immaginate che… F o r m e d i e s p r e s s i o n e Come aumentare l’efficacia e l’interesse L’esposizione “classica”, ovvero dichiarativa (modello lezione) dovrebbe essere affiancata da altre forme, che aumentano l’efficacia e l’interesse in determinati momenti Ruolo emotivo (interessare) Ruolo cognitivo (spiegare)
  • 60. Al contrario dei riferimenti concreti, i concetti astratti possono essere facilmente fraintesi . Ogni persona tenderà a farsi una sua idea del concetto. Per ogni concetto astratto fornite sempre un esempio concreto . E sufficiente accennarlo. F o r m e d i e s p r e s s i o n e L’uso degli esempi E’ necessario un approccio strategico (esempio) Dobbiamo conquistare leggerezza nel linguaggio (esempio) Gli aspetti cognitivi sono conseguenti a quelli affettivi (esempio) I testi per il web vanno ridefiniti modularmente (esempio)
  • 61. … E’ lento come una tartaruga… … Se prima avevamo una Cinquecento, ora abbiamo una Ferrari… … Questo piano è solo il tassello di un puzzle… … Scrivere bene significa passare dal il tema in classe all’articolo di giornale… F o r m e d i e s p r e s s i o n e L’uso delle immagini e delle metafore
  • 62. F o r m e d i e s p r e s s i o n e L’uso delle storie E’ un luogo comune che l’esposizione debba essere asettica e impersonale. Al contrario, raccontare storie vissute in prima persona o aneddoti aumenta l’efficacia complessiva dell’esposizione. Questo perché: La storia ci coinvolge narrativamente Nel particolare capiamo meglio i concetti generali Una storia trasforma l’astratto in concreto Nella narazione i protagonisti siamo noi stessi
  • 63.
  • 64. F o r m e d i e s p r e s s i o n e Ridondanze retoriche V’ha detto il nobile Bruto che Cesare era uomo ambizioso di potere: se tale era, fu certo grave colpa, ed egli gravemente l’ha scontata. Qui, col consenso di Bruto e degli altri - ché Bruto è uom d’onore, come lo sono con lui gli altri - io vengo innanzi a voi a celebrare di Cesare le esequie. Ei mi fu amico, sempre stato con me giusto e leale; ma Bruto dice ch’egli era ambizioso, e Bruto è certamente uom d’onore. Ha addotto a Roma molti prigionieri, Cesare, e il lor riscatto ha rimpinzato le casse dell’erario: sembrò questo in Cesre ambizione di potere? Quando i poveri han pianto, Cesare ha lacrimato: l’ambizione è fatta, credo, di più dura stoffa; ma Bruto dice ch’egli fu ambizioso, e Bruto è uom d’onore. Al Lupercale - tutti avete visto - per tre volte gli offersi la corona - e per tre volte lui la rifiutò. Era ambizione di potere, questa? Ma Bruto dice ch’egli fu ambizioso, e, certamente, Bruto è uom d’onore. Non sto parlando, no, per contraddire a ciò che ha detto Bruto: son qui per dire quel che so di Cesare. Oh, amici, fosse stata mia intenzione eccitare le menti e i cuori vostri alla sollevazione ed alla rabbia, farei un torto a Bruto e un torto a Cassio, i quali sono uomini d’onore, come tutti sapete. Non farò certo loro questo torto… Esempio Filmato 3
  • 65. G e s t i o n e d e l p u b b l i c o 4
  • 66. G e s t i o n e d e l p u b b l i c o Un buon attacco Un buon attacco è molto importante per la buona riuscita di tutta la presentazione. E’ necessario: dare una buona impressione (competenza e credibilità, chi sono e perché sono qui) interessare fin da subito la platea (sintonizzarsi e interagire) essere espliciti e senza misteri (perché siamo qui, che cosa faremo) cercare di non iniziare “ sottotono ” (vitalità) Ricordate che comunque “niente è perduto”
  • 67. Decidete subito il livello di interattività annunciando quando si raccoglieranno le domande (alla fine o si può interrompere?) Prima di rispondere a una domanda, ripetetela ad alta voce per farla sentire a tutti e per allineare le aspettative sulla risposta Ascoltate la domanda guardando la persona, ma rispondete a tutti Spesso è necessario Riformulare le domande, perché possano avere una risposta adeguata (domande confuse, polemiche, asserzioni mascherate da domande, ecc,) G e s t i o n e d e l p u b b l i c o Gestione delle domande e dell’interazione
  • 68. G e s t i o n e d e l p u b b l i c o Errori nell’interazione con il pubblico Buona domanda ! (dovete spiegare sempre perché è buona) Polemizzare con qualcuno (ne uscirete sempre male) Fare comunella con qualcuno (state parlando a un gruppo, i rapporti privati vanno tenuti da parte) Criticare gli interventi (ogni intervento è sempre il benvenuto e la persona ci sta facendo un regalo). Le persone vanno gratificate per Il loro sforzo (che a volte è notevole). Ringraziate e date sempre segnali positivi!!!! Dare risposte confuse (se non sapete la risposta, ditelo!) Non dare spiegazioni di ciò che fate (spiegate sempre che cosa state facendo e perché, ad es. se usate la lavagna a fogli mobili)
  • 69. G e s t i o n e d e l p u b b l i c o Come mantenere alta l’attenzione? Cambio di registro (da scientifico a aneddotico, da teorico a esemplificativo, ecc.) Domanda alla platea (trasformare un punto della relazione in una domanda) Voto per alzata di mano (quanti di voi hanno mai scritto un articolo scientifico?) Giochi (facciamo finta di essere una redazione…) Metacomunicare (“oh, vi vedo attentissimi, sono un docente veramente rispettato”, nel caso facciano baccano)
  • 70. G e s t i o n e d e l p u b b l i c o Ascolto attivo
  • 71. G e s t i o n e d e l p u b b l i c o Che cosa significa ascoltare attivamente? Dare segnali di feed-back (ad es. con il capo o con la voce) Usare la postura appropriata (sguardo attento, corpo non stravaccato…) Negoziare la “rotta” che deve prendere il discorso (ad es. facendo domande) Cooperare alla creazione del contenuto (integrando con proprie esperienze)
  • 72. G e s t i o n e d e l p u b b l i c o Casi problematici Polemico Indifferente Giocherellone Scettico Timido Dominante Chiacchierone
  • 73. C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a 5
  • 74.  
  • 75. Nella comunicazione efficace dobbiamo mostrare prima il disegno del “puzzle”, e poi singoli pezzi C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a Il principio del “puzzle” Scenario, direzione, mappa del percorso
  • 76. C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a Dare lo scenario, bruciare le notizie Esplicitare in modo chiaro gli obiettivi e il percorso Mostrare l’agenda completa dei lavori Illustrare la/le tesi principali Se possibile, anticipare le conclusioni Ribadire sempre a che punto siamo del percorso
  • 77. Dal noto all’ignoto Dal semplice al complesso Il filo conduttore Ripetizioni e approfondimenti C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a Trovare un filo conduttore
  • 78. Quel è il mio obiettivo? Vendere, Convincere? Insegnare? Qual è la cosa o le cose principali che voglio comunicare? Quali sono gli argomenti o gli esempi correlati a queste cose? Quali altre informazioni posseggo che siano pertinenti all’argomento? Sono soddisfatte in modo chiaro le risposte la che cosa, come, quando, dove, perché? C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a Le domande da porsi Qual è il filo conduttore?
  • 79. C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a Si parte da un bisogno o da un problema Spiegare le questioni note Circoscrivere lo scenario Descrivere la situazione “ terra promessa” “ palazzo in fiamme”
  • 80. Crea una base comune di partenza , allineando le conoscenze-base dell’uditorio rispetto agli elementi di scenario più generali ( Anticipa tutti i contenuti e permette una loro panoramica (che cosa diremo, che cosa faremo assieme) Anticipa, se possibile, le conclusioni , o la tesi principale, in modo da fornire una traccia all’uditorio (La mia tesi è questa…) Posta l’uditorio ad avere una aspettativa comune (parleremo di questo e non di quello) Stabilisce alcune “ regole di convivenza ” all’interno dell’aula (pause, interazione, eccetera) C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a Il ruolo dell’introduzione
  • 81. Introduzione Sommario Presentazione Presentazione dell’oratore Allineamento delle aspettative della platea Esposizione delle premesse Formulazione della questione principale Illustrazione generale dell’andamento della presentazione e degli argomenti principali che verranno trattati Presentazione vera e propria C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a Lo schema a blocchi di una presentazione
  • 82. Dettagli operativi – Dati analitici - Curiosità Esempi – Ragioni – Risposte Macro argomenti Filo conduttore Introduzione C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a L’andamento di una presentazione-standard
  • 83. Partenza Conclusione Argomenti principali Esposizione Riassunto degli argomenti principali C o s t r u i r e l’ a r c h i t e t t u r a La conclusione “fissa” i concetti La conclusione deve essere una ripetizione sintetica dei punti principali già esposti . E’ sufficiente un: “ allora, abbiamo detto: primo…, secondo…, terzo…. Può eventualmente essere usata una apposita slide di sintesi Vanno fatte delle sintesi intermedia tra capitoli
  • 84. Parlare in pubblico - Cesare Sansavini; Giunti Demetra Presentare per convincere - Paul Le Roux; Lupetti; 1995 Come parlare in pubblico e convincere gli altri - Dale Carnegie; Bompiani Come si presenta con le slide - Giacomo Mason ; Tecniche Nuove The Minto Pyramid Principle: Logic in Writing, Thinking, & Problem Solving Barbara Minto, Financial Times Prentice Hall - 2001 Bibliografia