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Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
1.0 Briefing
Il progetto d’identità
“Sistema Museale di Ugento”
nasce con le seguenti finalità:
1.	 Descrivere e rappresentare
	 il territorio di Ugento;
2.	 Evocare l’immaginario
	 messapico, greco e latino;
La natura sistemica del progetto
richiede lo sviluppo di adeguati
strumenti di comunicazione,
capaci di prestarsi per molteplici
utilizzi e declinazioni degli
output.
Le parole chiave:
	Messapia
	Sistema
Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
2.0 Messapia
O anche “tra due mari”
Uno dei principali artefatti
riconducibile alla cultura
messapica è la Trozzella,
un’anfora, solitamente
in ceramica, a collo lungo
con alti manici e decorazioni
che seguono motivi geometrici.
Coltivavano l’ulivo e la vite;
si dedicavano alla pastorizia,
all’allevamento dei cani
e dei cavalli, all’apicoltura.
Sono arrivati a
Otranto
nel 1000 A.C. circa.
Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
2.1 Radici
Esistono due teorie sull’origine
dei Messapi:
1 – provenivano dall’Illiria	
Quando gruppi provenienti dall’Illiria, una
regione oggi poco a nord dell’attuale Albania,
si stanziarono nella penisola Salentina,
mescolandosi con le popolazioni paleo-
meridionali, dette anche ausoniche. La storia
racconta che gli invasori furono guidati da
Japyge, Dauno e Peucezio. I seguaci di Dauno
si insediarono nell’attuale foggiano, le genti
di Peucezio si stanziarono nel territorio
barese, il gruppo guidato da Japyge occupò,
infine, le sedi meridionali della Puglia,
stabilendosi nell’attuale territorio delle
province di Lecce, Brindisi e Taranto. Japygia,
alla fine, si chiamerà tutta la Puglia fino
alla totale conquista romana (269-267 a. C.),
quando poi muterà il nome in Calabria.
2 – provenivano da Creta	
Quasi contemporaneamente agli Illiri si
mossero verso questa terra anche i Greci, quasi
sicuramente di provenienza cretese. Le fonti
letterarie dell’antichità non si rivelano sempre
attendibili al proposito, data la loro natura
mitizzante delle informazioni storiche.
Non sarebbe del tutto leggendario, però, il noto
episodio di Erodoto secondo il quale Cretesi-
Micenei, di ritorno dalla Sicilia, furono gettati
da una tempesta in Japygia e, non avendo
più possibilità di tornare a casa, vi rimasero
e si trasformarono in Jàpygi-Messapi. Il poeta
Virgilio invece, narra dell’eroe Idomeneo che,
cacciato dalla propria patria, Licto, nell’isola
di Creta, durante le sue peregrinazioni, in
greco salo, riunì ed amalgamò profughi
di diversa stirpe, i quali poi si fusero e si
assimilarono con i Messapi, cioè i “popoli tra i
due mari”.
Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
2.2 Storie
La Japygia, che sorse come unità statale nel
1280 a. C., estese in seguito la sua influenza
nel Salento e su tutti i territori dell’odierna
Puglia, costituendo una federazione di nazioni
e stati con i Messapi, i Peucezi ed i Dauni.
Soltanto la colonia spartana di Taranto, a
stento, riuscì a conservare la propria egemonia
politico-culturale nella regione opponendosi
con le armi, ma invano Taranto cercò
di assoggettare i Messapi (473 a. C.): i
Tarantini, imbattibili sul mare, dovettero
soccombere a terra contro i Messapi, abili
domatori di cavalli.
Nel 413 a. C. il principe messapico Artas
presta soccorso agli Ateniesi (che,
con buona probabilità, avevano aiutato
la popolazione messapica contro Taranto)
impegnati in una dura battaglia contro la città
di Siracusa.
Dal 334 al 338 a. C. combattono, con successo,
contro il re spartano Archidamo III
giunto in Italia per soccorrere la colonia di
Taranto.
La cavalleria messapica era celerissima negli
spostamenti e dell’imbattibilità dei cavalieri
messapici si accorsero anche i Romani allorché
li vollero al loro fianco nella seconda, tra
il 326 e il 304 a. C. e nella terza, tra il 298
e il 290 a. C. guerra sannitica.
Tra il 269 ed il 267 a. C., in seguito alla
guerra tra i confederati messapo-salentini,
Taranto e Pirro contro l’Urbe, si compì la
conquista romana del Salento: il messapo e
i dialetti di matrice greca furono sostituiti
ovunque dal latino.
Durante le guerre puniche le città
messapiche passarono senza esitazione
dalla parte di Annibale, Roma non perdonò
mai quest’azione: le proprietà delle genti del
Salento furono confiscate ed assegnate al
territorio demaniale, al vecchio lotto si sostituì
il latifondo a lavoro schiavile: era finita
un’epoca.
Ugento (l’antica OZAN) e la Messapia
Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
3.0 Scrittura
Rappresentare un
territorio e la sua
storia attraverso
un codice visivo che
ne conserva, al suo
interno, gli elementi
costituitivi della
memoria.
Abbiamo deciso di utilizzare un alfabeto,
appositamente disegnato recuperando i
segni caratteristici del disegno delle lettere
messapiche, ma anche le influenze, prima
greche e poi latine, che hanno accompagnato
l’evoluzione culturale e sociale
di questo territorio.
Il Messapico appartiene alla famiglia
linguistica Indoeuropea.
Il livello di attestazione frammentaria della
lingua, nonché l’appartenenza dei suoi
documenti a poche categorie testuali,
scarse di tipologie grammaticali e
lessicali, non consentono l’assegnazione della
lingua ad un gruppo più definito all’interno
dell’Indoeuropeo comune.
Le lacune più sensibili riguardano la
ricostruzione del sistema verbale e il
trattamento delle labiovelari e delle palatali.
Anche a livello
morfologico non
è sempre ben chiara
la familiarità con
il gruppo linguistico
delle lingue italiche.
Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
Essendo la maggior parte delle iscrizioni
messapiche costituite da nomi personali,
pochi sono i termini non onomastici attestati.
Tra questi si segnala argorapandes, il cui
significato deve essere vicino a quello di
‘tesoriere’, ‘magistrato monetale’, bilia
‘figlia’, bennan (un tipo di veicolo), tabara
‘sacerdotessa’. Sono voci ricostruite *kalator
(è attestato il genitivo singolare kalatoras),
imprestito dal latino ‘araldo’ o altra simile
funzione sacerdote e *teuta, termine noto
dai suoi derivati onomastici (ad es. Taotor,
Taotorres) e presente in altre lingue
indoeuropee occidentali con il significato di
‘comunità’, ‘popolo’.
3.1 Fonetica
I greci trasformarono l’alfabeto, introdussero
le vocali, di fatto crearono il primo alfabeto
fonetico, cioè che rappresentava a pari titolo
sia i fonemi consonantici che quelli vocalici.
Essi trasmisero l’alfabeto così modificato
ai vari popoli del mediterraneo antico,
fra i quali i messapi, che lo passarono a loro
volta alle popolazioni limitrofe.
In questo modo arrivò ai latini.
Da queste intermediazioni dipendono le molte
differenze tra l’alfabeto greco e quello latino,
come per esempio il fatto che la lettera latina
/C/ (l’antica “gimel” fenicia) abbia perso
il suo originario suono /G/ per assumere lo
stesso suono /K/ già più che efficacemente
rappresentato dalle lettere /K/ e /Q/
(le antiche “kap” e “qop” fenicie): nella lingua
etrusca, diversissima da greco e latino,
mancava infatti il suono /G/. I romani
dovettero rimediare a questo contrattempo
aggiungendo la nuova lettera /G/ ottenuta
aggiungendo un trattino alla /C/. La nuova
lettera prese il posto della /Z/, eliminata in
quanto rappresentava un suono inesistente
in latino. Più tardi questa lettera venne
reinserita per trascrivere le parole di origine
greca che erano state accolte copiosamente
nella lingua latina, e venne nuovamente
aggiunta alla fine dell’alfabeto.
Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
La considerazione del valore fonologico da
assegnare ai grafemi messapici presenta una
serie di difficoltà. Mentre vi è certezza sul fatto
che il messapico distinguesse tra vocali brevi
e vocali lunghe, come nel resto delle lingue
indoeuropee, rimane difficile determinare la
posizione delle vocali l’una rispetto all’altra e
quindi il loro esatto valore fonologico.
L’oscillazione tra /i/ ed /u/ nell’alfabeto apulo
(variante tarda settentrionale del messapico)
e tra /i/ ed /o/ in quello messapico, riflette
probabilmente un sistema vocalico asimmetrico
che oppone due anziché tre vocali nella serie
velare.
Altri fenomeni fonologici sono, in epoca
predocumetaria, il passaggio da /o/ ad /a/
(*to-bhoros > tabaras) e la palatalizzazione
a livello consonantico, espressa per mezzo della
geminazione del grafema.
Per quanto riguarda il consonantismo, le medie
aspirate indoeuropee sono rese in Messapico con
le medie corrispondenti, sia in posizione iniziale
che all’interno di parola (es.beran ‘che portino’,
con b < *bh).
La */s/ indoeuropea è inoltre trattata come
/h/, sia in posizione iniziale che intervocalica
(klaohi’ascolta’ da *kleu-s-i).
Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
3.2 Morfologia
La morfologia del Messapico, dato il suo alto
grado di frammentarietà, è ricostruibile solo in
minima parte e mediante criteri comparativi.
Sono attestati due numeri: singolare e plurale.
I casi finora attestati sono quattro: nominativo,
accusativo, genitivo e dativo.
Riguardo al sistema verbale si può dire
soltanto che sono riconosciuti casi di:
– indicativo
(presente, aoristo e perfetto)
– imperativo 		
(presente)
– congiuntivo 	
(presente)
– ottativo 		
(presente)
Le persone attestate nelle iscrizioni sono due:
la 3a singolare e la 3a plurale.
I tempi ricostruibili sono
il presente, l’aoristo e il perfetto.
la forma
delle lettere
Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
4.0 Iscrizioni
Piccola stele di pietra leccese
da Nardò (Lecce)
L’iscrizione è incisa con andamento
semicircolare e con ductus sinistrorso su una
faccia della stele.
La lettura è:			 baolihinolibataos
da dividere in:		 baolihi no libataos
L’iscrizione si data, in base a criteri paleografici,
prima metà VI e prima metà V secolo a.C.
L’altezza delle lettere è variabile, e le lettere
presentano una forma arcaica, come si vede
dalla forma dell’alpha, del ny e dal beta con la
prima asta allungata.
Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
Blocco di pietra proveniente
da Vieste, sul Gargano (Foggia)
L’iscrizione è incisa destrorsa sulla faccia
superiore e continua su un’altra faccia del bocco
di pietra.
La lettura è:		
agol |2 zonvi |3 nana 	 diva |2 dama |3 tira
da dividere in:		
agolzon vinana 		 diva damatira
L’iscrizione si data, in base a criteri
paleografici, tra IV e III secolo a.C.
Si nota un errore di scrittura sulla faccia
laterale del blocco, dove la prima lettera di diva,
un delta, è stato prima realizzato come alpha.
Se non è possibile fornire un inquadramento
lessicale per algozon, perché scarsamente
attestato (unica altra attestazione nella
formaagolzei in un’altra iscrizione da
Vieste Garganico: MLM 2 Vi) Vinana è un
nome proprio femminile, probabilmente un
gentilizio, espresso al singolare nominativo.
L’espressione Diva Damatira compare invece
altre volte nell’epigrafia messapica: si tratta
di un teonimo femminile. Damatira infatti è
la forma messapica della dea Demetra, mentre
Diva è il suo appositivo, espresso anche nella
forma Deiva. Questo, come altri blocchi analoghi
iscritti da Vieste Garganico, sono da inquadrare
nell’ambito votivo.
Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
Piccola lastra di carparo
da Mesagne
L’iscrizione è realizzata con ductus destrorso su
due righe. A sinistra dell’iscrizione è raffigurata
una piccola croce di S. Andrea su un asta
verticale, stilizzazione della fiaccola demetriaca.
Un alpha, evidentemente dimenticato nella
scrittura del testo, è stato reinserito sotto la riga
all’altezza della lettera beta. L’ultima lettera
del testo è stata eseguita al di sotto della riga per
motivi di spazio. In base alla forma delle lettere,
in particolare dell’alpha con tratto mediano
angolato, del rho con breve apice obliquo e del
sigma con asta superiore allungata, l’iscrizione
si data al III secolo a.C.
La lettura è:			 tabaroa |2 s		
da dividere in:		 tabaroas 	
La fiaccola demetriaca e il nome espresso nel
testo rimandano ai culti demetriaci.
Il nome tabara, analizzabile come
*to-bhorā(derivato da *to-bher-, cfr. il greco
ϕορός) ha il significato di “colei che porta (le
offerte), quindi “sacerdotessa”.
Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
Alfabeto messapico e iscrizioni
di Vaste
La più lunga epigrafe messapica fu scoperta
a Vaste nel XVI sec come ci riferisce il Galateo
nel suo “De situ Japige”.
Nella foto, tratta da “Le Iscrizioni Messapiche” -
Maggiulli-Castromediano -1871, la trascrizione
dell’epigrafe di Vaste.
La lettura è:		
Klohi Zis thotoria marta pido vastei basta
veinan aran in daranthoa vasti staboos
xohedonas daxtassi vaanetos inthi trigonoxo
a staboos xohetthihi dazimaihi beiliihi inthi
rexxorixoa kazareihi xohetthihi toeihithi
dazohonnihi inthi vastima daxtas
kratheheihi inthi ardannoa poxxonnihi a
imarnaihi.	
Traduzione:		
Ascolta Zues! Io, Totoria Marta, cedo alla
città di Basta (Vaste) il mio terreno, con
la malleveria [presentata] nel senato da
Stabonas Xonedon e da Dazet Vaanet, nel
collegio dei mercanti da Stabuas Xonettes
figlio di Dazohonnes, nell’assemblea cittadina
da Dastas Kratehes, e in quella dei contadini
da Poxxonnes Aimarnas.
Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
4.1 Stilemi
Bassa Messapia
Alta Messapia
Piceno
Costa Adriatica
“Anche una tarda variante greca (il messapico) della “Alpha” maiuscola colpisce come compromesso tra vista
frontale e laterale. Essa non richiede un tratto apposito, ma solo un’angolatura del tratto traverso; dando
così un aspetto appuntito analogo (ma in direzione opposta) a quello della struttura appuntita di “A”. Questa
versione elaborata viene talvolta usata contemporaneamente alla A classica in una medesima iscrizione,
perfino in una stessa parola, come in “Athenaios”, che significa “Ateniese”, epiteto che gli artisti ateniesi che
lavoravano fuori dalla patria erano fieri di aggiungere al loro “signum” su mosaici e sculture. In questi casi
questa variante sembra più che un espediente decorativo, esito di impulso e immaginazione artistica, in
particolare perché l’uso di una stessa lettera con due o più sagome differenti urta il principio di simmetria
cui gli alleni, e senza dubbio i loro artisti e artigiani, erano molto sensibili. Provenire da Atene accresceva
la reputazione di un artista. Forse questi ne sottolineava, pointed, enfaticamente l’importanza disegnando,
all’atto di segnalare la propria provenienza, un’alpha appuntita (acro) come primo carattere (acrobatico).
[…] Le implicazioni dell’alpha messapica possono essere ancora più profonde. […] Questo disegno non
è di pratica esecuzione, poiché richiede l’interruzione del “ductus”; ma le lettere slave sono talvolta più
complesse di quelle greche e latine”.
Da “Psicogenesi dell’alfabeto” di Alfred Kallir
identita
e carattere
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5.0 Concept
Abbiamo progettato un sistema
tipografico che ci permette
di comporre del testo con “n”
configurazioni per ciascun
glifo.
Le configurazioni sono state
individuate a seguito di una
ricerca iconografica su tutte le
iscrizioni sul territorio.
Tale alfabeto, privo di uno scopo
“filologico”, è stato progettato
per evocare, attraverso segni
antichi in cui è codificata e stra-
tificata, la cultura messapica.
Tale cultura è complessa
e a tratti difficile da discernere
rispetto a quella delle colonie
della Magna Grecia, o a quella,
posteriore, latina. Per questo
nell’alfabeto da noi disegnato
coesistono, seppur in ratio
minore, alcuni segni
provenienti da queste
due culture “limitrofe”.
Un alfabeto per rappresentare
un territorio, e le stratificazioni
culturali che nel tempo su di esso
hanno sedimentato.
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5.1 Carattere
Le principali caratteristiche
dell’alfabeto progettato sono le
seguenti:
Numeri:
- 108 glifi totali
- 2 pesi (regular e bold)
- 6 diversi algoritmi per
le alternative contestuali
- 11.663 coppie univoche di glifi
Correzioni ottiche:
- spessori orizzontali contrastati
- raddoppio dei punti dei vertici
negli angoli acuti
- rastremazioni in situazioni
particolari
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A
A
A
A
A
A
A
A
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B
B
B
B
B B
B
B
B
B
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C
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D D D
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E
E
E
E
E
E
E
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F F
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G G G G
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H
H
H
H
H
H
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I I
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K
K
K
K
K
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L L
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M
M
M
M
M
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N
N
N
N
N
N
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O O O
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P
P
P
P
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Q Q
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R
R
R
R
R
R
R
R
R
R
R
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S
S
S
S
S
S
S
S
S
S
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T T T T
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U
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V
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W W
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X X
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Y Y Y
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Z Z Z
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pranzo
di acqua
fa volti
sghembi
Tre esempi di configurazioni
molteplici in relazione
al medesimo pangramma.
pranzo
di acqua
fa volti
Sghembi
pranzo
di acqua
fa volti
sghembi
pranzo
di acqua
fa volti
sghembi
I due pesi, regular e bold,
disegnati per il sistema museale.
pranzo
di acqua
fa volti
sghembi
A
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A
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pranzo d'acqua
fa volti sghembi
pranzo d'acqua
fa volti sghembi
In associazione al carattere disegnato,
abbiamo pensato di utilizzare un ulteriore
carattere, più leggibile e dalle forme umanistiche,
per la redazione dei testi: lo Skolar.
pranzo d'acqua
fa volti sghembi
pranzo d'acqua
fa volti sghembi
palette
cromatica
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5.2 Palette
Abbiamo individuato 5 terne
di colori, ogni terna ha una
dominante precisa, declinata
in 3 differenti tonalità, una più
chiara, una media ed una più
scura.
Prevediamo di utilizzare
sempre combinazioni di 3 colori,
tra queste individuate, variando
di volta in volta, in relazione al
contesto.
	light
	medium
	dark
Il colore potrà essere usato anche
per elaborare delle immagini, ad
esempio virandole su una delle
scale individuate.
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sistema di
composizione
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5.3 Logotipo
Il logotipo è sempre composto
da 2 elementi:
- l'acronimo
	 "S - M - U"
- la dicitura
	 "SistemaMusealeUgento"
Il logotipo utilizza il carattere
"Messapia", disegnato
appositamente. Tale carattere
è stato progettato per avere più
alternative per ogni glifo.
Per la gestione delle "alternative
contestuali" è stato realizzato
un apposito algoritmo, che
combina dinamicamente
le lettere durante la digitazione
da tastiera.
5.4 Composizione
Sul primo livello (acronimo)
utilizziamo tutti i glifi.
Sul secondo livello (dicitura)
utilizziamo solo i glifi che ci
garantiscono la leggibilità.
In questo modo possiamo
evocare il passato, garantendo
a tutti la possibilità di accesso
alle informazioni.
Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
S
M
U
S
M
U
S
M
U
SISTEMA
MUSEALE
UGENTO
SISTEMA
MUSEALE
UGENTO
SISTEMA
MUSEALE
UGENTO
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S
M
U
S
M
U
S
M
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SISTEMA
MUSEALE
UGENTO
SISTEMA
MUSEALE
UGENTO
SISTEMA
MUSEALE
UGENTO
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5.4 Composizione
Il progetto prevede 2 varianti,
una verticale ed una orizzontale.
S M U
5.4 Utilizzo colori
L'acronimo utilizza sempre
una tinta "chiara", la dicitura
una tinta "scura", lo sfondo,
eventualmente ci sia, una tinta
media.
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5.4 Utilizzo colori
L'acronimo utilizza sempre
una tinta "chiara", la dicitura
una tinta "scura", lo sfondo,
eventualmente ci sia, una tinta
media.
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STATIONERY
6.0 Stationey
Biglietti da visita
–
Declinazione del brand
per luoghi
S
M
U
SISTEMA
MUSEALE
UGENTO
LargoSant’Antonio,1
73059Ugento(le)
tel	+390833555819
fax	+390833554843
mob	+393293915527
sistemamuseale@comune.ugento.le.it
www.sistemamusealeugento.it
S
M
U
SISTEMA
MUSEALE
UGENTO
LargoSant’Antonio,1
73059Ugento(le)
tel	+390833555819
fax	+390833554843
mob	+393293915527
sistemamuseale@comune.ugento.le.it
www.sistemamusealeugento.it
S
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U
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MUSEALE
UGENTO
LargoSant’Antonio,1
73059Ugento(le)
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fax	+390833554843
mob	+393293915527
sistemamuseale@comune.ugento.le.it
www.sistemamusealeugento.it
S
M
U
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MUSEALE
UGENTO
LargoSant’Antonio,1
73059Ugento(le)
tel	+390833555819
fax	+390833554843
mob	+393293915527
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S
M
U
SISTEMA
MUSEALE
UGENTO
NUOVO
MUSEO
ARcHEOLOGICO
S
M
U
SISTEMA
MUSEALE
UGENTO
collezione
adolfo
kolosso
S
M
U
SISTEMA
MUSEALE
UGENTO
cripta
del
crocefiSso
S
M
U
SISTEMA
MUSEALE
UGENTO
chiesa della
madonna di
costantinopoli
S
M
U
SISTEMA
MUSEALE
UGENTO
palazzo
roviTo
castello
dei principi
d amore
S
M
U
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MUSEALE
UGENTO
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7.0 Bibliografia
Untermann, Jürgen (1964) Die messapische Personennamen in Krahe H. (Hrsg),
Die Sprache der Illyrier, Harassowitz, Wiesbaden Vol. II
de Simone, Carlo (1978) Contributi per lo studio della flessione nominale messapica. Parte I.
L'evidenza, in Studi Etruschi Vol. 46 pp. 223-252
de Simone, Carlo (1982) Su tabaras (femm. -a) e la diffusione dei culti misteriosofici nella Messapia,
in Studi Etruschi Vol. 50 pp. 177-197
de Simone, Carlo (1984) La posizione linguistica della Daunia, in La civiltà dei Dauni nel quadro del mondo italico,
Atti del XIII Convegno di Studi Etruschi ed Italici, Manfredonia, 21-27 giugno 1980 Leo Olschki, Firenze pp. 113-127
Prosdocimi, Aldo Luigi (1989) Sulla flessione nominale messapica,
in Archivio Glottologico Italiano Vol. 74 pp. 137-174 (?)
Orioles, Vincenzo (1991) Il Messapico nel quadro indoeuropeo: tra innovazione e conservazione,
in Campanile E. (a cura di), Rapporti linguistici e culturali tra i popoli dell'Italia antica, Pisa, 6-8 ottobre 1989, Giardini, Pisa pp. 157-175
Gusmani, Roberto (2006) Ancora sul genitivo messapico in (A)IHI,
in Laporta M.T. (a cura di), Studi di antichità linguistiche in memoria di Ciro Santoro, Cacucci, Bari pp. 199-205
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SMU / Sistema Museale della città di Ugento

  • 1.
  • 2. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 1.0 Briefing Il progetto d’identità “Sistema Museale di Ugento” nasce con le seguenti finalità: 1. Descrivere e rappresentare il territorio di Ugento; 2. Evocare l’immaginario messapico, greco e latino; La natura sistemica del progetto richiede lo sviluppo di adeguati strumenti di comunicazione, capaci di prestarsi per molteplici utilizzi e declinazioni degli output. Le parole chiave: Messapia Sistema
  • 3. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 2.0 Messapia O anche “tra due mari” Uno dei principali artefatti riconducibile alla cultura messapica è la Trozzella, un’anfora, solitamente in ceramica, a collo lungo con alti manici e decorazioni che seguono motivi geometrici. Coltivavano l’ulivo e la vite; si dedicavano alla pastorizia, all’allevamento dei cani e dei cavalli, all’apicoltura. Sono arrivati a Otranto nel 1000 A.C. circa.
  • 4. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 2.1 Radici Esistono due teorie sull’origine dei Messapi: 1 – provenivano dall’Illiria Quando gruppi provenienti dall’Illiria, una regione oggi poco a nord dell’attuale Albania, si stanziarono nella penisola Salentina, mescolandosi con le popolazioni paleo- meridionali, dette anche ausoniche. La storia racconta che gli invasori furono guidati da Japyge, Dauno e Peucezio. I seguaci di Dauno si insediarono nell’attuale foggiano, le genti di Peucezio si stanziarono nel territorio barese, il gruppo guidato da Japyge occupò, infine, le sedi meridionali della Puglia, stabilendosi nell’attuale territorio delle province di Lecce, Brindisi e Taranto. Japygia, alla fine, si chiamerà tutta la Puglia fino alla totale conquista romana (269-267 a. C.), quando poi muterà il nome in Calabria. 2 – provenivano da Creta Quasi contemporaneamente agli Illiri si mossero verso questa terra anche i Greci, quasi sicuramente di provenienza cretese. Le fonti letterarie dell’antichità non si rivelano sempre attendibili al proposito, data la loro natura mitizzante delle informazioni storiche. Non sarebbe del tutto leggendario, però, il noto episodio di Erodoto secondo il quale Cretesi- Micenei, di ritorno dalla Sicilia, furono gettati da una tempesta in Japygia e, non avendo più possibilità di tornare a casa, vi rimasero e si trasformarono in Jàpygi-Messapi. Il poeta Virgilio invece, narra dell’eroe Idomeneo che, cacciato dalla propria patria, Licto, nell’isola di Creta, durante le sue peregrinazioni, in greco salo, riunì ed amalgamò profughi di diversa stirpe, i quali poi si fusero e si assimilarono con i Messapi, cioè i “popoli tra i due mari”.
  • 5. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 2.2 Storie La Japygia, che sorse come unità statale nel 1280 a. C., estese in seguito la sua influenza nel Salento e su tutti i territori dell’odierna Puglia, costituendo una federazione di nazioni e stati con i Messapi, i Peucezi ed i Dauni. Soltanto la colonia spartana di Taranto, a stento, riuscì a conservare la propria egemonia politico-culturale nella regione opponendosi con le armi, ma invano Taranto cercò di assoggettare i Messapi (473 a. C.): i Tarantini, imbattibili sul mare, dovettero soccombere a terra contro i Messapi, abili domatori di cavalli. Nel 413 a. C. il principe messapico Artas presta soccorso agli Ateniesi (che, con buona probabilità, avevano aiutato la popolazione messapica contro Taranto) impegnati in una dura battaglia contro la città di Siracusa. Dal 334 al 338 a. C. combattono, con successo, contro il re spartano Archidamo III giunto in Italia per soccorrere la colonia di Taranto. La cavalleria messapica era celerissima negli spostamenti e dell’imbattibilità dei cavalieri messapici si accorsero anche i Romani allorché li vollero al loro fianco nella seconda, tra il 326 e il 304 a. C. e nella terza, tra il 298 e il 290 a. C. guerra sannitica. Tra il 269 ed il 267 a. C., in seguito alla guerra tra i confederati messapo-salentini, Taranto e Pirro contro l’Urbe, si compì la conquista romana del Salento: il messapo e i dialetti di matrice greca furono sostituiti ovunque dal latino. Durante le guerre puniche le città messapiche passarono senza esitazione dalla parte di Annibale, Roma non perdonò mai quest’azione: le proprietà delle genti del Salento furono confiscate ed assegnate al territorio demaniale, al vecchio lotto si sostituì il latifondo a lavoro schiavile: era finita un’epoca.
  • 6. Ugento (l’antica OZAN) e la Messapia
  • 7. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 3.0 Scrittura Rappresentare un territorio e la sua storia attraverso un codice visivo che ne conserva, al suo interno, gli elementi costituitivi della memoria. Abbiamo deciso di utilizzare un alfabeto, appositamente disegnato recuperando i segni caratteristici del disegno delle lettere messapiche, ma anche le influenze, prima greche e poi latine, che hanno accompagnato l’evoluzione culturale e sociale di questo territorio. Il Messapico appartiene alla famiglia linguistica Indoeuropea. Il livello di attestazione frammentaria della lingua, nonché l’appartenenza dei suoi documenti a poche categorie testuali, scarse di tipologie grammaticali e lessicali, non consentono l’assegnazione della lingua ad un gruppo più definito all’interno dell’Indoeuropeo comune. Le lacune più sensibili riguardano la ricostruzione del sistema verbale e il trattamento delle labiovelari e delle palatali. Anche a livello morfologico non è sempre ben chiara la familiarità con il gruppo linguistico delle lingue italiche.
  • 8. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 Essendo la maggior parte delle iscrizioni messapiche costituite da nomi personali, pochi sono i termini non onomastici attestati. Tra questi si segnala argorapandes, il cui significato deve essere vicino a quello di ‘tesoriere’, ‘magistrato monetale’, bilia ‘figlia’, bennan (un tipo di veicolo), tabara ‘sacerdotessa’. Sono voci ricostruite *kalator (è attestato il genitivo singolare kalatoras), imprestito dal latino ‘araldo’ o altra simile funzione sacerdote e *teuta, termine noto dai suoi derivati onomastici (ad es. Taotor, Taotorres) e presente in altre lingue indoeuropee occidentali con il significato di ‘comunità’, ‘popolo’. 3.1 Fonetica I greci trasformarono l’alfabeto, introdussero le vocali, di fatto crearono il primo alfabeto fonetico, cioè che rappresentava a pari titolo sia i fonemi consonantici che quelli vocalici. Essi trasmisero l’alfabeto così modificato ai vari popoli del mediterraneo antico, fra i quali i messapi, che lo passarono a loro volta alle popolazioni limitrofe. In questo modo arrivò ai latini. Da queste intermediazioni dipendono le molte differenze tra l’alfabeto greco e quello latino, come per esempio il fatto che la lettera latina /C/ (l’antica “gimel” fenicia) abbia perso il suo originario suono /G/ per assumere lo stesso suono /K/ già più che efficacemente rappresentato dalle lettere /K/ e /Q/ (le antiche “kap” e “qop” fenicie): nella lingua etrusca, diversissima da greco e latino, mancava infatti il suono /G/. I romani dovettero rimediare a questo contrattempo aggiungendo la nuova lettera /G/ ottenuta aggiungendo un trattino alla /C/. La nuova lettera prese il posto della /Z/, eliminata in quanto rappresentava un suono inesistente in latino. Più tardi questa lettera venne reinserita per trascrivere le parole di origine greca che erano state accolte copiosamente nella lingua latina, e venne nuovamente aggiunta alla fine dell’alfabeto.
  • 9. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 La considerazione del valore fonologico da assegnare ai grafemi messapici presenta una serie di difficoltà. Mentre vi è certezza sul fatto che il messapico distinguesse tra vocali brevi e vocali lunghe, come nel resto delle lingue indoeuropee, rimane difficile determinare la posizione delle vocali l’una rispetto all’altra e quindi il loro esatto valore fonologico. L’oscillazione tra /i/ ed /u/ nell’alfabeto apulo (variante tarda settentrionale del messapico) e tra /i/ ed /o/ in quello messapico, riflette probabilmente un sistema vocalico asimmetrico che oppone due anziché tre vocali nella serie velare. Altri fenomeni fonologici sono, in epoca predocumetaria, il passaggio da /o/ ad /a/ (*to-bhoros > tabaras) e la palatalizzazione a livello consonantico, espressa per mezzo della geminazione del grafema. Per quanto riguarda il consonantismo, le medie aspirate indoeuropee sono rese in Messapico con le medie corrispondenti, sia in posizione iniziale che all’interno di parola (es.beran ‘che portino’, con b < *bh). La */s/ indoeuropea è inoltre trattata come /h/, sia in posizione iniziale che intervocalica (klaohi’ascolta’ da *kleu-s-i).
  • 10. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 3.2 Morfologia La morfologia del Messapico, dato il suo alto grado di frammentarietà, è ricostruibile solo in minima parte e mediante criteri comparativi. Sono attestati due numeri: singolare e plurale. I casi finora attestati sono quattro: nominativo, accusativo, genitivo e dativo. Riguardo al sistema verbale si può dire soltanto che sono riconosciuti casi di: – indicativo (presente, aoristo e perfetto) – imperativo (presente) – congiuntivo (presente) – ottativo (presente) Le persone attestate nelle iscrizioni sono due: la 3a singolare e la 3a plurale. I tempi ricostruibili sono il presente, l’aoristo e il perfetto.
  • 12. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 4.0 Iscrizioni Piccola stele di pietra leccese da Nardò (Lecce) L’iscrizione è incisa con andamento semicircolare e con ductus sinistrorso su una faccia della stele. La lettura è: baolihinolibataos da dividere in: baolihi no libataos L’iscrizione si data, in base a criteri paleografici, prima metà VI e prima metà V secolo a.C. L’altezza delle lettere è variabile, e le lettere presentano una forma arcaica, come si vede dalla forma dell’alpha, del ny e dal beta con la prima asta allungata.
  • 13. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 Blocco di pietra proveniente da Vieste, sul Gargano (Foggia) L’iscrizione è incisa destrorsa sulla faccia superiore e continua su un’altra faccia del bocco di pietra. La lettura è: agol |2 zonvi |3 nana diva |2 dama |3 tira da dividere in: agolzon vinana diva damatira L’iscrizione si data, in base a criteri paleografici, tra IV e III secolo a.C. Si nota un errore di scrittura sulla faccia laterale del blocco, dove la prima lettera di diva, un delta, è stato prima realizzato come alpha. Se non è possibile fornire un inquadramento lessicale per algozon, perché scarsamente attestato (unica altra attestazione nella formaagolzei in un’altra iscrizione da Vieste Garganico: MLM 2 Vi) Vinana è un nome proprio femminile, probabilmente un gentilizio, espresso al singolare nominativo. L’espressione Diva Damatira compare invece altre volte nell’epigrafia messapica: si tratta di un teonimo femminile. Damatira infatti è la forma messapica della dea Demetra, mentre Diva è il suo appositivo, espresso anche nella forma Deiva. Questo, come altri blocchi analoghi iscritti da Vieste Garganico, sono da inquadrare nell’ambito votivo.
  • 14. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 Piccola lastra di carparo da Mesagne L’iscrizione è realizzata con ductus destrorso su due righe. A sinistra dell’iscrizione è raffigurata una piccola croce di S. Andrea su un asta verticale, stilizzazione della fiaccola demetriaca. Un alpha, evidentemente dimenticato nella scrittura del testo, è stato reinserito sotto la riga all’altezza della lettera beta. L’ultima lettera del testo è stata eseguita al di sotto della riga per motivi di spazio. In base alla forma delle lettere, in particolare dell’alpha con tratto mediano angolato, del rho con breve apice obliquo e del sigma con asta superiore allungata, l’iscrizione si data al III secolo a.C. La lettura è: tabaroa |2 s da dividere in: tabaroas La fiaccola demetriaca e il nome espresso nel testo rimandano ai culti demetriaci. Il nome tabara, analizzabile come *to-bhorā(derivato da *to-bher-, cfr. il greco ϕορός) ha il significato di “colei che porta (le offerte), quindi “sacerdotessa”.
  • 15. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 Alfabeto messapico e iscrizioni di Vaste La più lunga epigrafe messapica fu scoperta a Vaste nel XVI sec come ci riferisce il Galateo nel suo “De situ Japige”. Nella foto, tratta da “Le Iscrizioni Messapiche” - Maggiulli-Castromediano -1871, la trascrizione dell’epigrafe di Vaste. La lettura è: Klohi Zis thotoria marta pido vastei basta veinan aran in daranthoa vasti staboos xohedonas daxtassi vaanetos inthi trigonoxo a staboos xohetthihi dazimaihi beiliihi inthi rexxorixoa kazareihi xohetthihi toeihithi dazohonnihi inthi vastima daxtas kratheheihi inthi ardannoa poxxonnihi a imarnaihi. Traduzione: Ascolta Zues! Io, Totoria Marta, cedo alla città di Basta (Vaste) il mio terreno, con la malleveria [presentata] nel senato da Stabonas Xonedon e da Dazet Vaanet, nel collegio dei mercanti da Stabuas Xonettes figlio di Dazohonnes, nell’assemblea cittadina da Dastas Kratehes, e in quella dei contadini da Poxxonnes Aimarnas.
  • 16. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 4.1 Stilemi Bassa Messapia Alta Messapia Piceno Costa Adriatica
  • 17. “Anche una tarda variante greca (il messapico) della “Alpha” maiuscola colpisce come compromesso tra vista frontale e laterale. Essa non richiede un tratto apposito, ma solo un’angolatura del tratto traverso; dando così un aspetto appuntito analogo (ma in direzione opposta) a quello della struttura appuntita di “A”. Questa versione elaborata viene talvolta usata contemporaneamente alla A classica in una medesima iscrizione, perfino in una stessa parola, come in “Athenaios”, che significa “Ateniese”, epiteto che gli artisti ateniesi che lavoravano fuori dalla patria erano fieri di aggiungere al loro “signum” su mosaici e sculture. In questi casi questa variante sembra più che un espediente decorativo, esito di impulso e immaginazione artistica, in particolare perché l’uso di una stessa lettera con due o più sagome differenti urta il principio di simmetria cui gli alleni, e senza dubbio i loro artisti e artigiani, erano molto sensibili. Provenire da Atene accresceva la reputazione di un artista. Forse questi ne sottolineava, pointed, enfaticamente l’importanza disegnando, all’atto di segnalare la propria provenienza, un’alpha appuntita (acro) come primo carattere (acrobatico). […] Le implicazioni dell’alpha messapica possono essere ancora più profonde. […] Questo disegno non è di pratica esecuzione, poiché richiede l’interruzione del “ductus”; ma le lettere slave sono talvolta più complesse di quelle greche e latine”. Da “Psicogenesi dell’alfabeto” di Alfred Kallir
  • 19. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 5.0 Concept Abbiamo progettato un sistema tipografico che ci permette di comporre del testo con “n” configurazioni per ciascun glifo. Le configurazioni sono state individuate a seguito di una ricerca iconografica su tutte le iscrizioni sul territorio. Tale alfabeto, privo di uno scopo “filologico”, è stato progettato per evocare, attraverso segni antichi in cui è codificata e stra- tificata, la cultura messapica. Tale cultura è complessa e a tratti difficile da discernere rispetto a quella delle colonie della Magna Grecia, o a quella, posteriore, latina. Per questo nell’alfabeto da noi disegnato coesistono, seppur in ratio minore, alcuni segni provenienti da queste due culture “limitrofe”. Un alfabeto per rappresentare un territorio, e le stratificazioni culturali che nel tempo su di esso hanno sedimentato.
  • 20. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 5.1 Carattere Le principali caratteristiche dell’alfabeto progettato sono le seguenti: Numeri: - 108 glifi totali - 2 pesi (regular e bold) - 6 diversi algoritmi per le alternative contestuali - 11.663 coppie univoche di glifi Correzioni ottiche: - spessori orizzontali contrastati - raddoppio dei punti dei vertici negli angoli acuti - rastremazioni in situazioni particolari
  • 21. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 A A A A A A A A
  • 22. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 B B B B B B B B B B
  • 23. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 C
  • 24. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 D D D
  • 25. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 E E E E E E E
  • 26. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 F F
  • 27. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 G G G G
  • 28. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 H H H H H H
  • 29. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 I I
  • 30. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 K K K K K
  • 31. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 L L
  • 32. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 M M M M M
  • 33. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 N N N N N N
  • 34. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 O O O
  • 35. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 P P P P
  • 36. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 Q Q
  • 37. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 R R R R R R R R R R R
  • 38. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 S S S S S S S S S S
  • 39. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 T T T T
  • 40. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 U
  • 41. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 V
  • 42. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 W W
  • 43. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 X X
  • 44. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 Y Y Y
  • 45. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 Z Z Z
  • 46. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 pranzo di acqua fa volti sghembi Tre esempi di configurazioni molteplici in relazione al medesimo pangramma. pranzo di acqua fa volti Sghembi pranzo di acqua fa volti sghembi
  • 47. pranzo di acqua fa volti sghembi I due pesi, regular e bold, disegnati per il sistema museale. pranzo di acqua fa volti sghembi A Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 A
  • 48. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 pranzo d'acqua fa volti sghembi pranzo d'acqua fa volti sghembi In associazione al carattere disegnato, abbiamo pensato di utilizzare un ulteriore carattere, più leggibile e dalle forme umanistiche, per la redazione dei testi: lo Skolar. pranzo d'acqua fa volti sghembi pranzo d'acqua fa volti sghembi
  • 50. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 5.2 Palette Abbiamo individuato 5 terne di colori, ogni terna ha una dominante precisa, declinata in 3 differenti tonalità, una più chiara, una media ed una più scura. Prevediamo di utilizzare sempre combinazioni di 3 colori, tra queste individuate, variando di volta in volta, in relazione al contesto. light medium dark Il colore potrà essere usato anche per elaborare delle immagini, ad esempio virandole su una delle scale individuate.
  • 51. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
  • 52. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
  • 53. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
  • 55. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 5.3 Logotipo Il logotipo è sempre composto da 2 elementi: - l'acronimo "S - M - U" - la dicitura "SistemaMusealeUgento" Il logotipo utilizza il carattere "Messapia", disegnato appositamente. Tale carattere è stato progettato per avere più alternative per ogni glifo. Per la gestione delle "alternative contestuali" è stato realizzato un apposito algoritmo, che combina dinamicamente le lettere durante la digitazione da tastiera.
  • 56. 5.4 Composizione Sul primo livello (acronimo) utilizziamo tutti i glifi. Sul secondo livello (dicitura) utilizziamo solo i glifi che ci garantiscono la leggibilità. In questo modo possiamo evocare il passato, garantendo a tutti la possibilità di accesso alle informazioni. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 S M U S M U S M U SISTEMA MUSEALE UGENTO SISTEMA MUSEALE UGENTO SISTEMA MUSEALE UGENTO
  • 57. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 S M U S M U S M U SISTEMA MUSEALE UGENTO SISTEMA MUSEALE UGENTO SISTEMA MUSEALE UGENTO
  • 58. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 5.4 Composizione Il progetto prevede 2 varianti, una verticale ed una orizzontale. S M U
  • 59. 5.4 Utilizzo colori L'acronimo utilizza sempre una tinta "chiara", la dicitura una tinta "scura", lo sfondo, eventualmente ci sia, una tinta media. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
  • 60. 5.4 Utilizzo colori L'acronimo utilizza sempre una tinta "chiara", la dicitura una tinta "scura", lo sfondo, eventualmente ci sia, una tinta media. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300
  • 62. 6.0 Stationey Biglietti da visita – Declinazione del brand per luoghi S M U SISTEMA MUSEALE UGENTO LargoSant’Antonio,1 73059Ugento(le) tel +390833555819 fax +390833554843 mob +393293915527 sistemamuseale@comune.ugento.le.it www.sistemamusealeugento.it S M U SISTEMA MUSEALE UGENTO LargoSant’Antonio,1 73059Ugento(le) tel +390833555819 fax +390833554843 mob +393293915527 sistemamuseale@comune.ugento.le.it www.sistemamusealeugento.it S M U SISTEMA MUSEALE UGENTO LargoSant’Antonio,1 73059Ugento(le) tel +390833555819 fax +390833554843 mob +393293915527 sistemamuseale@comune.ugento.le.it www.sistemamusealeugento.it S M U SISTEMA MUSEALE UGENTO LargoSant’Antonio,1 73059Ugento(le) tel +390833555819 fax +390833554843 mob +393293915527 sistemamuseale@comune.ugento.le.it www.sistemamusealeugento.it
  • 70. Sistema Museale Ugento 2015 Progetto d’Identità FF3300 7.0 Bibliografia Untermann, Jürgen (1964) Die messapische Personennamen in Krahe H. (Hrsg), Die Sprache der Illyrier, Harassowitz, Wiesbaden Vol. II de Simone, Carlo (1978) Contributi per lo studio della flessione nominale messapica. Parte I. L'evidenza, in Studi Etruschi Vol. 46 pp. 223-252 de Simone, Carlo (1982) Su tabaras (femm. -a) e la diffusione dei culti misteriosofici nella Messapia, in Studi Etruschi Vol. 50 pp. 177-197 de Simone, Carlo (1984) La posizione linguistica della Daunia, in La civiltà dei Dauni nel quadro del mondo italico, Atti del XIII Convegno di Studi Etruschi ed Italici, Manfredonia, 21-27 giugno 1980 Leo Olschki, Firenze pp. 113-127 Prosdocimi, Aldo Luigi (1989) Sulla flessione nominale messapica, in Archivio Glottologico Italiano Vol. 74 pp. 137-174 (?) Orioles, Vincenzo (1991) Il Messapico nel quadro indoeuropeo: tra innovazione e conservazione, in Campanile E. (a cura di), Rapporti linguistici e culturali tra i popoli dell'Italia antica, Pisa, 6-8 ottobre 1989, Giardini, Pisa pp. 157-175 Gusmani, Roberto (2006) Ancora sul genitivo messapico in (A)IHI, in Laporta M.T. (a cura di), Studi di antichità linguistiche in memoria di Ciro Santoro, Cacucci, Bari pp. 199-205
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