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Nick van Woert Untitled (2011) in Meyers T. How is comorbidity lived? Lancet. 2015
Introduzione
ai temi del congresso
Guido Danti
qualità delle cure
processi assistenziali
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PDTA territoriali
PDTA ospedalieri
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B.Starfield-2011
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
Massimo Tombesi
La diagnosi in medicina generale
Introduzione al congresso
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Generalismo e specialismo
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0= In salute = 19,2%
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2 = Una singola patologia o
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multiple = 17,7%
4 = Multimorbidita’ e
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5=
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PALLIAZIONE,
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La piramide del rischio: pesi e misure diverse
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Carico o peso 0
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Maria Chiara Corti
ACG nelle cure primarie
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
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ACG: distribuzione per carico di malattia
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Per quanto riguarda la variabilità di
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EUROPEAN PATHWAY ASSOCIATION
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Quello che è corretto per la
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standardizzazione a livello organizzativo?”.
 (La mancanza del) Coordinamento con gli
specialisti rimane un problema aperto
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GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
La medicina di famiglia e i servizi territoriali credono poco
all’utilità dei Percorsi diagnostico terapeutico assistenziali
(PDTA) per singole malattie. Nella realtà questi servizi lavorano
sempre più con pazienti affetti da morbilità multiple piuttosto
che da una singola condizione patologica, e le scelte
diagnostico-terapeutiche sono il frutto più che altro di una
contrattazione con il paziente e i suoi familiari, mentre le
finalità sono orientate soprattutto verso il mantenimento dei
livelli di autonomia e la soddisfazione di bisogni di tipo sociale.
Post 125 – Un paziente, un percorso
di Danilo di Diodoro (pubblicato il 06/06/2013,
in Post) http://www.scire-ausl.bo.it/
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
Sottotitolo: “Reti integrate sul territorio per presa
in carico, ‘tecnoassistenza’ e Piani di cura
personalizzati.
• Definisce a livello nazionale un “disegno
strategico” per la gestione della cronicità, che le
singole regioni potranno attuare sul proprio
territorio in considerazione dei servizi e delle
risorse disponibili (parte I del Piano)
• Detta linee di indirizzo su patologie con
caratteristiche e bisogni assistenziali specifici
(parte II del Piano).
Malattie renali croniche e IRC; AR e artriti croniche in età
evolutiva; Crohn e Rettocolite ulcerosa; Insufficienza
cardiaca cronica; Malattia di Parkinson; BPCO;
Insufficienza respiratoria cronica in età evolutiva; Asma in
età evolutiva; Malattie endocrine in età evolutiva;
Malattie renali croniche in età evolutiva.
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
La cura dei pazienti con condizioni multiple a
lungo termine è estremamente complessa, e può
coinvolgere il servizio sanitario nazionale a vario
titolo.
Questo perché le diverse malattie croniche che
coesistono nel medesimo paziente e i loro
trattamenti interagiscono in modi molteplici, e la
loro cura viene spesso suddivisa e frammentata
tra diversi centri specialistici.
Il paziente con multimorbilità deve essere fatto
oggetto di un approccio di cure personalizzato,
che sia in grado, tra le altre cose, di produrre un
miglioramento della qualità di vita, che tenga
conto delle preferenze e necessità personali, dei
rischi e benefici raggiungibili.
http://www.md-digital.it/home/index.php/evidenza-content/3031-linee-guida-in-tema-di-multimorbilita-e-cure-personalizzate
Ultima modifica il Martedì, 12 Aprile 2016 14:54 GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
health care ‘hassles’
sono le difficoltà che i
pazienti sperimentano
frequentando i servizi
sanitari
I pazienti sono stati individuati nei registri delle condizioni croniche in cui vi fosse la combinazione di
almeno due delle seguenti patologie; BPCO, cardiopatia ischemica cronica, diabete, osteoartrite e
disturbo depressivo.
Per esigenze descrittive, le difficoltà sono state raggruppate in 3 categorie di problemi:
1. bisogno di informazioni e interazioni con col personale sanitario
2. assunzione dei farmaci
3. accesso ai servizi sanitari
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
18 RCTs hanno preso in esame interventi complessi e diversi tra loro per persone con multimorbidità
In 12 studi, l’elemento principale dell’intervento è stato il cambiamento nella organizzazione della erogazione
delle cure generalmente impostato secondo il case management o integrato in un team multidisciplinary
(CHM)
1. Sono state registrate scarse o nulle differenze negli esiti (outcomes) clinici
2. Si è vista una riduzione modesta nelle medie dei punteggi nelle scale della depressione negli studi che
avevano come obiettivo lo studio dei pazienti depressi
3. Gli interventi hanno ridotto di poco nulla il ricorso ai servizi sanitari (low certainty evidence),
4. e possono migliorare di poco l’aderenza alle terapie (low certainty evidence),
5. Con probabilità migliorano leggermente le percezioni dei pazienti sul loro stato di salute (moderate
certainty evidence),
6. e probabilmente anche le percezioni del personale sanitario in termini di miglioramento della qualità delle
prescrizioni e della qualità della cura offerta (moderate certainty evidence).
I risultati indicano un miglioramento
negli esiti clinici se gli interventi sono
orientati a FATTORI DI RISCHIO quale la
depressione o a specifiche DISABILITA’
FUNZIONALI in persone con
multimorbidità.
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
FATTORI di RISCHIO
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
Conclusioni:
Il numero dei farmaci prescritti è
• il più potente predittore della frequenza di
consultazioni (approvigionamento e reazioni
avverse)
• il secondo più potente predittore di mortalità
• può essere un indicatore semplice e affidabile
nella valutazione della multimorbidità nelle
cure primarie.
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
Conclusioni:
La percezione del proprio stato di salute rappresenta un semplice ma importante
elemento di autovalutazione che va usato per integrare le valutazioni cliniche sullo
stato di malattia dei pazienti con patologie croniche multiple.
In particolare gli uomini, con tre o più patologie o con comorbidità
cardiovascolare e con una cattiva percezione del proprio stato di salute,
necessitano di valutazioni cliniche approfondite e di interventi aggressivi per
migliorare la loro salute fisica e quella percepita.
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
• DISEGNO: seguiti con PAP (PAI)
vs cure usuali
• RICERCATORI: almeno 20 MMG
in team multi
professionale/ULSS
• OBIETTIVO: 400 PAP x regione
con un sperimentazione di un
set minimo di contenuti
• OUTCOME: a 12 mesi
1 – qualità della assistenza
2 – volumi di prestazioni erogate
3 – accessi al PS
4 – ricoveri ospedalieri
• METODI: identificazione
proattiva dei pazienti con
“algoritmi” validati (ACG)
GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
Lavorare per OBIETTIVI
ORIENTARE INTERVENTI A PARTIRE DA
FATTORI DI RISCHIO:
• Frammentazione delle cure
• Persone svantaggiate
• Malattia mentale
• Stato funzionale scaduto
• Autovalutazione critica
• Uomini con 3 patologie o rischio CVS
elevato
• Politerapie
• Persone insoddisfatte della qualità
delle cure ricevute*
ELEMENTI CARDINE
• Piani di cura individualizzati
• Coordinamento degli interventi nel
team e con i servizi sociali
• Negoziazione degli obiettivi
(specialisti)
• Scelta degli interlocutori (specialisti)
• Interventi proattivi se graditi ai
pazienti
• Supporto segretariale per l’accesso
ai servizi e regolazione delle agende
dei pazienti
E gli altri?
incorporare il punto di vista delle persone
Jennifer ha 75 anni. 15 anni fa ha perduto il marito. Da allora è paziente del nostro team e si trova con una storia clinica
piuttosto complessa: ha subito l’impianto di una protesi d’anca per osteoartrosi, è ipertesa, ha un diabete di tipo 2 ed una
BPCO. Vive a casa propria ed è indipendente, riceve un po’ di aiuto dalla figlia minore, Elisabeth.
Io vado a farle visita regolarmente ed ogni volta mi accoglie dicendomi: “dottore, lei deve aiutarmi”. E, di seguito, mi elenca i
suoi disturbi e le sue sensazioni: qualche volta hanno a che fare col cuore, altre volte con i polmoni, poi le anche … Ed ogni
volta io le suggerisco - in accordo con le Linee Guida – una serie di esami che, alla fine, non migliorano le sue condizioni. Le sue
richieste si fanno sempre più insistenti e la mia sensazione di impotenza e di inadeguatezza, assieme alla mia irritazione,
crescono.
Oltretutto, ho a che fare con Linee Guida che sono contradditorie: per la BPCO a volte ha bisogno di corticosteroidi, che
peggiorano il suo diabete. L’aggiustamento delle terapie per l’ipertensione (a volte la pressione è alta, altre bassa) non trovano
la sua approvazione a cui si aggiunge quella contro la mia attenzione per la sua emoglobina glicata e i test di funzionalità
respiratoria.
Dopo una quantità enorme di visite, Jennifer mi dice: “dottore, devo dirle quello che realmente mi importa. Il martedì e il
giovedì vado a trovare i miei amici che abitano qui nel quartiere e con loro gioco a carte. Il sabato, vado al supermercato con
mia figlia.
Per prima cosa, desidero un po’ di tranquillità. Non vorrei più cambiare in continuazione le terapie, soprattutto non dover fare
questo e quello.
Nelle conversazioni successive mi è diventato chiaro come Jennifer ha formulato i propri obiettivi di vita. Allo stesso tempo ho
compreso come le Linee Guida possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi che Jennifer si è data. Ho continuato a
farle visita ed ogni volta con molto piacere. So che cosa lei desidera e con quanta semplicità io possa partecipare alla sua vita.
Ora so che cosa desidera e quanto io possa essere semplicemente di aiuto nella sua vita.
(Prof Jan de Maeseneer)
buon lavoro
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buona permanenza

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Introduzione ai temi del XXVIII Congresso CSeRMEG (Guido Danti)

  • 1. Nick van Woert Untitled (2011) in Meyers T. How is comorbidity lived? Lancet. 2015 Introduzione ai temi del congresso Guido Danti
  • 2. qualità delle cure processi assistenziali standardizzazioni assetti organizzativi territoriali complessi PDTA territoriali PDTA ospedalieri PIC Percorsi Integrati di Cura Quale rilevanza ha il punto di vista del paziente?
  • 3. “E’ tempo che i medici di famiglia prendano l’iniziativa per muovere l’assistenza medica laddove ci sono i bisogni; per assistere i pazienti e le popolazioni e non le malattie. Tutto ciò non solo è biologicamente corretto, ma anche più efficace, più efficiente, sicuro e più equo”. B.Starfield-2011 GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 4. Massimo Tombesi La diagnosi in medicina generale Introduzione al congresso GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 5. Massimo Tombesi Generalismo e specialismo GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 6. 0= In salute = 19,2% 1 = Sviluppo dei sintomi = 40,7 % 2 = Una singola patologia o condizione non complessa = 18,7% 3 = Patologia singola complessa,Patologie multiple = 17,7% 4 = Multimorbidita’ e complessita’ = 3 % 5= Terminalita’ = 1% PALLIAZIONE, COORDINAMETOCURE COORDINAMENTO CURE CASEMANAGEMENT COORDINAMENTO CURE DISEASE/CASE MANAGEMENT PDTA,DISEASE MANAGEMENT DIAGNOSTICA DIFFERENZIALE PROMOZIONE SALUTE SCREENING CARICO ASSISTENZIALE=COSTO La piramide del rischio: pesi e misure diverse STRUMENTIDI MANAGEMENT Carico o peso 0 Carico 0,3 Carico 0,9 Carico 2,4 Carico 5,1 Carico 10,2 Maria Chiara Corti ACG nelle cure primarie GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 7. 75% 21,4% 74,3% ACG: distribuzione per carico di malattia e utilizzo di risorse sanitarie nelle 6 ULSS
  • 8. definizioni COMORBIDITA’ Presenza di ogni altra patologia distinta preesistente o coesistente rispetto alla malattia “indice” MUTIMORBIDITA’ L’intercorrenza di due o più malattie o condizioni mediche nello stesso individuo I termini di comorbidità, multimorbidità, complessità hanno definizioni che possono essere rappresentate come un gruppo di insiemi e sottoinsiemi matematici in grado di identificare nella sua articolata totalità la cosiddetta medicina delle complessità. Multimorbidità è definita come la qualsiasi combinazione di una malattia cronica con almeno un’altra malattia (cronica o acuta) o fattore bio-psico-sociale (associato o meno) o fattore di rischio somatico. [LA DEFINIZIONE DI MULTIMORBIDITA’ SECONDO EGPRN - Harrys Ligidakis - http://www.aimef.org/?q=node/188 ] GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 9. Fabrizio Valcanover Specificità, metodo clinico e professione in medicina generale. - Interfaccia tra sapere scientifico e saper profano - Immerso nel contesto - In una storia nel tempo con il paziente e la famiglia dei curanti (composta da uno o più attori: specialisti, infermieri, ass.sociali, segretarie, familiari, …....) GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 10. LA REGIONE VENETO ED I P.D.T.A. - E.RIZZATO 2016 GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 11. Per quanto riguarda la variabilità di comportamento clinico esistono significativi margini di standardizzazione e riduzione della variabilità. Per fare questo lo strumento è il PDTA (percorsi diagnostico terapeutici assistenziali) che rappresentano la sequenza spaziale e temporale delle attività che devono essere svolte da professionisti diversi per dare migliore risposte assistenziali ai pazienti. (E.Rizzato 2016) Il loro impatto però non è chiaro. Diverse analisi sugli effetti dei PDTA descrivono una grande varietà di esiti. EUROPEAN PATHWAY ASSOCIATION http://e-p-a.org/sito-internet-e-p-a/percorsi-diagnostici-terapeutici-e-assistenziali-pdta/ GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 12. GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 13. Quello che è corretto per la patologia (EBM) rappresenta sempre la cosa migliore per il paziente? (NEJM 2004) La composizione e il coodinamento dei teams sono le due componenti di complessità maggiore: “ come assicurare cure individualizzate con una standardizzazione a livello organizzativo?”.  (La mancanza del) Coordinamento con gli specialisti rimane un problema aperto • L’allineamento tra le cure domiciliari ed i servizi sociali costituisce una sfida in tutti i paesi se non altro per la fonte diversa di finanziamento GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 14. La medicina di famiglia e i servizi territoriali credono poco all’utilità dei Percorsi diagnostico terapeutico assistenziali (PDTA) per singole malattie. Nella realtà questi servizi lavorano sempre più con pazienti affetti da morbilità multiple piuttosto che da una singola condizione patologica, e le scelte diagnostico-terapeutiche sono il frutto più che altro di una contrattazione con il paziente e i suoi familiari, mentre le finalità sono orientate soprattutto verso il mantenimento dei livelli di autonomia e la soddisfazione di bisogni di tipo sociale. Post 125 – Un paziente, un percorso di Danilo di Diodoro (pubblicato il 06/06/2013, in Post) http://www.scire-ausl.bo.it/ GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 15. GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 16. GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 17.
  • 18. Sottotitolo: “Reti integrate sul territorio per presa in carico, ‘tecnoassistenza’ e Piani di cura personalizzati. • Definisce a livello nazionale un “disegno strategico” per la gestione della cronicità, che le singole regioni potranno attuare sul proprio territorio in considerazione dei servizi e delle risorse disponibili (parte I del Piano) • Detta linee di indirizzo su patologie con caratteristiche e bisogni assistenziali specifici (parte II del Piano). Malattie renali croniche e IRC; AR e artriti croniche in età evolutiva; Crohn e Rettocolite ulcerosa; Insufficienza cardiaca cronica; Malattia di Parkinson; BPCO; Insufficienza respiratoria cronica in età evolutiva; Asma in età evolutiva; Malattie endocrine in età evolutiva; Malattie renali croniche in età evolutiva. GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 19.
  • 20.
  • 21. La cura dei pazienti con condizioni multiple a lungo termine è estremamente complessa, e può coinvolgere il servizio sanitario nazionale a vario titolo. Questo perché le diverse malattie croniche che coesistono nel medesimo paziente e i loro trattamenti interagiscono in modi molteplici, e la loro cura viene spesso suddivisa e frammentata tra diversi centri specialistici. Il paziente con multimorbilità deve essere fatto oggetto di un approccio di cure personalizzato, che sia in grado, tra le altre cose, di produrre un miglioramento della qualità di vita, che tenga conto delle preferenze e necessità personali, dei rischi e benefici raggiungibili. http://www.md-digital.it/home/index.php/evidenza-content/3031-linee-guida-in-tema-di-multimorbilita-e-cure-personalizzate Ultima modifica il Martedì, 12 Aprile 2016 14:54 GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 22. GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 23. GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 24. health care ‘hassles’ sono le difficoltà che i pazienti sperimentano frequentando i servizi sanitari I pazienti sono stati individuati nei registri delle condizioni croniche in cui vi fosse la combinazione di almeno due delle seguenti patologie; BPCO, cardiopatia ischemica cronica, diabete, osteoartrite e disturbo depressivo. Per esigenze descrittive, le difficoltà sono state raggruppate in 3 categorie di problemi: 1. bisogno di informazioni e interazioni con col personale sanitario 2. assunzione dei farmaci 3. accesso ai servizi sanitari GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 25.
  • 26.
  • 27. 18 RCTs hanno preso in esame interventi complessi e diversi tra loro per persone con multimorbidità In 12 studi, l’elemento principale dell’intervento è stato il cambiamento nella organizzazione della erogazione delle cure generalmente impostato secondo il case management o integrato in un team multidisciplinary (CHM) 1. Sono state registrate scarse o nulle differenze negli esiti (outcomes) clinici 2. Si è vista una riduzione modesta nelle medie dei punteggi nelle scale della depressione negli studi che avevano come obiettivo lo studio dei pazienti depressi 3. Gli interventi hanno ridotto di poco nulla il ricorso ai servizi sanitari (low certainty evidence), 4. e possono migliorare di poco l’aderenza alle terapie (low certainty evidence), 5. Con probabilità migliorano leggermente le percezioni dei pazienti sul loro stato di salute (moderate certainty evidence), 6. e probabilmente anche le percezioni del personale sanitario in termini di miglioramento della qualità delle prescrizioni e della qualità della cura offerta (moderate certainty evidence). I risultati indicano un miglioramento negli esiti clinici se gli interventi sono orientati a FATTORI DI RISCHIO quale la depressione o a specifiche DISABILITA’ FUNZIONALI in persone con multimorbidità. GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 28. FATTORI di RISCHIO GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 29. Conclusioni: Il numero dei farmaci prescritti è • il più potente predittore della frequenza di consultazioni (approvigionamento e reazioni avverse) • il secondo più potente predittore di mortalità • può essere un indicatore semplice e affidabile nella valutazione della multimorbidità nelle cure primarie. GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 30. Conclusioni: La percezione del proprio stato di salute rappresenta un semplice ma importante elemento di autovalutazione che va usato per integrare le valutazioni cliniche sullo stato di malattia dei pazienti con patologie croniche multiple. In particolare gli uomini, con tre o più patologie o con comorbidità cardiovascolare e con una cattiva percezione del proprio stato di salute, necessitano di valutazioni cliniche approfondite e di interventi aggressivi per migliorare la loro salute fisica e quella percepita. GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 31. • DISEGNO: seguiti con PAP (PAI) vs cure usuali • RICERCATORI: almeno 20 MMG in team multi professionale/ULSS • OBIETTIVO: 400 PAP x regione con un sperimentazione di un set minimo di contenuti • OUTCOME: a 12 mesi 1 – qualità della assistenza 2 – volumi di prestazioni erogate 3 – accessi al PS 4 – ricoveri ospedalieri • METODI: identificazione proattiva dei pazienti con “algoritmi” validati (ACG) GD - XXXVIII congresso CSeRMEG 2016
  • 32. Lavorare per OBIETTIVI ORIENTARE INTERVENTI A PARTIRE DA FATTORI DI RISCHIO: • Frammentazione delle cure • Persone svantaggiate • Malattia mentale • Stato funzionale scaduto • Autovalutazione critica • Uomini con 3 patologie o rischio CVS elevato • Politerapie • Persone insoddisfatte della qualità delle cure ricevute* ELEMENTI CARDINE • Piani di cura individualizzati • Coordinamento degli interventi nel team e con i servizi sociali • Negoziazione degli obiettivi (specialisti) • Scelta degli interlocutori (specialisti) • Interventi proattivi se graditi ai pazienti • Supporto segretariale per l’accesso ai servizi e regolazione delle agende dei pazienti
  • 34. incorporare il punto di vista delle persone Jennifer ha 75 anni. 15 anni fa ha perduto il marito. Da allora è paziente del nostro team e si trova con una storia clinica piuttosto complessa: ha subito l’impianto di una protesi d’anca per osteoartrosi, è ipertesa, ha un diabete di tipo 2 ed una BPCO. Vive a casa propria ed è indipendente, riceve un po’ di aiuto dalla figlia minore, Elisabeth. Io vado a farle visita regolarmente ed ogni volta mi accoglie dicendomi: “dottore, lei deve aiutarmi”. E, di seguito, mi elenca i suoi disturbi e le sue sensazioni: qualche volta hanno a che fare col cuore, altre volte con i polmoni, poi le anche … Ed ogni volta io le suggerisco - in accordo con le Linee Guida – una serie di esami che, alla fine, non migliorano le sue condizioni. Le sue richieste si fanno sempre più insistenti e la mia sensazione di impotenza e di inadeguatezza, assieme alla mia irritazione, crescono. Oltretutto, ho a che fare con Linee Guida che sono contradditorie: per la BPCO a volte ha bisogno di corticosteroidi, che peggiorano il suo diabete. L’aggiustamento delle terapie per l’ipertensione (a volte la pressione è alta, altre bassa) non trovano la sua approvazione a cui si aggiunge quella contro la mia attenzione per la sua emoglobina glicata e i test di funzionalità respiratoria. Dopo una quantità enorme di visite, Jennifer mi dice: “dottore, devo dirle quello che realmente mi importa. Il martedì e il giovedì vado a trovare i miei amici che abitano qui nel quartiere e con loro gioco a carte. Il sabato, vado al supermercato con mia figlia. Per prima cosa, desidero un po’ di tranquillità. Non vorrei più cambiare in continuazione le terapie, soprattutto non dover fare questo e quello. Nelle conversazioni successive mi è diventato chiaro come Jennifer ha formulato i propri obiettivi di vita. Allo stesso tempo ho compreso come le Linee Guida possono contribuire al raggiungimento degli obiettivi che Jennifer si è data. Ho continuato a farle visita ed ogni volta con molto piacere. So che cosa lei desidera e con quanta semplicità io possa partecipare alla sua vita. Ora so che cosa desidera e quanto io possa essere semplicemente di aiuto nella sua vita. (Prof Jan de Maeseneer)

Notas do Editor

  1. Cosa aggiunge alla qualità una organizzazione complessa?
  2. questo congresso servirà per confrontarci su questi “bisogni” che sono tutti da inquadrare e descrivere bisogni che sono il prodotto derivato da quelle malattie e che condizionano l’autonomia nella vita quotidiana
  3. - una prima declinazione dei bisogni
  4. - oggi entreremo nel merito di questo campo d’azione, il contesto e i pazienti delle cure primarie e in cui opera la MG non più sola
  5. Area Sanita’ e Sociale della Regione Veneto si è parlato di cronicità e indicatori di qualità con Karen Kinder
  6. per rimanere nel campo dei fattori di rischio
  7. Non tutto è perduto: ma quali strumenti sono utili?