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GENERE, VIOLENZA, MOLESTIE
Buone pratiche per gli operatori media
IL PROBLEMA, IN SINTESI
➤ Scarsa sensibilità alle tematiche di genere
➤ Assenza di linea editoriale
➤ Errata valutazione dei pesi
➤ Pigrizia mentale, stereotipi, cliché
➤ Tempi redazionali stretti
➤ Necessità di “fare clic”
“IL LINGUAGGIO NON
CAMBIA LA CULTURA”
“IL LINGUAGGIO NON
CAMBIA LA CULTURA”
FALSO!
Il ciclo virtuoso del cambiamento culturale
LINGUAGGIO
NARRAZIONE
CAMBIAMENTO
Tutto è narrazione
UN COMPITO FONDAMENTALE
I grandi media sono responsabili
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Come operatori culturali, i
giornalisti sono chiamati a fare
scelte che influenzano e
orientano lo sguardo del
pubblico.
Ogni scelta è significativa!
QUESTIONI DI GENERE
“Le resistenze all’uso del genere grammaticale femminile per
molti titoli professionali o ruoli istituzionali ricoperti da
donne sembrano poggiare su ragioni di tipo linguistico, ma
in realtà sono, celatamente, di tipo culturale; mentre le
ragioni di chi lo sostiene sono apertamente culturali e, al
tempo stesso, fondatamente linguistiche.
–Cecilia Robustelli per Accademia della Crusca
QUESTIONI DI GENERE
QUESTIONI DI GENERE
Ingegnere
Sindaco
Ingegnera
Sindaca
Architetto Architetta
Avvocato Avvocata
Il presidente La presidente
Il pediatra La pediatra
Ministro Ministra
Assessore Assessora
QUESTIONI DI GENERE
“sta scomparendo l'uso di far precedere dall'articolo i cognomi
di donne famose o con funzioni pubbliche: "la Deledda", "la
Moratti" tendono a essere sostituite dalle forme complete del
nome proprio "Grazia Deledda", "Letizia Moratti" che
permettono di individuare il genere della persona di cui si sta
parlando senza bisogno dell'articolo che, in questi casi,
poteva apparire come discriminante in quanto non presente
con i cognomi di uomini famosi o pubblici (Calvino,
Andreotti, ecc).
–Raffaella Setti per Accademia della Crusca
QUESTIONI DI GENERE
QUESTIONI DI GENERE: UNA DONNA A CASO
QUESTIONI DI GENERE: OGGETTI DA ESPOSIZIONE
QUESTIONI DI GENERE: OGGETTI DA ESPOSIZIONE
La narrazione che si fa delle donne nei media mainstream italiani è
orientata a preservare l’idea che una donna sia al mondo innanzitutto
per essere guardata.
➤ I look e i corpi delle donne che ricoprono incarichi pubblici o
esercitano professioni di alta visibilità vengono esaminati e giudicati
➤ Si stilano classifiche di avvenenza
➤ Tutto deve essere ricondotto a un’ipotetica competizione fra donne
per la supremazia estetica.
Il messaggio di base è: il capitale sessuale delle donne è il loro unico
valore.
QUESTIONI DI GENERE: OGGETTI DA ESPOSIZIONE
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QUESTIONI DI GENERE: THE LADY
QUESTIONI DI GENERE: THE LADY
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“
–Davide Tolu, transgender FtM, autore de Il viaggio di Arnold
Quando ci si rivolge o si parla di una persona trans,
aggettivi, articoli e sostantivi si accordano al genere
d’identità sentito, che è quello autentico.
L’identità è data dalla personalità, che parte dal pensiero di
sé. Quindi in considerazione di questa logica e nel rispetto
delle persone trans si dirà: una trans per le MtF, ossia chi
transiziona da maschio a femmina, un trans per gli FtM, da
femmina a maschio.
QUESTIONI DI GENERE: IL TRANS O LA TRANS?
QUESTIONI DI GENERE
QUESTIONI DI GENERE: IL TRANS O LA TRANS?
Il genere delle persone viene
stabilito dalle persone stesse,
e non dalla carta d’identità.
È essenziale che gli operatori
dei media inizino a rispettare
la volontà di
autodeterminazione delle
persone.
QUESTIONI DI GENERE: PICCOLI SESSISMI QUOTIDIANI
➤ Inserire in un’intervista una descrizione fisica dell’intervistata che si
soffermi sui dettagli dell’abbigliamento e dia giudizi sulla qualità
estetica
➤ Chiamare una donna “Signora Qualcuno”
➤ Qualificare le donne in base al loro status matrimoniale o
riproduttivo
➤ “Il giorno più bello” riferito al matrimonio
➤ “La cosa più importante” riferita alla gravidanza e alla maternità
➤ Insistere sulla forma del corpo, su celluliti, corpi post-partum,
invecchiamento
➤ Schiacciare le donne nei ruoli di genere tradizionali (moglie, madre,
sorella, amante di qualcuno)
VIOLENZA DOMESTICA
PARLIAMO DI VIOLENZA: IL RAPTUS
PARLIAMO DI VIOLENZA: IL MOVENTE PASSIONALE
PARLIAMO DI VIOLENZA: CHI ERA LA VITTIMA
PARLIAMO DI VIOLENZA: ROMANZO CRIMINALE
PARLIAMO DI VIOLENZA: QUELLO DEL SANDALO FRANCESCANO
PARLIAMO DI VIOLENZA: IL WTF
PARLIAMO DI VIOLENZA: LA SOLITA IMMAGINE
PARLIAMO DI VIOLENZA: LA SOLITA IMMAGINE
PARLIAMO DI VIOLENZA: I CLICHÉ DA EVITARE
➤ Attribuire una forma di responsabilità alla vittima (“Lei lo stava
lasciando/perché non l’ha lasciato?”)
➤ Attribuire alle azioni del violento una logica emotiva o una forma di
comprensione delle motivazioni (“Non si rassegnava”)
➤ Umanizzare l’omicida o patologizzare il crimine, sottraendo
responsabilità
➤ Parlare della vittima in relazione all’omicida o al violento (“La moglie
di xxx”) o usare la leva emotiva della maternità
➤ Utilizzare espressioni come: “Troppo amore”o “Vittima della gelosia”
➤ Romanzare la vicenda per fare leva sui sentimenti
➤ Eliminare le vittime dalla narrazione
MOLESTIE E VIOLENZA
SESSUALE
“Ci sono situazioni rispetto alle quali
non è semplicemente possibile essere
neutrali, perché se sei neutrale sei un
complice.
–Christiane Amanpour
MOLESTIE: LA SITUAZIONE CULTURALE
Il peso sociale delle donne è nettamente inferiore a quello degli uomini; la loro
sopravvivenza (anche fisica) è legata alla capacità di affiliarsi con le norme e le
convenzioni stabilite dal sistema per proteggere se stesso.
MOLESTIE: LA SITUAZIONE CULTURALE
Le donne che denunciano una molestia…
…non si aspettano di essere credute, raramente lo sono
…se denunciano alle autorità competenti, spesso sono
dissuase dalle Forze dell’Ordine
…sono ritenute bugiarde, accusate di voler infangare un
uomo innocente
…vengono invitate a non esagerare
…vengono accusate di montare una caccia alle streghe
…vengono tacciate di debolezza
…vengono chiamate in correità con il loro molestatore
MOLESTIE: LA SITUAZIONE CULTURALE
Victim-shaming/victim-blaming: il mezzo utilizzato per mettere a tacere
le vittime di stupro o di molestie rigirando su di loro la responsabilità
della violenza subita.
MOLESTIE: GLI ATTACCHI DEI MEDIA
Titolo di Libero sul caso Asia Argento/Weinstein
MOLESTIE: IL CASO BRIZZI
Il Corriere della Sera tratta il caso Brizzi come un caso di gossip,
soffermandosi sullo stato di salute mentale e fisica percepita dell’accusato e
senza dare spazio alle donne che lo accusano.
MOLESTIE: IL CASO BRIZZI
Sempre il Corriere offre a Enrico Brignano ampio spazio per difendere l’amico
accusato di molestie da quindici donne.
MOLESTIE: IL CASO BRIZZI
Tutti i media nazionali riprendono più che volentieri la dichiarazione di Luca
Barbareschi, che ha messo sotto contratto Fausto Brizzi a valle delle accuse.
MOLESTIE: IL TRATTAMENTO DI #METOO E #QUELLAVOLTACHE
L’intervista ad Asia Argento e Laura Boldrini non dice affatto che “#metoo ha
perso”: dopo la segnalazione sui social, il titolo in home è stato cambiato.
PARLARE DI MOLESTIE: LE BUONE PRATICHE
➤ Tenere conto del peso specifico della voce di un uomo rispetto
a quella di una donna
➤ Tenere conto, in particolare, del peso specifico delle vittime di
molestie rispetto a quella dei molestatori e dei loro amici
➤ Tenere conto della visibilità assoluta o relativa e dell’influenza
dei personaggi a cui si chiede un’opinione
➤ Evitare di dare un megafono a chi vorrebbe soffocare il tema o
ridurre al silenzio chi ne parla
➤ Evitare di ridurre la questione a gossip o notizia pruriginosa,
indugiando sui particolari scabrosi
#TUTTIMASCHI
#TUTTIMASCHI
La locandina originale dell’incontro organizzato da MicroMega, prima che le
proteste corali portassero all’inclusione di Luciana Castellina fra i panelist.
AZIONE POSITIVA: LE BUONE PRATICHE
➤ L’inclusione delle donne (e delle minoranze) in panel, incontri, festival e
comitati
➤ La scelta di donne al di fuori dei classici ruoli ancillari (ufficio stampa,
comunicazione, moderazione)
➤ La promozione delle donne in ambito lavorativo e di carriera (con conseguente
adeguata remunerazione)
➤ Il superamento dell’automatismo (viziato dal pregiudizio di genere) che porta a
pensare che esista un’effettiva meritocrazia della visibilità
➤ Il superamento del concetto di “quote rosa” in favore di un’azione più organica e
non forzata di inclusione e promozione
➤ La promozione di una sensibilità al tema che faccia scattare un allarme
automatico quando in un programma ci sono solo nomi di uomini
➤ La promozione di firme e collaboratrici femminili al di fuori delle questioni di
genere
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E ORA: LE DOMANDE.

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Genere, violenza, molestie: buone pratiche per operatori media

  • 1. GENERE, VIOLENZA, MOLESTIE Buone pratiche per gli operatori media
  • 2. IL PROBLEMA, IN SINTESI ➤ Scarsa sensibilità alle tematiche di genere ➤ Assenza di linea editoriale ➤ Errata valutazione dei pesi ➤ Pigrizia mentale, stereotipi, cliché ➤ Tempi redazionali stretti ➤ Necessità di “fare clic”
  • 4. “IL LINGUAGGIO NON CAMBIA LA CULTURA” FALSO!
  • 5. Il ciclo virtuoso del cambiamento culturale LINGUAGGIO NARRAZIONE CAMBIAMENTO
  • 7. UN COMPITO FONDAMENTALE I grandi media sono responsabili della narrazione del mondo. Come operatori culturali, i giornalisti sono chiamati a fare scelte che influenzano e orientano lo sguardo del pubblico. Ogni scelta è significativa!
  • 9. “Le resistenze all’uso del genere grammaticale femminile per molti titoli professionali o ruoli istituzionali ricoperti da donne sembrano poggiare su ragioni di tipo linguistico, ma in realtà sono, celatamente, di tipo culturale; mentre le ragioni di chi lo sostiene sono apertamente culturali e, al tempo stesso, fondatamente linguistiche. –Cecilia Robustelli per Accademia della Crusca QUESTIONI DI GENERE
  • 10. QUESTIONI DI GENERE Ingegnere Sindaco Ingegnera Sindaca Architetto Architetta Avvocato Avvocata Il presidente La presidente Il pediatra La pediatra Ministro Ministra Assessore Assessora
  • 12. “sta scomparendo l'uso di far precedere dall'articolo i cognomi di donne famose o con funzioni pubbliche: "la Deledda", "la Moratti" tendono a essere sostituite dalle forme complete del nome proprio "Grazia Deledda", "Letizia Moratti" che permettono di individuare il genere della persona di cui si sta parlando senza bisogno dell'articolo che, in questi casi, poteva apparire come discriminante in quanto non presente con i cognomi di uomini famosi o pubblici (Calvino, Andreotti, ecc). –Raffaella Setti per Accademia della Crusca QUESTIONI DI GENERE
  • 13. QUESTIONI DI GENERE: UNA DONNA A CASO
  • 14. QUESTIONI DI GENERE: OGGETTI DA ESPOSIZIONE
  • 15. QUESTIONI DI GENERE: OGGETTI DA ESPOSIZIONE La narrazione che si fa delle donne nei media mainstream italiani è orientata a preservare l’idea che una donna sia al mondo innanzitutto per essere guardata. ➤ I look e i corpi delle donne che ricoprono incarichi pubblici o esercitano professioni di alta visibilità vengono esaminati e giudicati ➤ Si stilano classifiche di avvenenza ➤ Tutto deve essere ricondotto a un’ipotetica competizione fra donne per la supremazia estetica. Il messaggio di base è: il capitale sessuale delle donne è il loro unico valore.
  • 16. QUESTIONI DI GENERE: OGGETTI DA ESPOSIZIONE
  • 17. QUESTIONI DI GENERE: OGGETTI DA ESPOSIZIONE
  • 21. “ –Davide Tolu, transgender FtM, autore de Il viaggio di Arnold Quando ci si rivolge o si parla di una persona trans, aggettivi, articoli e sostantivi si accordano al genere d’identità sentito, che è quello autentico. L’identità è data dalla personalità, che parte dal pensiero di sé. Quindi in considerazione di questa logica e nel rispetto delle persone trans si dirà: una trans per le MtF, ossia chi transiziona da maschio a femmina, un trans per gli FtM, da femmina a maschio. QUESTIONI DI GENERE: IL TRANS O LA TRANS?
  • 23. QUESTIONI DI GENERE: IL TRANS O LA TRANS? Il genere delle persone viene stabilito dalle persone stesse, e non dalla carta d’identità. È essenziale che gli operatori dei media inizino a rispettare la volontà di autodeterminazione delle persone.
  • 24. QUESTIONI DI GENERE: PICCOLI SESSISMI QUOTIDIANI ➤ Inserire in un’intervista una descrizione fisica dell’intervistata che si soffermi sui dettagli dell’abbigliamento e dia giudizi sulla qualità estetica ➤ Chiamare una donna “Signora Qualcuno” ➤ Qualificare le donne in base al loro status matrimoniale o riproduttivo ➤ “Il giorno più bello” riferito al matrimonio ➤ “La cosa più importante” riferita alla gravidanza e alla maternità ➤ Insistere sulla forma del corpo, su celluliti, corpi post-partum, invecchiamento ➤ Schiacciare le donne nei ruoli di genere tradizionali (moglie, madre, sorella, amante di qualcuno)
  • 27. PARLIAMO DI VIOLENZA: IL MOVENTE PASSIONALE
  • 28. PARLIAMO DI VIOLENZA: CHI ERA LA VITTIMA
  • 29. PARLIAMO DI VIOLENZA: ROMANZO CRIMINALE
  • 30. PARLIAMO DI VIOLENZA: QUELLO DEL SANDALO FRANCESCANO
  • 32. PARLIAMO DI VIOLENZA: LA SOLITA IMMAGINE
  • 33. PARLIAMO DI VIOLENZA: LA SOLITA IMMAGINE
  • 34. PARLIAMO DI VIOLENZA: I CLICHÉ DA EVITARE ➤ Attribuire una forma di responsabilità alla vittima (“Lei lo stava lasciando/perché non l’ha lasciato?”) ➤ Attribuire alle azioni del violento una logica emotiva o una forma di comprensione delle motivazioni (“Non si rassegnava”) ➤ Umanizzare l’omicida o patologizzare il crimine, sottraendo responsabilità ➤ Parlare della vittima in relazione all’omicida o al violento (“La moglie di xxx”) o usare la leva emotiva della maternità ➤ Utilizzare espressioni come: “Troppo amore”o “Vittima della gelosia” ➤ Romanzare la vicenda per fare leva sui sentimenti ➤ Eliminare le vittime dalla narrazione
  • 36. “Ci sono situazioni rispetto alle quali non è semplicemente possibile essere neutrali, perché se sei neutrale sei un complice. –Christiane Amanpour
  • 37. MOLESTIE: LA SITUAZIONE CULTURALE Il peso sociale delle donne è nettamente inferiore a quello degli uomini; la loro sopravvivenza (anche fisica) è legata alla capacità di affiliarsi con le norme e le convenzioni stabilite dal sistema per proteggere se stesso.
  • 38. MOLESTIE: LA SITUAZIONE CULTURALE Le donne che denunciano una molestia… …non si aspettano di essere credute, raramente lo sono …se denunciano alle autorità competenti, spesso sono dissuase dalle Forze dell’Ordine …sono ritenute bugiarde, accusate di voler infangare un uomo innocente …vengono invitate a non esagerare …vengono accusate di montare una caccia alle streghe …vengono tacciate di debolezza …vengono chiamate in correità con il loro molestatore
  • 39. MOLESTIE: LA SITUAZIONE CULTURALE Victim-shaming/victim-blaming: il mezzo utilizzato per mettere a tacere le vittime di stupro o di molestie rigirando su di loro la responsabilità della violenza subita.
  • 40. MOLESTIE: GLI ATTACCHI DEI MEDIA Titolo di Libero sul caso Asia Argento/Weinstein
  • 41. MOLESTIE: IL CASO BRIZZI Il Corriere della Sera tratta il caso Brizzi come un caso di gossip, soffermandosi sullo stato di salute mentale e fisica percepita dell’accusato e senza dare spazio alle donne che lo accusano.
  • 42. MOLESTIE: IL CASO BRIZZI Sempre il Corriere offre a Enrico Brignano ampio spazio per difendere l’amico accusato di molestie da quindici donne.
  • 43. MOLESTIE: IL CASO BRIZZI Tutti i media nazionali riprendono più che volentieri la dichiarazione di Luca Barbareschi, che ha messo sotto contratto Fausto Brizzi a valle delle accuse.
  • 44. MOLESTIE: IL TRATTAMENTO DI #METOO E #QUELLAVOLTACHE L’intervista ad Asia Argento e Laura Boldrini non dice affatto che “#metoo ha perso”: dopo la segnalazione sui social, il titolo in home è stato cambiato.
  • 45. PARLARE DI MOLESTIE: LE BUONE PRATICHE ➤ Tenere conto del peso specifico della voce di un uomo rispetto a quella di una donna ➤ Tenere conto, in particolare, del peso specifico delle vittime di molestie rispetto a quella dei molestatori e dei loro amici ➤ Tenere conto della visibilità assoluta o relativa e dell’influenza dei personaggi a cui si chiede un’opinione ➤ Evitare di dare un megafono a chi vorrebbe soffocare il tema o ridurre al silenzio chi ne parla ➤ Evitare di ridurre la questione a gossip o notizia pruriginosa, indugiando sui particolari scabrosi
  • 47. #TUTTIMASCHI La locandina originale dell’incontro organizzato da MicroMega, prima che le proteste corali portassero all’inclusione di Luciana Castellina fra i panelist.
  • 48. AZIONE POSITIVA: LE BUONE PRATICHE ➤ L’inclusione delle donne (e delle minoranze) in panel, incontri, festival e comitati ➤ La scelta di donne al di fuori dei classici ruoli ancillari (ufficio stampa, comunicazione, moderazione) ➤ La promozione delle donne in ambito lavorativo e di carriera (con conseguente adeguata remunerazione) ➤ Il superamento dell’automatismo (viziato dal pregiudizio di genere) che porta a pensare che esista un’effettiva meritocrazia della visibilità ➤ Il superamento del concetto di “quote rosa” in favore di un’azione più organica e non forzata di inclusione e promozione ➤ La promozione di una sensibilità al tema che faccia scattare un allarme automatico quando in un programma ci sono solo nomi di uomini ➤ La promozione di firme e collaboratrici femminili al di fuori delle questioni di genere
  • 50. E ORA: LE DOMANDE.