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La Tangoterapia:
la sinergia tra musica e terapia
in aiuto alle malattie della terza età
L’età anziana
L’invecchiamento è un processo fisiologico e
individuale, condizionato da fattori genetici,
abitudini alimentari, agenti ambientali e
situazioni più o meno favorevoli.
L’invecchiamento come maturazione e
accrescimento di ogni individuo vede un
aumento quantitativo e un differenziamento
delle funzioni e delle strutture personali.
L’invecchiamento, visto come senescenza, cioè
l’insieme dei fenomeni involutivi e di
esaurimento delle funzioni organiche,
determina, nell’individuo, una degenerazione
quantitativa e qualitativa delle proprie
strutture e funzioni.
Cinque sono gli aspetti caratterizzanti
l’invecchiamento:
• l’accesso al pensionamento;
• la senescenza fisiologica (decadimento
psicofisico);
• la senescenza psicologica (l’autopercezione di sé);
• l’autopercezione della qualità della propria vita;
• il modificarsi della struttura familiare.
Ho analizzato che nell’età anziana, molti sono
gli avvenimenti/patologie importanti che si
verificano. Una delle malattie che può colpire
la persona in questa fase della vita è il Morbo
di Parkinson, un’importante malattia
neurodegenerativa ed invalidante per chi ne
soffre.
Il Morbo di Parkinson
Come si può notare dalle immagini, questa è una
malattia neurodegenerativa, lenta e progressiva,
che coinvolge il movimento e l’equilibrio della
persona.
I sintomi sono noti da migliaia di anni: i primi
documenti risalgono ad uno scritto di
medicina indiana (5000 a. C.) e ad un
documento cinese di 2500 anni fa.
Il suo nome è legato a James
Parkinson (XIX sec.), che ne
descrisse i sintomi nel
“Trattato sulla paralisi agitante”.
Dati statistici
Questa malattia colpisce tutta la popolazione
del mondo, di entrambi i sessi, con prevalenza,
però, negli uomini.
L’età d’esordio avviene nel periodo che va dai
58 ai 60 anni; mentre il 5% nell’età giovanile
(21-40 anni); l’1-2% nei casi over 60; il 3-5%
oltre gli 85 anni. Al di sotto dei 20 anni è
molto rara.
Cfr. <www.salute.gov.it>
Osservazioni dal punto
di vista scientifico
Il Morbo di Parkinson consiste in un
disturbo del Sistema Nervoso Centrale (SNC),
causato dalla degenerazione di alcuni
neuroni, predisposti alla produzione della
dopamina, un neurotrasmettitore. Essa è
responsabile del controllo del movimento:
una grande diminuzione di questo
neurotrasmettitore (-60%) produce un
disturbo del sistema motorio.
Sintomi del Morbo di Parkinson
All’inizio della malattia i sintomi non vengono
riconosciuti subito, perchè si manifestano in
maniera subdola ed incostante.
Appaiono vari tipi di sintomi:
• Sintomi motori;
• Sintomi “non motori”;
• Disturbi psicologici;
• Sintomi psicotici (rari).
I sintomi motori sono:
• tremore a riposo: interessa una mano o i piedi su
un lato; l’oscillazione è di 5-6 movimenti al
secondo;
• rigidità: aumento involontario del tono muscolare
(arti, collo e tronco);
• bradicinesia: rallentamento nell’esecuzione dei
movimenti e dei gesti più semplici;
• lentezza dei movimenti:
– acinesia: difficoltà ad iniziare i movimenti spontanei;
– disturbo dell’equilibrio: coinvolge l’asse del corpo, che
non viene corretta spontaneamente dal soggetto;
• disturbo del cammino: riduzione del movimento
pendolare delle braccia.
I sintomi “non motori” sono: disturbi della
deglutizione, della fonazione, della regolarità
intestinale, dell’olfatto, del sonno, dell’umore
e della cognitività, la fatica e i dolori.
I disturbi psicologici sono:
• depressione: si manifesta con umore deflesso,
affaticamento, disturbi del sonno e della
memoria;
• disturbi d’ansia: i pazienti avvertono un senso
di apprensione, paura, preoccupazione;
• disturbi ossessivi compulsivi: comportamenti
che si ripetono per trovare un immediato
piacere (shopping, gioco d’azzardo, internet
dipendenza (IAD), ipersessualità);
• disturbi cognitivi: le funzioni cognitive
coinvolte sono l’attenzione, le capacità spazio-
visive e le funzioni esecutive.
Diagnosi e prognosi
La diagnosi del Morbo di Parkinson non è solo
una diagnosi clinica, il neurologo formula
un'ipotesi diagnostica attraverso la storia
clinica, la valutazione di sintomi e segni
neurologici.
La prognosi del Morbo di Parkinson è cronica,
lentamente progressiva e coinvolge diverse
funzioni motorie, vegetative,
comportamentali e cognitive, con
conseguenze sulla qualità della vita.
Oltre alle cure mediche, condotte da dottori ed
esperti, da qualche anno una nuova terapia può
contribuire a migliorare ed evitare l’aggravarsi di
questa malattia: la Tangoterapia.
La Tangoterapia prende il nome da un famoso
ballo: il Tango Argentino. Esso nasce nei
sobborghi di Buenos Aires a fine ‘800. Questa
danza popolare ebbe molto successo, anche
con l’arrivo degli immigranti europei, che
seppero fondere le loro tradizioni melodiche e
musicali con quelle tipiche delle tradizioni
argentine.
I maggiori autori di tali musiche sono: C.
Gardel, A. Piazzolla, O. Pugliese, A. De Angelis.
“Un bene culturale immateriale”, così l'Unesco ha
definito il Tango Argentino che, dal 2009 è
patrimonio immateriale dell'Umanità, ma può
essere definito anche “patrimonio per la salute”,
poichè sono numerosi gli studi scientifici che
dimostrano le sue funzioni terapeutiche per
malattie che coinvolgono il fisico e la psiche con
l’effetto di migliorare notevolmente la qualità
della vita delle persone e le loro relazioni
interpersonali.
Uno studio di un gruppo di ricercatori
della Washington University di Saint Louis
afferma che ballare il tango argentino
ritarda gli effetti tipici del Morbo di
Parkinson, con risultati più favorevoli
rispetto a quelli che si possono ottenere
effettuando esercizi ginnici.
G. Earhart, responsabile dello studio, ha
spiegato che «Il tango è un ottimo esercizio
(…) : le differenti velocità di esecuzione, i
continui arresti ed accelerazioni, i
cambiamenti di direzione, giravolte e blocchi
improvvisi sono utilissimi per mantenere il
controllo dell’equilibrio».
«(…), il Tango rappresenta un’opportunità
per curarsi in modo piacevole, che fa
sentire fin dall’inizio “meno malati”, (…). La
possibilità di interpretare liberamente,
secondo il proprio stile e personalità e a
seconda delle situazioni (…), farà sì che ogni
Tango sarà “unico», dice M. Patuzzo,
coordinatrice infermieristica della
riabilitazione specialistica neurologica
all’Ospedale San Giuseppe di Milano,
ideatrice del metodo RiabiliTango MR.
Il Tango Argentino richiede un impegno
estremamente “mentale”: vi è, infatti, una
forte connessione fra la volontà di fare il
movimento ed il corpo che deve eseguirlo; la
concentrazione raggiunge livelli
altissimi, perchè il ballerino e la sua partner
possano l’uno comunicare e l’altra recepire i
movimenti che si desiderano eseguire.
La mancanza di schematicità di questa danza
impone una rigorosa istintività motoria,
indispensabile per riuscire ad innestare sopra
di essa le varianti continue attraverso le quali
si sviluppa questo dialogo della coppia.
È consolidato, infatti, che l'insieme di stimoli
sensoriali, visivi, acustici e fisici migliorano la
prestazione motoria delle persone e favorisce un
valido supporto terapeutico per la riabilitazione
personale. Tramite la danza si ha la possibilità di
riadottare i medesimi meccanismi motori della
vita quotidiana, riducendo, così, i fattori di stress
esogeni ed endogeni derivati dalla malattia.
Un percorso di Tangoterapia prevede di
raggiungere i seguenti obiettivi: un
miglioramento della postura e della
consapevolezza corporea; uno sviluppo
dell’equilibrio statico e dinamico; un progresso
della fluidità del movimento e della gestione dello
spazio; un potenziamento nel controllo della
respirazione; acquisire maggior rilassamento; un
miglioramento dell’apparato cardiovascolare,
polmonare; infine un miglioramento
dell’autostima, della comunicazione e della
socializzazione.
La Tangoterapia facilita la comunicazione tra i
partecipanti, lo stabilirsi di legami interpersonali, la
fiducia e l'integrazione nel gruppo, l'emergere di
sentimenti positivi originati dalla sensazione di
appartenenza, l’espressione delle emozioni e la
rappresentazione dei propri vissuti. Grazie a questi
effetti, si aiuta il rilassamento e si allontana il senso di
apatia e la depressione di cui spesso i malati soffrono.

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La Tangoterapia: la sinergia tra musica e terapia in aiuto alle malattie della terza età

  • 1. La Tangoterapia: la sinergia tra musica e terapia in aiuto alle malattie della terza età
  • 2. L’età anziana L’invecchiamento è un processo fisiologico e individuale, condizionato da fattori genetici, abitudini alimentari, agenti ambientali e situazioni più o meno favorevoli.
  • 3. L’invecchiamento come maturazione e accrescimento di ogni individuo vede un aumento quantitativo e un differenziamento delle funzioni e delle strutture personali.
  • 4. L’invecchiamento, visto come senescenza, cioè l’insieme dei fenomeni involutivi e di esaurimento delle funzioni organiche, determina, nell’individuo, una degenerazione quantitativa e qualitativa delle proprie strutture e funzioni.
  • 5. Cinque sono gli aspetti caratterizzanti l’invecchiamento: • l’accesso al pensionamento; • la senescenza fisiologica (decadimento psicofisico); • la senescenza psicologica (l’autopercezione di sé); • l’autopercezione della qualità della propria vita; • il modificarsi della struttura familiare.
  • 6. Ho analizzato che nell’età anziana, molti sono gli avvenimenti/patologie importanti che si verificano. Una delle malattie che può colpire la persona in questa fase della vita è il Morbo di Parkinson, un’importante malattia neurodegenerativa ed invalidante per chi ne soffre.
  • 7. Il Morbo di Parkinson Come si può notare dalle immagini, questa è una malattia neurodegenerativa, lenta e progressiva, che coinvolge il movimento e l’equilibrio della persona.
  • 8. I sintomi sono noti da migliaia di anni: i primi documenti risalgono ad uno scritto di medicina indiana (5000 a. C.) e ad un documento cinese di 2500 anni fa. Il suo nome è legato a James Parkinson (XIX sec.), che ne descrisse i sintomi nel “Trattato sulla paralisi agitante”.
  • 9. Dati statistici Questa malattia colpisce tutta la popolazione del mondo, di entrambi i sessi, con prevalenza, però, negli uomini. L’età d’esordio avviene nel periodo che va dai 58 ai 60 anni; mentre il 5% nell’età giovanile (21-40 anni); l’1-2% nei casi over 60; il 3-5% oltre gli 85 anni. Al di sotto dei 20 anni è molto rara. Cfr. <www.salute.gov.it>
  • 10. Osservazioni dal punto di vista scientifico Il Morbo di Parkinson consiste in un disturbo del Sistema Nervoso Centrale (SNC), causato dalla degenerazione di alcuni neuroni, predisposti alla produzione della dopamina, un neurotrasmettitore. Essa è responsabile del controllo del movimento: una grande diminuzione di questo neurotrasmettitore (-60%) produce un disturbo del sistema motorio.
  • 11. Sintomi del Morbo di Parkinson All’inizio della malattia i sintomi non vengono riconosciuti subito, perchè si manifestano in maniera subdola ed incostante. Appaiono vari tipi di sintomi: • Sintomi motori; • Sintomi “non motori”; • Disturbi psicologici; • Sintomi psicotici (rari).
  • 12. I sintomi motori sono: • tremore a riposo: interessa una mano o i piedi su un lato; l’oscillazione è di 5-6 movimenti al secondo; • rigidità: aumento involontario del tono muscolare (arti, collo e tronco); • bradicinesia: rallentamento nell’esecuzione dei movimenti e dei gesti più semplici;
  • 13. • lentezza dei movimenti: – acinesia: difficoltà ad iniziare i movimenti spontanei; – disturbo dell’equilibrio: coinvolge l’asse del corpo, che non viene corretta spontaneamente dal soggetto; • disturbo del cammino: riduzione del movimento pendolare delle braccia.
  • 14. I sintomi “non motori” sono: disturbi della deglutizione, della fonazione, della regolarità intestinale, dell’olfatto, del sonno, dell’umore e della cognitività, la fatica e i dolori.
  • 15. I disturbi psicologici sono: • depressione: si manifesta con umore deflesso, affaticamento, disturbi del sonno e della memoria; • disturbi d’ansia: i pazienti avvertono un senso di apprensione, paura, preoccupazione;
  • 16. • disturbi ossessivi compulsivi: comportamenti che si ripetono per trovare un immediato piacere (shopping, gioco d’azzardo, internet dipendenza (IAD), ipersessualità); • disturbi cognitivi: le funzioni cognitive coinvolte sono l’attenzione, le capacità spazio- visive e le funzioni esecutive.
  • 17. Diagnosi e prognosi La diagnosi del Morbo di Parkinson non è solo una diagnosi clinica, il neurologo formula un'ipotesi diagnostica attraverso la storia clinica, la valutazione di sintomi e segni neurologici. La prognosi del Morbo di Parkinson è cronica, lentamente progressiva e coinvolge diverse funzioni motorie, vegetative, comportamentali e cognitive, con conseguenze sulla qualità della vita.
  • 18. Oltre alle cure mediche, condotte da dottori ed esperti, da qualche anno una nuova terapia può contribuire a migliorare ed evitare l’aggravarsi di questa malattia: la Tangoterapia.
  • 19. La Tangoterapia prende il nome da un famoso ballo: il Tango Argentino. Esso nasce nei sobborghi di Buenos Aires a fine ‘800. Questa danza popolare ebbe molto successo, anche con l’arrivo degli immigranti europei, che seppero fondere le loro tradizioni melodiche e musicali con quelle tipiche delle tradizioni argentine. I maggiori autori di tali musiche sono: C. Gardel, A. Piazzolla, O. Pugliese, A. De Angelis.
  • 20. “Un bene culturale immateriale”, così l'Unesco ha definito il Tango Argentino che, dal 2009 è patrimonio immateriale dell'Umanità, ma può essere definito anche “patrimonio per la salute”, poichè sono numerosi gli studi scientifici che dimostrano le sue funzioni terapeutiche per malattie che coinvolgono il fisico e la psiche con l’effetto di migliorare notevolmente la qualità della vita delle persone e le loro relazioni interpersonali.
  • 21. Uno studio di un gruppo di ricercatori della Washington University di Saint Louis afferma che ballare il tango argentino ritarda gli effetti tipici del Morbo di Parkinson, con risultati più favorevoli rispetto a quelli che si possono ottenere effettuando esercizi ginnici.
  • 22. G. Earhart, responsabile dello studio, ha spiegato che «Il tango è un ottimo esercizio (…) : le differenti velocità di esecuzione, i continui arresti ed accelerazioni, i cambiamenti di direzione, giravolte e blocchi improvvisi sono utilissimi per mantenere il controllo dell’equilibrio».
  • 23. «(…), il Tango rappresenta un’opportunità per curarsi in modo piacevole, che fa sentire fin dall’inizio “meno malati”, (…). La possibilità di interpretare liberamente, secondo il proprio stile e personalità e a seconda delle situazioni (…), farà sì che ogni Tango sarà “unico», dice M. Patuzzo, coordinatrice infermieristica della riabilitazione specialistica neurologica all’Ospedale San Giuseppe di Milano, ideatrice del metodo RiabiliTango MR.
  • 24. Il Tango Argentino richiede un impegno estremamente “mentale”: vi è, infatti, una forte connessione fra la volontà di fare il movimento ed il corpo che deve eseguirlo; la concentrazione raggiunge livelli altissimi, perchè il ballerino e la sua partner possano l’uno comunicare e l’altra recepire i movimenti che si desiderano eseguire.
  • 25. La mancanza di schematicità di questa danza impone una rigorosa istintività motoria, indispensabile per riuscire ad innestare sopra di essa le varianti continue attraverso le quali si sviluppa questo dialogo della coppia.
  • 26. È consolidato, infatti, che l'insieme di stimoli sensoriali, visivi, acustici e fisici migliorano la prestazione motoria delle persone e favorisce un valido supporto terapeutico per la riabilitazione personale. Tramite la danza si ha la possibilità di riadottare i medesimi meccanismi motori della vita quotidiana, riducendo, così, i fattori di stress esogeni ed endogeni derivati dalla malattia.
  • 27. Un percorso di Tangoterapia prevede di raggiungere i seguenti obiettivi: un miglioramento della postura e della consapevolezza corporea; uno sviluppo dell’equilibrio statico e dinamico; un progresso della fluidità del movimento e della gestione dello spazio; un potenziamento nel controllo della respirazione; acquisire maggior rilassamento; un miglioramento dell’apparato cardiovascolare, polmonare; infine un miglioramento dell’autostima, della comunicazione e della socializzazione.
  • 28. La Tangoterapia facilita la comunicazione tra i partecipanti, lo stabilirsi di legami interpersonali, la fiducia e l'integrazione nel gruppo, l'emergere di sentimenti positivi originati dalla sensazione di appartenenza, l’espressione delle emozioni e la rappresentazione dei propri vissuti. Grazie a questi effetti, si aiuta il rilassamento e si allontana il senso di apatia e la depressione di cui spesso i malati soffrono.