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Documentazione dell'Unità di
competenza:
C’è Frutta e frutta!
Istituto scolastico: Lucca Quinto
Destinatari:
Scuola Secondaria di 1° grado “M. Buonarroti” – Classe 2A
Ore dedicate al percorso:
20
Questo percorso didattico è nato a seguito della frequentazione del corso
sui cambiamenti climatici proposto dalla collaborazione tra il consorzio
LaMMA e la Regione Toscana.
In tale occasione abbiamo avuto modo di conoscere nuove tecniche
didattiche e di partecipare ad un confronto molto stimolante con docenti di
altre materie, provenienti da altre scuole.
Il corso è stato frequentato anche dall’insegnate Cristina Ferretti, docente
della scuola primaria del nostro stesso I.C.
Questo ci ha fornito l’opportunità di fare un lavoro congiunto tra la classe
terza della scuola primaria e la classe seconda della scuola secondaria.
COME E’ NATO IL PROGETTO
PERCHE’ LA FRUTTA
Durante questo anno scolastica, le nostre classi seconde hanno
sviluppato un progetto interdisciplinare incentrato sull’EXPO – Milano
2015 – Nutrire il pianeta, energie per la vita .
Ci è sembrato opportuno quindi affrontare la tematica del Cambiamento
Climatico attraverso l’analisi del cibo che arriva sulle nostre tavole.
Da dove proviene? Che percorso ha fatto per arrivare nel nostro piatto?
Come è stato prodotto, trasportato, eventualmente elaborato e
conservato? Che impatto ecologico ha avuto? Queste sono le domande
che ci hanno guidato nel nostro progetto.
Come alimento emblematico per il nostro lavoro abbiamo quindi scelto la
frutta, nelle varie sue forme (di stagione, fuori stagione, d’importazione,
di serra, elaborata).
Questa scelta si è ben integrata con il progetto svolto nella scuola
primaria, denominato “Storia di Mela”.
I PROTAGONISTI
I soggetti coinvolti nell’UDC “C’è frutta e frutta!” sono:
Professoressa Michela Micheloni – insegnante di Matematica e
Scienze
Professoressa Claudia Pignatelli – insegnante di Tecnologia
Classe 2A della Scuola Secondaria di Primo Grado “M.
Buonarroti”
CSN di Prato
Lega Ambiente
RICADUTE SUL CURRICULUM E SULLE
DISCIPLINE
L’UDC ha lo scopo di favorire la consapevolezza che ciascuno con il proprio
comportamento può contribuire al cambiamento climatico.
Gli argomenti trattati si inseriscono nella programmazione disciplinare di
Scienze in cui si studia la composizione atmosferica e la sua struttura, il
clima e il cambiamento climatico.
Le tecniche didattiche utilizzate favoriscono la capacità di comunicare,
collaborare e partecipare. Si incentiva il confronto e lo scambio proficuo di
idee. Si stimola la capacità di individuare collegamenti e relazioni e di
acquisire ed interpretare le informazioni. Infine l’alunno è portato a fare una
autovalutazione dei propri comportamenti.
Nella programmazione di Tecnologia gli argomenti trattati ne
costituiscono parte integrante, rientrano nelle tecniche impiegate in
agricoltura per produrre alimenti, in particolare in agricoltura intensiva,
fuori stagione o fuori areale naturale.
IL PERCORSO DIDATTICO
La prima attività del percorso didattico si è svolta utilizzando la tecnica
del Work Cafè.
L’aula utilizzata si è prestata bene a questa tecnica in quanto già
fornita di tavoli grandi dove è stato possibile allestire e simulare un
vero e proprio cafè di discussione.
Su ciascun tavolo erano disposti tre tipi di frutta e di ciascuno dei quali
era indicato il luogo di provenienza.
La frutta è stata scelta in modo che fosse ben diverso il luogo di
provenienza e soprattutto la distanza percorsa dalla frutta per
arrivare fino al tavolo.
Sono stati proposti una mela a kilometro zero, un limone di
Sorrento e una pera proveniente dall’Argentina.
Per ciascun tavolo si è scelto un “padrone di casa” e degli “ambasciatori di
idee”.
Dopo aver invitato i partecipanti a riflettere sulle differenze presentate dalla
frutta sul tavolo si è dato modo a ciascun gruppo di pensare, scambiare
pareri e opinioni tra i membri.
Dopo un certo tempo stabilito si è passati al secondo turno di discussione.
Gli ambasciatori del sapere si sono alzati e sono andati al tavolo seguente in
senso orario, trasmettendo così le idee elaborate precedentemente.
La discussione è andata avanti fino al completamento del giro dei tavoli.
A questo punto i padroni di casa hanno letto i loro appunti e insieme
abbiamo scritto alla lavagna una mappa mentale di tutte le riflessioni
elaborate dai ragazzi.
Gli alunni hanno individuato quattro temi collegati alla frutta analizzata:
COMMERCIO: grazie alle scoperte geografiche oggi conosciamo molti
prodotti provenienti da tutto il mondo. Attraverso il commercio i cibi
possono provenire da ogni parte del pianeta, come si è visto in questa
attività perché una pera argentina e un limone di Sorrento si trovano sul
tavolo.
COLTIVAZIONI E CLIMA: le coltivazioni sono influenzate dal clima:
precipitazioni, venti, radiazione solare. Il clima non è uguale su tutta la
terra, ciò comporta che alcuni frutti non siano coltivati in Italia. Questo
significa che se vogliamo un frutto esotico dobbiamo importarlo.
INQUINAMENTO DA TRASPORTI: la frutta proveniente da paesi lontani
compie un lungo percorso per arrivare in Italia. Questo comporta una
elevata emissione di CO2 che contribuisce all’aumento dell’effetto serra.
I BUONI COMPORTAMENTI: Favorire la produzione interna. Prediligere
cibi a kilometro zero. Mangiare la frutta di stagione.
Come in ogni cafè che si rispetti, considerando che un elemento che
contraddistingue questa tecnica didattica è proprio il mettere a proprio agio i
partecipanti, c’è stato anche il tempo di mangiare.
La seconda attività didattica utilizza ancora lo stesso metodo a partire
però da tre tipi diversi di frutta.
Con la prima attività si cercava di mettere in evidenza l’incidenza del
trasporto sul cambiamento climatico.
In questa seconda esperienze si vuole invece evidenziare l’importanza
delle tecniche di produzione ed elaborazione del prodotto, ed il relativo
inquinamento che ne deriva.
Questa volta viene proposta la solita mela, insieme a fragole prodotte
in serra e una mousse di frutta.
Anche in questo caso i padroni di casa hanno esposto i risultati della
conversazione che sono stati riportati alla lavagna.
Gli alunni hanno individuato quattro temi collegati alla frutta analizzata:
PRODUZIONE: la mela è un frutto di stagione prodotto in frutteto. Le fragole
sono un frutto fuori stagione prodotto in serra. La mousse è un prodotto
elaborato in industria.
RIFIUTI: La mousse è un prodotto messo in vendita in una confezione. La
confezione genera un rifiuto che deve essere smaltito.
INQUINAMENTO: la mousse è il prodotto che inquina di più perché nel
processo di produzione industriale si immettono in ambiente delle sostanze
inquinanti. Per incentivare la produzione delle fragole in serra vengono utilizzate
delle sostanze inquinanti come i concimi e i pesticidi. Le fragole provengono da
Ravenna e la mousse da Trento, quindi per arrivare a noi hanno subito un
trasporto con conseguente emissione di CO2.
I BUONI COMPORTAMENTI: Evitare di consumare prodotti industrializzati.
Prediligere cibi a kilometro zero.
Abbiamo infine scritto alla lavagna un riassunto dei principali buoni
propositi che gli alunni hanno elaborato da queste due esperienze.
Anche in questo caso il work cafè si è concluso con l’assaggio della frutta
proposta.
Il percorso di tecnologia ha previsto due momenti.
Il primo si è svolto con la costruzione di un piccolo semenzaio.
I materiali utilizzati per costruire il semenzaio sono stati scelti tra
materiali di recupero ad eccezione del terriccio e dei semi:
- un plateau di polistirolo
- film plastico in nylon
- legnetti e tavole di supporto
- spille rettangolari in acciaio e chiodi
- terriccio per semina
- semi confezionati
L’assemblaggio ha previsto l’uso della colla a caldo, dello sparaspille,
del martello e di un saracco.
Il lavoro è stato suddiviso tra gli alunni organizzati in piccoli gruppi
Il progetto del semenzaio è nato da un’idea dell’insegnante, una piccola
serretta movibile sopra un plateau in polistirolo con terriccio, poi modificato
con la partecipazione degli alunni,
Considerando le condizioni climatiche di piena estate manifestatesi
anticipatamente e l’orario scolastico che non consentiva la chiusura del
semenzaio solo nelle ore notturne, è stato deciso di non chiudere la struttura
lateralmente, per impedire temperature diurne troppo elevate.
E’ stato anche deciso di mettere un plateau senza copertura per verificare
l’efficacia della struttura allestita, la cosiddetta «prova in bianco», così come
prevede la conduzione di un esperimento scientifico.
L’irrigazione è avvenuta durante i primi giorni con uno spruzzatore manuale,
purtroppo solo durante la prima ora di lezione e nei giorni in cui era possibile.
Le specie seminate sono state:
Peperoncino tabasco
Peperoncino Jalapeno
Basilico
Mais dolce
Dopo circa 20 giorni mais dolce e basilico apparivano ben germinate , mentre solo
alcune piantine di Peperoncino tabasco iniziavano ad apparire
Dall’esperimento, in parte fallito perché non tutte le sementi sono germinate, è
emerso comunque che servono strutture complesse per consentire un buon
sviluppo delle sementi fuori stagione e fuori suolo, servono ore di lavoro ed è
necessario mettere appunto tecniche e materiali adeguati, perché non è così
scontata la coltivazione intensiva di piantine fuori suolo e in ambiente protetto.
La seconda parte è stata condotta attraverso la visualizzazione e la
riflessioni sulle immagini proiettate di alcune tecniche ad alto investimento
utilizzate per produrre alimenti e non solo.
In particolare dall’analisi dell’uso delle plastiche in agricoltura abbiamo
cercato di porci delle domande:
-quanta energia è servita per produrre alcune delle strutture impiegate,
dall’estrazione della materia prima alla messa in opera della struttura
-quanto durano tali strutture e come si smaltiscono (in discarica o nei
termovalorizzatori perché c’è il pericolo durante la combustione della
produzione di diossine)
Tessuto non tessuto per copertura
Films plastici e in PVC per copertura
Coperture in policarbonato
Coperture in
Ferro e vetro
Reti antigrandine
reti ombreggianti
Tessuto per pacciamatura
Films plastici per pacciamatura
Uso di plastica per irrigare:
- irrigatori
- tubi di distribuzione
- drenaggi
Uso di plastica per
la vasetteria
Uso di plastica e
non solo per
la raccolta e il
confezionamento
Prodotti di
4°generazione
- come funzionano certe strutture e quindi quanta energia serve
- a cosa è sottoposto un terreno di una serra (salinità, residui antiparassitari,
residui di trattamenti sterilizzanti)
Impianti di riscaldamento ad aria o
ad acqua
Impianto di nebulizzazione
Per fertirrigazione e
trattamenti antiparassitari
Coltivazione su pancali
Coltivazione a terra
Coltivazione fuori terra
per produzione di
pomodori
Le slide precedenti hanno convinto gli alunni, che già avevano potuto
conoscere la produzione delle plastiche e dei metalli, dell’alto
consumo di energia in certe tipologie di agricoltura.
Hanno compreso come anche all’interno di queste tipologie intensive
possano esistere atteggiamenti diversamente virtuosi.
Hanno compreso cosa implica consumare pomodori fuori stagione e
cioè:
- Costruire serre e strutture di sostegno anche complesse
- Costruire l’impianto di riscaldamento e riscaldare
- Costruire l’impianto di irrigazione e irrigare
- Predisporre impianti per il recupero delle acque di sgrondo e loro
trattamento
- Costruire impianti di illuminazione e illuminare
Ciò implica un enorme consumo di energia e un enorme quantitativo
di CO2 liberata nell’ambiente per produrre e trasportare le strutture e
per alimentare impianti, ben al di sopra della CO2 assorbita dalla
coltura, con un incremento finale della CO2 atmosferica e una
rilevante incidenza sulle condizioni climatiche del nostro pianeta.
A conclusione del nostro lavoro abbiamo visitato il CSN di Prato,
Centro di Scienze Naturali, dove la classe ha partecipato ad un
laboratorio organizzato da Lega Ambiente denominato “A tutta
energia”, nel quale si sono affrontate le tematiche legate al consumo
consapevole, al risparmio energetico, all’inquinamento da trasporti.
A conclusione dell’intero percorso e della visita d’istruzione abbiamo fatto una
foto ricordo.
RISULTATI
L’unità di competenza ha portato gli studenti ad elaborare dei pensieri
inerenti la loro alimentazione.
Si sono trovati a riflettere su cose che davano per scontate, attraverso il
confronto reciproco e lo scambio di idee.
Questo approccio ha permesso che le conoscenze acquisite potessero
trasformarsi in competenze vere e proprie.
Il lavoro non si è potuto tuttavia svolgere in completa autonomia, è stato
necessario da parte dell’insegnate guidare le riflessioni dei ragazzi che
in prima battuta si sono soffermati su particolari poco rilevanti.
Alla fine del percorso sono riusciti ad evidenziare una serie di buoni
comportamenti che mitigano gli effetti del cambiamento climatico.

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C'è frutta e frutta!

  • 1. Documentazione dell'Unità di competenza: C’è Frutta e frutta! Istituto scolastico: Lucca Quinto Destinatari: Scuola Secondaria di 1° grado “M. Buonarroti” – Classe 2A Ore dedicate al percorso: 20
  • 2. Questo percorso didattico è nato a seguito della frequentazione del corso sui cambiamenti climatici proposto dalla collaborazione tra il consorzio LaMMA e la Regione Toscana. In tale occasione abbiamo avuto modo di conoscere nuove tecniche didattiche e di partecipare ad un confronto molto stimolante con docenti di altre materie, provenienti da altre scuole. Il corso è stato frequentato anche dall’insegnate Cristina Ferretti, docente della scuola primaria del nostro stesso I.C. Questo ci ha fornito l’opportunità di fare un lavoro congiunto tra la classe terza della scuola primaria e la classe seconda della scuola secondaria. COME E’ NATO IL PROGETTO
  • 3. PERCHE’ LA FRUTTA Durante questo anno scolastica, le nostre classi seconde hanno sviluppato un progetto interdisciplinare incentrato sull’EXPO – Milano 2015 – Nutrire il pianeta, energie per la vita . Ci è sembrato opportuno quindi affrontare la tematica del Cambiamento Climatico attraverso l’analisi del cibo che arriva sulle nostre tavole. Da dove proviene? Che percorso ha fatto per arrivare nel nostro piatto? Come è stato prodotto, trasportato, eventualmente elaborato e conservato? Che impatto ecologico ha avuto? Queste sono le domande che ci hanno guidato nel nostro progetto. Come alimento emblematico per il nostro lavoro abbiamo quindi scelto la frutta, nelle varie sue forme (di stagione, fuori stagione, d’importazione, di serra, elaborata). Questa scelta si è ben integrata con il progetto svolto nella scuola primaria, denominato “Storia di Mela”.
  • 4. I PROTAGONISTI I soggetti coinvolti nell’UDC “C’è frutta e frutta!” sono: Professoressa Michela Micheloni – insegnante di Matematica e Scienze Professoressa Claudia Pignatelli – insegnante di Tecnologia Classe 2A della Scuola Secondaria di Primo Grado “M. Buonarroti” CSN di Prato Lega Ambiente
  • 5. RICADUTE SUL CURRICULUM E SULLE DISCIPLINE L’UDC ha lo scopo di favorire la consapevolezza che ciascuno con il proprio comportamento può contribuire al cambiamento climatico. Gli argomenti trattati si inseriscono nella programmazione disciplinare di Scienze in cui si studia la composizione atmosferica e la sua struttura, il clima e il cambiamento climatico. Le tecniche didattiche utilizzate favoriscono la capacità di comunicare, collaborare e partecipare. Si incentiva il confronto e lo scambio proficuo di idee. Si stimola la capacità di individuare collegamenti e relazioni e di acquisire ed interpretare le informazioni. Infine l’alunno è portato a fare una autovalutazione dei propri comportamenti. Nella programmazione di Tecnologia gli argomenti trattati ne costituiscono parte integrante, rientrano nelle tecniche impiegate in agricoltura per produrre alimenti, in particolare in agricoltura intensiva, fuori stagione o fuori areale naturale.
  • 6. IL PERCORSO DIDATTICO La prima attività del percorso didattico si è svolta utilizzando la tecnica del Work Cafè. L’aula utilizzata si è prestata bene a questa tecnica in quanto già fornita di tavoli grandi dove è stato possibile allestire e simulare un vero e proprio cafè di discussione.
  • 7. Su ciascun tavolo erano disposti tre tipi di frutta e di ciascuno dei quali era indicato il luogo di provenienza. La frutta è stata scelta in modo che fosse ben diverso il luogo di provenienza e soprattutto la distanza percorsa dalla frutta per arrivare fino al tavolo. Sono stati proposti una mela a kilometro zero, un limone di Sorrento e una pera proveniente dall’Argentina.
  • 8. Per ciascun tavolo si è scelto un “padrone di casa” e degli “ambasciatori di idee”. Dopo aver invitato i partecipanti a riflettere sulle differenze presentate dalla frutta sul tavolo si è dato modo a ciascun gruppo di pensare, scambiare pareri e opinioni tra i membri. Dopo un certo tempo stabilito si è passati al secondo turno di discussione. Gli ambasciatori del sapere si sono alzati e sono andati al tavolo seguente in senso orario, trasmettendo così le idee elaborate precedentemente.
  • 9. La discussione è andata avanti fino al completamento del giro dei tavoli. A questo punto i padroni di casa hanno letto i loro appunti e insieme abbiamo scritto alla lavagna una mappa mentale di tutte le riflessioni elaborate dai ragazzi.
  • 10. Gli alunni hanno individuato quattro temi collegati alla frutta analizzata: COMMERCIO: grazie alle scoperte geografiche oggi conosciamo molti prodotti provenienti da tutto il mondo. Attraverso il commercio i cibi possono provenire da ogni parte del pianeta, come si è visto in questa attività perché una pera argentina e un limone di Sorrento si trovano sul tavolo. COLTIVAZIONI E CLIMA: le coltivazioni sono influenzate dal clima: precipitazioni, venti, radiazione solare. Il clima non è uguale su tutta la terra, ciò comporta che alcuni frutti non siano coltivati in Italia. Questo significa che se vogliamo un frutto esotico dobbiamo importarlo. INQUINAMENTO DA TRASPORTI: la frutta proveniente da paesi lontani compie un lungo percorso per arrivare in Italia. Questo comporta una elevata emissione di CO2 che contribuisce all’aumento dell’effetto serra. I BUONI COMPORTAMENTI: Favorire la produzione interna. Prediligere cibi a kilometro zero. Mangiare la frutta di stagione.
  • 11. Come in ogni cafè che si rispetti, considerando che un elemento che contraddistingue questa tecnica didattica è proprio il mettere a proprio agio i partecipanti, c’è stato anche il tempo di mangiare.
  • 12. La seconda attività didattica utilizza ancora lo stesso metodo a partire però da tre tipi diversi di frutta. Con la prima attività si cercava di mettere in evidenza l’incidenza del trasporto sul cambiamento climatico. In questa seconda esperienze si vuole invece evidenziare l’importanza delle tecniche di produzione ed elaborazione del prodotto, ed il relativo inquinamento che ne deriva. Questa volta viene proposta la solita mela, insieme a fragole prodotte in serra e una mousse di frutta.
  • 13. Anche in questo caso i padroni di casa hanno esposto i risultati della conversazione che sono stati riportati alla lavagna.
  • 14. Gli alunni hanno individuato quattro temi collegati alla frutta analizzata: PRODUZIONE: la mela è un frutto di stagione prodotto in frutteto. Le fragole sono un frutto fuori stagione prodotto in serra. La mousse è un prodotto elaborato in industria. RIFIUTI: La mousse è un prodotto messo in vendita in una confezione. La confezione genera un rifiuto che deve essere smaltito. INQUINAMENTO: la mousse è il prodotto che inquina di più perché nel processo di produzione industriale si immettono in ambiente delle sostanze inquinanti. Per incentivare la produzione delle fragole in serra vengono utilizzate delle sostanze inquinanti come i concimi e i pesticidi. Le fragole provengono da Ravenna e la mousse da Trento, quindi per arrivare a noi hanno subito un trasporto con conseguente emissione di CO2. I BUONI COMPORTAMENTI: Evitare di consumare prodotti industrializzati. Prediligere cibi a kilometro zero.
  • 15. Abbiamo infine scritto alla lavagna un riassunto dei principali buoni propositi che gli alunni hanno elaborato da queste due esperienze.
  • 16. Anche in questo caso il work cafè si è concluso con l’assaggio della frutta proposta.
  • 17. Il percorso di tecnologia ha previsto due momenti. Il primo si è svolto con la costruzione di un piccolo semenzaio. I materiali utilizzati per costruire il semenzaio sono stati scelti tra materiali di recupero ad eccezione del terriccio e dei semi: - un plateau di polistirolo - film plastico in nylon - legnetti e tavole di supporto - spille rettangolari in acciaio e chiodi - terriccio per semina - semi confezionati L’assemblaggio ha previsto l’uso della colla a caldo, dello sparaspille, del martello e di un saracco.
  • 18. Il lavoro è stato suddiviso tra gli alunni organizzati in piccoli gruppi
  • 19. Il progetto del semenzaio è nato da un’idea dell’insegnante, una piccola serretta movibile sopra un plateau in polistirolo con terriccio, poi modificato con la partecipazione degli alunni, Considerando le condizioni climatiche di piena estate manifestatesi anticipatamente e l’orario scolastico che non consentiva la chiusura del semenzaio solo nelle ore notturne, è stato deciso di non chiudere la struttura lateralmente, per impedire temperature diurne troppo elevate. E’ stato anche deciso di mettere un plateau senza copertura per verificare l’efficacia della struttura allestita, la cosiddetta «prova in bianco», così come prevede la conduzione di un esperimento scientifico. L’irrigazione è avvenuta durante i primi giorni con uno spruzzatore manuale, purtroppo solo durante la prima ora di lezione e nei giorni in cui era possibile.
  • 20.
  • 21. Le specie seminate sono state: Peperoncino tabasco Peperoncino Jalapeno Basilico Mais dolce
  • 22. Dopo circa 20 giorni mais dolce e basilico apparivano ben germinate , mentre solo alcune piantine di Peperoncino tabasco iniziavano ad apparire Dall’esperimento, in parte fallito perché non tutte le sementi sono germinate, è emerso comunque che servono strutture complesse per consentire un buon sviluppo delle sementi fuori stagione e fuori suolo, servono ore di lavoro ed è necessario mettere appunto tecniche e materiali adeguati, perché non è così scontata la coltivazione intensiva di piantine fuori suolo e in ambiente protetto.
  • 23. La seconda parte è stata condotta attraverso la visualizzazione e la riflessioni sulle immagini proiettate di alcune tecniche ad alto investimento utilizzate per produrre alimenti e non solo. In particolare dall’analisi dell’uso delle plastiche in agricoltura abbiamo cercato di porci delle domande: -quanta energia è servita per produrre alcune delle strutture impiegate, dall’estrazione della materia prima alla messa in opera della struttura -quanto durano tali strutture e come si smaltiscono (in discarica o nei termovalorizzatori perché c’è il pericolo durante la combustione della produzione di diossine)
  • 24. Tessuto non tessuto per copertura Films plastici e in PVC per copertura Coperture in policarbonato Coperture in Ferro e vetro Reti antigrandine reti ombreggianti Tessuto per pacciamatura Films plastici per pacciamatura
  • 25. Uso di plastica per irrigare: - irrigatori - tubi di distribuzione - drenaggi Uso di plastica per la vasetteria
  • 26. Uso di plastica e non solo per la raccolta e il confezionamento Prodotti di 4°generazione
  • 27. - come funzionano certe strutture e quindi quanta energia serve - a cosa è sottoposto un terreno di una serra (salinità, residui antiparassitari, residui di trattamenti sterilizzanti) Impianti di riscaldamento ad aria o ad acqua Impianto di nebulizzazione Per fertirrigazione e trattamenti antiparassitari
  • 28. Coltivazione su pancali Coltivazione a terra Coltivazione fuori terra per produzione di pomodori
  • 29. Le slide precedenti hanno convinto gli alunni, che già avevano potuto conoscere la produzione delle plastiche e dei metalli, dell’alto consumo di energia in certe tipologie di agricoltura. Hanno compreso come anche all’interno di queste tipologie intensive possano esistere atteggiamenti diversamente virtuosi. Hanno compreso cosa implica consumare pomodori fuori stagione e cioè: - Costruire serre e strutture di sostegno anche complesse - Costruire l’impianto di riscaldamento e riscaldare - Costruire l’impianto di irrigazione e irrigare - Predisporre impianti per il recupero delle acque di sgrondo e loro trattamento - Costruire impianti di illuminazione e illuminare Ciò implica un enorme consumo di energia e un enorme quantitativo di CO2 liberata nell’ambiente per produrre e trasportare le strutture e per alimentare impianti, ben al di sopra della CO2 assorbita dalla coltura, con un incremento finale della CO2 atmosferica e una rilevante incidenza sulle condizioni climatiche del nostro pianeta.
  • 30. A conclusione del nostro lavoro abbiamo visitato il CSN di Prato, Centro di Scienze Naturali, dove la classe ha partecipato ad un laboratorio organizzato da Lega Ambiente denominato “A tutta energia”, nel quale si sono affrontate le tematiche legate al consumo consapevole, al risparmio energetico, all’inquinamento da trasporti.
  • 31. A conclusione dell’intero percorso e della visita d’istruzione abbiamo fatto una foto ricordo.
  • 32. RISULTATI L’unità di competenza ha portato gli studenti ad elaborare dei pensieri inerenti la loro alimentazione. Si sono trovati a riflettere su cose che davano per scontate, attraverso il confronto reciproco e lo scambio di idee. Questo approccio ha permesso che le conoscenze acquisite potessero trasformarsi in competenze vere e proprie. Il lavoro non si è potuto tuttavia svolgere in completa autonomia, è stato necessario da parte dell’insegnate guidare le riflessioni dei ragazzi che in prima battuta si sono soffermati su particolari poco rilevanti. Alla fine del percorso sono riusciti ad evidenziare una serie di buoni comportamenti che mitigano gli effetti del cambiamento climatico.